venerdì 23 giugno 2017

Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù

Dall’Enciclica “MiserentissimusRedemptor” di Pio XI:

Nella stessa maniera in cui la consacrazione professa e conferma l’unione con Cristo, così l’espiazione, purificando dalle colpe, incomincia l’unione stessa, e con la partecipazione dei patimenti di Cristo la perfeziona, e con l’oblazione dei sacrifici a favore dei fratelli la porta all’ultimo compimento. E tale appunto fu il disegno della misericordia di Gesù quando, acceso della fiamma dell’amore, volle svelare a noi il suo Cuore con i segni della sua passione, affinché noi, meditando da una parte la malizia infinita del peccato e ammirando dall’altra la infinita carità del Redentore, detestassimo più vivamente il peccato e più ardentemente ricambiassimo l’amore. E in verità lo spirito di espiazione o di riparazione ebbe sempre le prime e principali parti nel culto con cui si onora il Cuore Sacratissimo di Gesù, ed è certo il più consono all’origine, alla natura, all’efficacia, alle pratiche proprie di questa particolare devozione, come è confermato dalla storia e dalla pratica, dalla sacra liturgia e dagli atti dei Sommi Pontefici. Infatti, nel manifestarsi a Margherita Maria, Cristo, mentre insisteva sull’immensità del proprio amore, al tempo stesso, in atteggiamento addolorato, si lamentò dei tanti e tanto gravi oltraggi a sé fatti dall’ingratitudine degli uomini, con queste parole, che dovrebbero sempre essere colpite nel cuore delle anime buone né mai cancellarsi dalla memoria: «Ecco - disse - quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e li ha ricolmati di tutti i benefici, ma in cambio del suo amore infinito, anziché trovare gratitudine, incontrò invece dimenticanza, indifferenza, oltraggi, e questi arrecatigli talora anche da anime a lui obbligate con il più stretto debito di speciale amore».  Perciò stabiliamo e ordiniamo che tutti gli anni nella festa del Sacratissimo Cuore di Gesù - la quale in questa occasione abbiamo voluto che si elevasse al grado di doppio di prima classe con l’ottava - in tutte le chiese del mondo si faccia con la stessa formula, secondo l’esemplare unito a questa Enciclica, una solenne ammenda al nostro amantissimo Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire i violati diritti di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo.



Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai Vostri altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo vostro Cuore. Ricordevoli però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la Vostra misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Voi come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della Vostra legge. E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Voi e i Vostri Santi, gli insulti lanciati contro il Vostro Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Voi fondata. Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Vi presentiamo, accompagnandola con le espiazioni della Vergine Vostra Madre, di tutti i Santi e delle anime pie, quella soddisfazione che Voi stesso un giorno offriste sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovate sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della Vostra grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica, specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Voi, e di attrarre quanti più potremo alla Vostra sequela. Accogliete, Ve ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservateci fedelissimi nella Vostra obbedienza e nel Vostro servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Voi col Padre e con lo Spirito Santo vivete e regnate, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.