Sant’Agostino
nacque a Tagaste, nell’Africa, il 13 novembre 354 da santa Monica e da Patrizio
e fu iscritto tra i Catecumeni della Chiesa. Negli anni si perse fra le dissolutezze
e gli errori, aderendo all’empia setta dei Manichei. Davanti a tanto scempio
sua madre versava copiose lacrime per la sua conversione e questi voti furono
esauditi quando Agostino, affermato retore, venne a contatto col Vescovo di
Milano sant’Ambrogio. Questi lo convertì alla fede cattolica e lo battezzò il
24 aprile 387. Tornato in patria fu ordinato prima sacerdote e poi vescovo.
Resse la diocesi di Ippona per trentacinque anni congiungendo alla cura dei
suoi fedeli la lotta dura ad ogni eresia e scisma. Rese l’anima a Dio il 28
agosto 430. Il suo corpo dal principio del secolo VI al 718 fu conservato a
Cagliari per scamparlo alla furia degli eretici ariani: è pertanto
venerato come Patrono secondario dell’Isola di Sardegna.
I. Per quella vivissima consolazione che
voi, o glorioso sant’Agostino, arrecaste a santa Monica vostra madre e a tutta
quanta la Chiesa, allorquando, animato dall’esempio del romano Vittorino o dai
discorsi ora pubblici, ora privati del gran Vescovo di Milano, sant’Ambrogio, e
di san Simpliciano e di Alipio, risolveste finalmente di convertirvi, ottenete
a noi tutti la grazia di approfittare continuamente degli esempi e dei consigli
dei virtuosi, onde arrecare al cielo tanto di gioia con la nostra vita
avvenire, quanto di tristezza gli abbiamo cagionato con tanti mancamenti nella
nostra vita, passata.
Gloria
II. Per quella fervorosa riconoscenza
onde, appena convertito, vi deste a studiare la divina legge tanto da noi
violata, e ad eccitare negli altri l’amore e la stima con gli ammirabili
trattati dell’Anima, della Provvidenza o della Vita felice; quindi appena
rigenerato alla grazia per mezzo del santo battesimo, intuonaste unitamente a sant’Ambrogio
un inno affatto nuovo, il quale non respira che la fede la più viva, o la
carità la più ardente, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre
riconoscenti a tutti i favori del cielo, onde impegnare l’Altissimo a
diffonderne sopra di noi una copia sempre maggiore.
Gloria
III. Per quell’ardentissimo zelo onde in
tutto il tempo di vostra vita vi applicaste a confutare e a convertire ogni
sorta di eretici e specialmente i Manichei ch’erano stati i maestri ed i
complici delle vostre giovanili licenze, ottenete a noi tutti la grazia di
procurare con ogni sforzo la conversione dei cattivi, e il miglioramento dei
buoni, per così riparare gli scandali che potessimo aver dati con il nostro
viver poco conforme alla fede santissima che professiamo.
Gloria
IV.
Per quell’umiltà profondissima onde voi, o glorioso sant’Agostino, vi riputaste
sempre indegno, non solo d’ogni ecclesiastica dignità, ma ancora della
sacerdotale ordinazione; e per quella fedeltà inalterabile, con cui, ordinato,
vostro malgrado, dal santo vescovo Valerio, disimpegnaste tutti gli uffici a
voi affidati di predicatore, di vicario, e osservaste tutto le regole del nuovo
Ordine monastico da voi instituito, ottenete a noi tutti la grazia di riputarci
sempre immeritevoli di qualunque carica, di qualunque distinzione, e di
adempiere sempre esattamente tutti gli obblighi del nostro stato.
Gloria
V.
Per quell’abbondanza di lumi soprannaturali, dei quali foste arricchito, o
glorioso sant’Agostino, per cui diveniste il flagello più terribile di tutti i
nemici del Cristianesimo, il maestro di tutti i sapienti, l’anima di tutti i
Concilii, l’oracolo di tutta la Chiesa, fino ad essere da san Paolino chiamato
il Sole della terra, o da Sulpizio un’ape industriosa che mentre nutrisce con
il suo miele tutti i fedeli, uccide col suo pungiglione tutti gli eretici,
ottenete a noi tutti la grazia di impiegare sempre lo nostre forze corporali o
spirituali a sostenere o difendere la verità della fede, e procurar sempre
maggiore la dilatazione e la gloria della comun madre la Chiesa.
Gloria
VI. Per quella custodia singolare che voi
aveste, o glorioso sant’Agostino, della vostra purità e dell’altrui
riputazione, per cui, dopo la vostra conversione, non soffriste mai la
compagnia di persone mormoratrici, ottenete a noi tutti la grazia di odiare e
di fuggire tutto quello che potesse contaminare anche leggermente la nostra
coscienza o l’altrui fama.
Gloria
VII. Per quell’ammirabile sollecitudine con
cui voi, o glorioso sant’Agostino, rivedeste nella vostra vecchiaia tutto
quante le vostre opere e ritrattaste in apposito libro tutte le sentenze che vi
sembravano meno esatte, o per quella vivissima carità, onde nell’assedio che
desolava la vostra carissima Ippona, domandaste al Signore la grazia
d’essere,come il divino pastore, sacrificato per la salute delle proprio
pecore, ottenete a noi tutti la grazia di emendare con prontezza ogni errore,
di sopportar con rassegnazione tutte le avversità della terra,e d’esser sempre
disposti a perdere anche la vita poi bene dei nostri fratelli, onde partecipare
con voi all’eterna beatitudine del paradiso.
Gloria
℣. Oro pro nobis, sancte Augustine.
℞. Ut digni efficiamur promissinibus
Christi.
℣. Prega per noi, sant’Agostino.
℞. Affinché siam fatti degni delle
promesse di Cristo.
Oremus
Adésto supplicatiónibus nostris,
omnípotens Deus: et, quibus fidúciam sperándæ pietátis indúlges, intercedénte
beáto Augustíno Confessóre tuo atque Pontífice, consuétae misericórdiæ tríbue
benígnus efféctum. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
Preghiamo.
Signore Dio onnipotente, porgi ascolto
alle nostre preci, e a noi, cui ispirasti fiducia di ottenere pietà, per
intercessione del tuo beato confessore e vescovo Agostino, dona benigno
l'effetto della tua consueta misericordia. Per Cristo nostro Signore Gesù.
Amen.