mercoledì 20 settembre 2017

Mercoledì delle Quattro Tempora di Settembre

Le Tempora d'Autunno si ricollegano alla feste ebraiche della Espiazione e dei Tabernacoli, ringraziamento a Dio per il raccolto. La Chiesa Romana che in origine le celebrava con tono festivo, le ha in seguito caricate anche di un tono penitenziale per ricordare il dovere di una giusta espiazione dei nostri peccati nella lotta contro il Demonio.


INTROITUS
Ps 80:2; 80:3; 80:4; 80:5- Exsultáte Deo, adiutóri nostro: iubiláte Deo Iacob: súmite psalmum iucúndum cum cíthara: cánite in inítio mensis tuba, quia præcéptum in Israël est, et iudícium Deo Iacob.  ~~ Ps 80:6- Testimónium in Ioseph pósuit illud, cum exíret de terra Ægýpti: linguam, quam non nóverat, audívit. ~~ Glória ~~  Exsultáte Deo, adiutóri nostro: iubiláte Deo Iacob: súmite psalmum iucúndum cum cíthara: cánite in inítio mensis tuba, quia præcéptum in Israël est, et iudícium Deo Iacob.

Ps 80:2; 80:3; 80:4; 80:5- Esultate in Dio nostro aiuto, date canti giocondi al Dio di Giacobbe; accompagnate con la cetra salmi lieti; suonate le trombe nel novilunio, perché è precetto per Israele e comando del Dio di Giacobbe. ~~ Ps 80:6- Egli ne fece una legge a Giuseppe quando uscì dall'Egitto e udì una voce che non conosceva.  ~~ Gloria. ~~ Esultate in Dio nostro aiuto, date canti giocondi al Dio di Giacobbe; accompagnate con la cetra salmi lieti; suonate le trombe nel novilunio, perché è precetto per Israele e comando del Dio di Giacobbe.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Misericórdiæ tuæ remédiis, quǽsumus, Dómine, fragílitas nostra subsístat: ut, quæ sua conditióne attéritur, tua cleméntia reparétur. Per Dominum nostrum. Amen.

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Signore, te ne preghiamo, sostieni la nostra debolezza coi rimedi della tua misericordia; affinché se per natura vien meno, dalla tua clemenza sia risollevata. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Léctio Amos Prophétæ.
Amos 9:13-15
Hæc dicit Dóminus Deus: Ecce, dies véniunt: et comprehéndet arátor messórem, et calcátor uvæ mitténtem semen: et stillábunt montes dulcédinem, et omnes colles culti erunt. Et convértam captivitátem pópuli mei Israël: et ædificábunt civitátes desértas et inhabitábunt: et plantábunt víneas et bibent vinum eárum: et fácient hortos et cómedent fructus eórum. Et plantábo eos super humum suam: et non evéllam eos ultra de terra sua, quam dedi eis: dicit Dóminus, Deus tuus.

Queste cose dice il Signore Dio: «Ecco, viene il tempo quando l'aratore verrà subito dietro al mietitore, e chi pigia le uve dietro a chi semina: i monti stilleranno dolcezza e tutti i colli saran coltivati. E libererò il mio popolo d'Israele e riedificheranno le città abbandonate, e vi abiteranno, e pianteranno vigne, e ne berranno il vino, coltiveranno orti, e ne mangeranno le frutta. E li pianterò nella loro terra, e non li strapperò più dalla loro terra data ad essi da me», dice il Signore Dio tuo.

GRADUALE
Ps 112,5-7
Quis sicut Dóminus, Deus noster, qui in altis hábitat, et humilia réspicit in coelo et in terra?
V. Súscitans a terra ínopem et de stércore érigens páuperem.

