domenica 8 dicembre 2019

Gosos all'Immacolata


Sempre forte e viva fu (ed ancora è) la devozione del popolo sardo verso la Madre di Dio la quale sotto vari titoli è venerata in ogni angolo dell’Isola dalle metropolitane alle più modeste chiesuole di campagna. In prima linea fu inoltre il Regno di Sardegna nella difesa e perorazione della dottrina del Concepimento di Nostra Signora senza il peccato originale: nel 1632 fu formalmente formulato il Voto dell’Immacolata e nel 1656, nel riconfermarlo, il Regno Sardo si pose sotto il Patronato della Vergine purissima concepita senza il peccato originale. Per onorare la nostra Patrona riproduciamo e proponiamo al Lettore questi gosos settecenteschi del Licheri a Lei dedicati.



D’eternas lughes bestida
perfettissima aurora,
serenissima Segnora
senza culpa cuncepida.

Sole privilegiadu
de dogni attrivida nue
pro esser su tronu inue
Deus s’est intronizzadu,
alma chi no hat gustadu
de sa frutta proibida.

Passat in sa Cuncezione
senza culpa originale
a sa forma razionale,
de sa forma de embrione
pro divina ordinazione
de sa grazia prevenida.

Sa sapienzia chi perdesit
Eva cun imprudenzia
pro Divina Providenzia
a Maria descendesit,
e Segnora la fattesit
de sa morte e de sa vida.

Eva su chelu serresit
e Maria lu aberesit,
Eva su mundu perdesit
e Maria lu riacquistesit,
Eva sa morte nos desit
e Maria eterna vida.

In sa prima aspirazione
de sos alentos vitales
sos favores celestiales
Bos preservan de lesione
dandebos esenzione
de sa pena istatuida.

Inter ispinas resplendet
custu lizu angelicale,
ca sa culpa originale
a Maria non cumprendet,
giachi Deus la pretendet
de ogni mancia pulida.

Impignat pro cust’onore
su Babbu s’onnipotenzia,
su Fizu sa sapienza
e s’Ispiritu s’amore,
cuncurrinde a su favore
s’alta Trinidade unida.

D’eterne luci rivestita,
perfettissima aurora,
serenissima Signora
senza colpa concepita.

Sole eletto
fra le nubi,
per essere il trono dove
Dio s’è intronizzato,
anima che non ha gustato
della frutta proibita.

Passa nella Concezione
senza colpa originale
alla forma razionale
dalla forma d’embrione,
per divina ordinazione
dalla grazia prevenuta.

La sapienza che perdette
Eva con imprudenza,
per divina provvidenza
in Maria discese
e Signora la fece
della morte e della vita

Eva il cielo chiuse
e Maria l’ha riaperto,
Eva il mondo perse
e Maria l’ha riacquistato,
Eva la morte ci ha dato
e Maria l’eterna vita.

Nella prima aspirazione
degli aneliti vitali,
i favori celestiali
vi preservan da lesione,
dandovi esenzione
dalla pena stabilita.

Fra le spine risplende
quale giglio angelicale,
ché la colpa originale
Maria non comprende,
giacché Dio la pretende
d’ogni macchia pulita.

Impegna per quest’onore
il Padre l’onnipotenza,
il Figlio la sapienza
e lo Spirito l’amore,
concorre a tal favore
l’alta Trinità unita.


(Giovanni Dore, Gosos e Ternuras, Vol. I, Nuoro, 1983, p. 36. Traduzione letterale a cura di Giuliano Zoroddu)