Sempre forte e viva fu (ed ancora è) la
devozione del popolo sardo verso la Madre di Dio la quale sotto vari titoli è
venerata in ogni angolo dell’Isola dalle metropolitane alle più modeste
chiesuole di campagna. In prima linea fu inoltre il Regno di Sardegna nella
difesa e perorazione della dottrina del Concepimento di Nostra Signora senza il
peccato originale: nel 1632 fu formalmente formulato il Voto dell’Immacolata e nel
1656, nel riconfermarlo, il Regno Sardo si pose sotto il Patronato della
Vergine purissima concepita senza il peccato originale. Per onorare la nostra
Patrona riproduciamo e proponiamo al Lettore questi gosos settecenteschi del Licheri a Lei dedicati.
D’eternas
lughes bestida
perfettissima
aurora,
serenissima
Segnora
senza
culpa cuncepida.
Sole
privilegiadu
de
dogni attrivida nue
pro
esser su tronu inue
Deus
s’est intronizzadu,
alma
chi no hat gustadu
de sa
frutta proibida.
Passat
in sa Cuncezione
senza
culpa originale
a sa
forma razionale,
de sa
forma de embrione
pro
divina ordinazione
de sa grazia
prevenida.
Sa
sapienzia chi perdesit
Eva
cun imprudenzia
pro
Divina Providenzia
a
Maria descendesit,
e
Segnora la fattesit
de sa
morte e de sa vida.
Eva su
chelu serresit
e
Maria lu aberesit,
Eva su
mundu perdesit
e
Maria lu riacquistesit,
Eva sa
morte nos desit
e
Maria eterna vida.
In sa
prima aspirazione
de sos
alentos vitales
sos
favores celestiales
Bos
preservan de lesione
dandebos
esenzione
de sa
pena istatuida.
Inter
ispinas resplendet
custu
lizu angelicale,
ca sa
culpa originale
a
Maria non cumprendet,
giachi
Deus la pretendet
de
ogni mancia pulida.
Impignat
pro cust’onore
su
Babbu s’onnipotenzia,
su
Fizu sa sapienza
e
s’Ispiritu s’amore,
cuncurrinde
a su favore
s’alta
Trinidade unida.
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D’eterne luci rivestita,
perfettissima aurora,
serenissima Signora
senza colpa concepita.
Sole eletto
fra le nubi,
per essere il trono dove
Dio s’è intronizzato,
anima che non ha gustato
della frutta proibita.
Passa nella Concezione
senza colpa originale
alla forma razionale
dalla forma d’embrione,
per divina ordinazione
dalla grazia prevenuta.
La sapienza che perdette
Eva con imprudenza,
per divina provvidenza
in Maria discese
e Signora la fece
della morte e della vita
Eva il cielo chiuse
e Maria l’ha riaperto,
Eva il mondo perse
e Maria l’ha riacquistato,
Eva la morte ci ha dato
e Maria l’eterna vita.
Nella prima aspirazione
degli aneliti vitali,
i favori celestiali
vi preservan da lesione,
dandovi esenzione
dalla pena stabilita.
Fra le spine risplende
quale giglio angelicale,
ché la colpa originale
Maria non comprende,
giacché Dio la pretende
d’ogni macchia pulita.
Impegna per quest’onore
il Padre l’onnipotenza,
il Figlio la sapienza
e lo Spirito l’amore,
concorre a tal favore
l’alta Trinità unita.
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(Giovanni Dore, Gosos e Ternuras, Vol. I, Nuoro, 1983, p. 36. Traduzione letterale
a cura di Giuliano Zoroddu)