domenica 19 agosto 2018

Novena a sant'Agostino


Sant’Agostino nacque a Tagaste, nell’Africa, il 13 novembre 354 da santa Monica e da Patrizio e fu iscritto tra i Catecumeni della Chiesa. Negli anni si perse fra le dissolutezze e gli errori, aderendo all’empia setta dei Manichei. Davanti a tanto scempio sua madre versava copiose lacrime per la sua conversione e questi voti furono esauditi quando Agostino, affermato retore, venne a contatto col Vescovo di Milano sant’Ambrogio. Questi lo convertì alla fede cattolica e lo battezzò il 24 aprile 387. Tornato in patria fu ordinato prima sacerdote e poi vescovo. Resse la diocesi di Ippona per trentacinque anni congiungendo alla cura dei suoi fedeli la lotta dura ad ogni eresia e scisma. Rese l’anima a Dio il 28 agosto 430. Il suo corpo dal principio del secolo VI al 718 fu conservato a Cagliari per scamparlo alla furia degli eretici ariani: è pertanto venerato come Patrono secondario dell’Isola di Sardegna.


I. Per quella vivissima consolazione che voi, o glorioso sant’Agostino, arrecaste a santa Monica vostra madre e a tutta quanta la Chiesa, allorquando, animato dall’esempio del romano Vittorino o dai discorsi ora pubblici, ora privati del gran Vescovo di Milano, sant’Ambrogio, e di san Simpliciano e di Alipio, risolveste finalmente di convertirvi, ottenete a noi tutti la grazia di approfittare continuamente degli esempi e dei consigli dei virtuosi, onde arrecare al cielo tanto di gioia con la nostra vita avvenire, quanto di tristezza gli abbiamo cagionato con tanti mancamenti nella nostra vita, passata.
Gloria

II. Per quella fervorosa riconoscenza onde, appena convertito, vi deste a studiare la divina legge tanto da noi violata, e ad eccitare negli altri l’amore e la stima con gli ammirabili trattati dell’Anima, della Provvidenza o della Vita felice; quindi appena rigenerato alla grazia per mezzo del santo battesimo, intuonaste unitamente a sant’Ambrogio un inno affatto nuovo, il quale non respira che la fede la più viva, o la carità la più ardente, ottenete a noi tutti la grazia di essere sempre riconoscenti a tutti i favori del cielo, onde impegnare l’Altissimo a diffonderne sopra di noi una copia sempre maggiore.
Gloria

III. Per quell’ardentissimo zelo onde in tutto il tempo di vostra vita vi applicaste a confutare e a convertire ogni sorta di eretici e specialmente i Manichei ch’erano stati i maestri ed i complici delle vostre giovanili licenze, ottenete a noi tutti la grazia di procurare con ogni sforzo la conversione dei cattivi, e il miglioramento dei buoni, per così riparare gli scandali che potessimo aver dati con il nostro viver poco conforme alla fede santissima che professiamo.
Gloria

IV. Per quell’umiltà profondissima onde voi, o glorioso sant’Agostino, vi riputaste sempre indegno, non solo d’ogni ecclesiastica dignità, ma ancora della sacerdotale ordinazione; e per quella fedeltà inalterabile, con cui, ordinato, vostro malgrado, dal santo vescovo Valerio, disimpegnaste tutti gli uffici a voi affidati di predicatore, di vicario, e osservaste tutto le regole del nuovo Ordine monastico da voi instituito, ottenete a noi tutti la grazia di riputarci sempre immeritevoli di qualunque carica, di qualunque distinzione, e di adempiere sempre esattamente tutti gli obblighi del nostro stato.
Gloria

V. Per quell’abbondanza di lumi soprannaturali, dei quali foste arricchito, o glorioso sant’Agostino, per cui diveniste il flagello più terribile di tutti i nemici del Cristianesimo, il maestro di tutti i sapienti, l’anima di tutti i Concilii, l’oracolo di tutta la Chiesa, fino ad essere da san Paolino chiamato il Sole della terra, o da Sulpizio un’ape industriosa che mentre nutrisce con il suo miele tutti i fedeli, uccide col suo pungiglione tutti gli eretici, ottenete a noi tutti la grazia di impiegare sempre lo nostre forze corporali o spirituali a sostenere o difendere la verità della fede, e procurar sempre maggiore la dilatazione e la gloria della comun madre la Chiesa.
Gloria

VI. Per quella custodia singolare che voi aveste, o glorioso sant’Agostino, della vostra purità e dell’altrui riputazione, per cui, dopo la vostra conversione, non soffriste mai la compagnia di persone mormoratrici, ottenete a noi tutti la grazia di odiare e di fuggire tutto quello che potesse contaminare anche leggermente la nostra coscienza o l’altrui fama.
Gloria

VII. Per quell’ammirabile sollecitudine con cui voi, o glorioso sant’Agostino, rivedeste nella vostra vecchiaia tutto quante le vostre opere e ritrattaste in apposito libro tutte le sentenze che vi sembravano meno esatte, o per quella vivissima carità, onde nell’assedio che desolava la vostra carissima Ippona, domandaste al Signore la grazia d’essere,come il divino pastore, sacrificato per la salute delle proprio pecore, ottenete a noi tutti la grazia di emendare con prontezza ogni errore, di sopportar con rassegnazione tutte le avversità della terra,e d’esser sempre disposti a perdere anche la vita poi bene dei nostri fratelli, onde partecipare con voi all’eterna beatitudine del paradiso.
Gloria

. Oro pro nobis, sancte Augustine.
. Ut digni efficiamur promissinibus Christi.

. Prega per noi, sant’Agostino.
. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo.

Oremus
Adésto supplicatiónibus nostris, omnípotens Deus: et, quibus fidúciam sperándæ pietátis indúlges, intercedénte beáto Augustíno Confessóre tuo atque Pontífice, consuétae misericórdiæ tríbue benígnus efféctum. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Preghiamo.
Signore Dio onnipotente, porgi ascolto alle nostre preci, e a noi, cui ispirasti fiducia di ottenere pietà, per intercessione del tuo beato confessore e vescovo Agostino, dona benigno l'effetto della tua consueta misericordia. Per Cristo nostro Signore Gesù. Amen.