Chi è come il Signore Dio nostro, che dimora nell'alto, e si degna abbassare lo sguardo sul cielo e la terra?
V. Egli solleva dalla polvere il misero e dal fango rialza il povero.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Præsta, quǽsumus, Dómine, famíliæ tuæ supplicánti: ut, dum a cibis corporálibus se ábstinet, a vítiis quoque mente ieiúnet. Per Dominum. Amen

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Ti supplichiamo, o Signore, di concedere alla tua famiglia in preghiera che, astenendosi dai cibi materiali, astenga pure il cuore da ogni vizio. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Léctio libri Esdræ.
Neh 8:1-10
In diébus illis: Congregátus est omnis pópulus quasi vir unus ad platéam, quæ est ante portam aquárum: et dixérunt Esdræ scribæ, ut afférret librum legis Moysi, quam præcéperat Dóminus Israéli. Attulit ergo Esdras sacérdos legem coram multitúdine virórum et mulíerum, cunctísque qui póterant intellégere, in die prima mensis séptimi. Et legit in eo apérte in platéa, quæ erat ante portam aquárum, de mane usque ad médiam diem, in conspéctu virórum et mulíerum et sapiéntium: et aures omnis pópuli erant eréctæ ad librum. Stetit autem Esdras scriba super gradum lígneum, quem fécerat ad loquendum. Et apéruit librum coram omni pópulo: super univérsum quippe pópulum eminébat: et cum aperuísset eum, stetit omnis pópulus. Et benedíxit Esdras Dómino, Deo magno: et respóndit omnis pópulus: Amen, Amen: élevans manus suas: et incurváti sunt et adoravérunt Deum proni in terram. Porro levítæ siléntium faciébant in pópulo ad audiéndam legem: pópulus autem stabat in gradu suo. Et legérunt in libro legis Dei distíncte et apérte ad intellegéndum: et intellexérunt, cum legerétur. Dixit autem Nehemías, et Esdras sacérdos et scriba, et levítæ interpretántes univérso pópulo: Dies sanctificátus est Dómino, Deo nostro, nolíte lugére et nolíte flere. Et dixit eis: Ite, comédite pínguia et bíbite mulsum, et míttite partes his, qui non præparavérunt sibi: quia sanctus dies Dómini est, et nolíte contristári: gáudium étenim Dómini est fortitúdo nostra.

In quei giorni tutto il popolo si adunò come un sol uomo nella piazza davanti alla porta delle acque, e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, prescritta dal Signore a Israele. Il sacerdote Esdra portò dunque la Legge dinanzi alla folla di uomini e di donne, e dinanzi a quanti erano in grado di intendere. Era il primo del settimo mese, e sulla piazza davanti alla porta delle acque, lesse nel libro, a voce chiara, dalla mattina al mezzodì, in presenza degli uomini, delle donne e dei sapienti: e le orecchie di tutto il popolo erano tese verso il libro. Esdra, lo scriba, stava ritto sopra una tribuna di legno, fatta da lui per parlare. E aprì il libro davanti a tutto il popolo, ché stava in luogo più alto di tutto il popolo. Aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra poi benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, Amen» alzando le mani; poi s'inchinarono e adorarono Dio prostrati per terra. E i leviti facevano stare in silenzio il popolo per udir la legge: e il popolo stava in piedi al suo posto. E lessero ad alta voce nel libro della legge di Dio, per farlo intendere: e fu inteso quello che si andava leggendo. E Neemia ed Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che interpretavano a tutto il popolo la legge, dissero: «Questo giorno è consacrato al Signore Dio nostro: non gemete e non piangete». E disse loro: «Andate, e mangiate delle buone carni, e bevete del vino dolce, e mandatene delle parti a quelli che non hanno nulla di preparato per loro: ché questo è giorno santo del Signore, e non vogliate rattristarvi: perché il gaudio del Signore è la nostra forza».

GRADUALE
Ps 32:12 ; 32:6
Beáta gens, cuius est Dóminus Deus eórum: pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.
V. Verbo Dómini coeli firmáti sunt: et spíritu oris eius omnis virtus eórum.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio, il popolo che il Signore si è scelto a eredità.
V. Nella parola del Signore sono fatti i cieli, e nel soffio della sua bocca il loro esercito.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Marcum.
Marc 9:16-28
In illo témpore: Respóndens unus de turba, dixit ad Iesum: Magíster, áttuli fílium meum ad te, habéntem spíritum mutum: qui, ubicúmque eum apprehénderit, allídit illum, et spumat et stridet déntibus et aréscit: et dixi discípulis tuis, ut eiícerent illum, et non potúerunt. Qui respóndens eis, dixit: O generátio incrédula, quámdiu apud vos ero? quámdiu vos pátiar? Afférte illum ad me. Et attúlerunt eum. Et cum vidísset eum, statim spíritus conturbávit illum: et elísus in terram, volutabátur spumans. Et interrogávit patrem eius: Quantum témporis est, ex quo ei hoc áccidit? At ille ait: Ab infántia: et frequénter eum in ignem et in aquas misit, ut eum pérderet. Sed si quid potes, ádiuva nos, misértus nostri. Iesus autem ait illi: Si potes credere, ómnia possibília sunt credénti. Et contínuo exclámans pater pueri, cum lácrimis aiébat: Credo, Dómine: ádiuva incredulitátem meam. Et cum vidéret Iesus concurréntem turbam, comminátus est spirítui immundo, dicens illi: Surde et mute spíritus, ego præcípio tibi, exi ab eo: et ámplius ne intróëas in eum. Et exclámans et multum discérpens eum, éxiit ab eo, et factus est sicut mórtuus, ita ut multi dícerent: Quia mórtuus est. Iesus autem tenens manum eius, elevávit eum, et surréxit. Et cum introísset in domum, discípuli eius secréto interrogábant eum: Quare nos non potúimus eiícere eum? Et dixit illis: Hoc genus in nullo potest exíre nisi in oratióne et ieiúnio.

In quel tempo, uno della turba disse a Gesù : «Maestro, ti ho portato il mio figliuolo che un demonio ha reso muto. E dove lo invade, lo butta per terra; ed egli spuma e digrigna i denti e resta come morto; ho detto ai tuoi discepoli di cacciarlo, ma non han potuto». E Gesù: «O generazione incredula, fino a quando dovrò stare con voi? Fino a quando vi sopporterò? Conducetelo da me». E glielo condussero. E come vide Gesù, subito lo spirito lo fece dare in convulsioni; e, caduto a terra si rotolava spumando. Domandò al padre di lui: «Da quanto tempo ciò gli avviene?». E quello rispose: «Fin da bambino; e spesso l'ha gettato nel fuoco e nell'acqua per finirlo; ma tu, se puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e aiutaci». E Gesù gli rispose: «Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede». E subito esclamando, il padre del fanciullo disse tra le lacrime: «Io credo, o Signore: soccorri la mia poca fede». E Gesù vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo e gli disse: «Spirito che rendi sordo e muto, io te lo comando, esci da lui per non più entrarvi». E lo spirito, gridando e contorcendolo crudelmente uscì, e il fanciullo rimase qual morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si rizzò. Rientrato Gesù in casa, i discepoli in disparte lo interrogarono: «Perché non abbiamo potuto cacciarlo noi?» E rispose loro: «Questa razza di demoni non può essere cacciata che per mezzo della preghiera e del digiuno».

OFFERTORIUM
Ps 118:47; 18:48
Meditábor in mandátis tuis, quæ diléxi valde: et levábo manus meas ad mandáta tua, quæ diléxi.

Io medito sui tuoi precetti che amo, e tendo le mani ai tuoi precetti che amo.

SECRETA
Hæc hóstia, Dómine, quǽsumus, emúndet nostra delícta: et ad sacrifícium celebrándum, subditórum tibi córpora mentésque sanctíficet. Per Dominum nostrum. Amen.

Questa offerta, Signore, ci purifichi dai nostri peccati: e consacri il corpo e l'anima di noi tuoi servi, perché possiamo celebrare questo sacrificio. Per il nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Neh 8:10
Comédite pínguia et bíbite mulsum, et míttite partes his, qui non præparavérunt sibi: sanctus enim dies Dómini est, nolíte contristári: gáudium étenim Dómini est fortitúdo nostra.

Mangiate buone carni, e bevete vino dolce, e mandatene a quelli che non ne hanno: poiché questo è il giorno santo del Signore: non vi rattristate, ché il gaudio del Signore è la nostra fortezza.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Suméntes, Dómine, dona coeléstia, supplíciter deprecámur: ut, quæ sédula servitúte, donánte te, gérimus, dignis sénsibus tuo múnere capiámus. Per Dominum. Amen.

Preghiamo.
Ricevendo questi doni celesti, ti supplichiamo umilmente, o Signore: fa' che quanto con sollecito servizio abbiamo compiuto per tua concessione, lo abbiamo pure, per tua grazia, ad accogliere con degni sentimenti. Per il nostro Signore. Amen.