domenica 14 ottobre 2018

DOMENICA XXI DOPO PENTECOSTE


La liturgia della Domenica odierna ci parla del combattimento spirituale contro il Diavolo e i suoi satelliti e dei mezzi che Dio ci propone per affrontarlo. Ogni cristiano, come Giobbe, è esposto agli attacchi del diavolo ed è chiamato a combattere. Nostri modelli e nostri alleati sono anzitutto l'Immacolata, ab aeterno nemica di Satana, e il santo Arcangelo Michele che combatté e precipitò nell’inferno colui che in Cielo negò l’obbedienza all’Altissimo. Nostre armi sono la frequenza dei Sacramenti, la preghiera costante, la mortificazione, l’odio del peccato e soprattutto l’umiltà e la carità fraterna. Dio nella Redenzione ci ha ottenuto la remissione di ogni peccato, debito nostro nei suoi confronti, ci ha strappati dalla schiavitù dell’inferno; ma per meritare queste perdono allo stesso modo noi pure dobbiamo perdonare i nostri fratelli, anche se è arduo. Non ci spaventi però l’asprezza dei combattimenti della vita: Dio è con noi e ci aiuterà a uscire in amicizia con lui dall’Egitto di questa vita terrena per accoglierci in Paradiso.
  


INTROITUS
Esth 13:9; 13:10-11.- In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est, qui possit resístere voluntáti tuæ: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram et univérsa, quæ coeli ámbitu continéntur: Dominus universórum tu es. ~~ Ps 118:1.- Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. ~~ Glória ~~ In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est, qui possit resístere voluntáti tuæ: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram et univérsa, quæ coeli ámbitu continéntur: Dominus universórum tu es.

Esth 13:9; 13:10-11.- Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose. ~~ Ps 118:1.- Beati gli uomini di condotta integra: che procedono secondo la legge del Signore. ~~ Gloria ~~ Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose.


Gloria


ORATIO
Orémus.
Famíliam tuam, quaesumus, Dómine, contínua pietáte custódi: ut a cunctis adversitátibus, te protegénte, sit líbera, et in bonis áctibus tuo nómini sit devóta. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Custodisci, Te ne preghiamo, o Signore, con incessante pietà, la tua famiglia: affinché, mediante la tua protezione, sia libera da ogni avversità, e nella pratica delle buone opere sia devota al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Lectio Epistolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios.
Ephes 6:10-17
Fratres: Confortámini in Dómino et in poténtia virtútis eius. Indúite vos armatúram Dei, ut póssitis stare advérsus insídias diáboli. Quóniam non est nobis colluctátio advérsus carnem et sánguinem: sed advérsus príncipes et potestátes, advérsus mundi rectóres tenebrárum harum, contra spirituália nequítiae, in coeléstibus. Proptérea accípite armatúram Dei, ut póssitis resístere in die malo et in ómnibus perfécti stare. State ergo succíncti lumbos vestros in veritáte, et indúti lorícam iustítiæ, et calceáti pedes in præparatióne Evangélii pacis: in ómnibus suméntes scutum fídei, in quo póssitis ómnia tela nequíssimi ígnea exstínguere: et gáleam salútis assúmite: et gládium spíritus, quod est verbum Dei.

Fratelli: Fortificatevi nel Signore e nella potenza della sua virtù. Rivestitevi dell’armatura di Dio, affinché possiate resistere alle insidie del demonio. Non abbiamo infatti da lottare contro la carne e il sangue, ma contro i principi e le potestà, contro i dominanti di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti maligni dell’aria. Per questo prendete tutti l’armatura di Dio, onde possiate resistere nel giorno cattivo, e, avendo tutto eseguito, rimanere fermi. Tenete cinti i vostri lombi con la verità; rivestitevi della corazza di giustizia; calzate i piedi con la prontezza per annunziare il Vangelo di pace; soprattutto date di mano allo scudo della fede, col quale possiate estinguere tutti gli infuocati dardi del maligno: e prendete l’elmo della salute, e la spada dello spirito, che è la parola di Dio.

GRADUALE
Ps 89:1-2
Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne et progénie.
V. Priúsquam montes fíerent aut formarétur terra et orbis: a saeculo et usque in saeculum tu es, Deus.

O Signore, Tu sei il nostro rifugio: di generazione in generazione.
V. Prima che i monti fossero, o che si formasse il mondo e la terra: da tutta l’eternità e sino alla fine dei secoli, Tu sei, o Dio.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Ps 113:1
In éxitu Israël de Ægýpto, domus Iacob de pópulo bárbaro. Allelúia.

Alleluia, alleluia.
Quando Israele uscì dall’Egitto, e la casa di Giacobbe dal popolo straniero. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 18:23-35
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Assimilátum est regnum coelórum hómini regi, qui vóluit ratiónem pónere cum servis suis. Et cum coepísset ratiónem pónere, oblátus est ei unus, qui debébat ei decem mília talénta. Cum autem non habéret, unde rédderet, iussit eum dóminus eius venúmdari et uxórem eius et fílios et ómnia, quæ habébat, et reddi. Prócidens autem servus ille, orábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Misértus autem dóminus servi illíus, dimísit eum et débitum dimísit ei. Egréssus autem servus ille, invénit unum de consérvis suis, qui debébat ei centum denários: et tenens suffocábat eum, dicens: Redde, quod debes. Et prócidens consérvus eius, rogábat eum, dicens: Patiéntiam habe in me, et ómnia reddam tibi. Ille autem nóluit: sed ábiit, et misit eum in cárcerem, donec rédderet débitum. Vidéntes autem consérvi eius, quæ fiébant, contristáti sunt valde: et venérunt et narravérunt dómino suo ómnia, quæ facta fúerant. Tunc vocávit illum dóminus suus: et ait illi: Serve nequam, omne débitum dimísi tibi, quóniam rogásti me: nonne ergo opórtuit et te miseréri consérvi tui, sicut et ego tui misértus sum? Et irátus dóminus eius, trádidit eum tortóribus, quoadúsque rédderet univérsum débitum. Sic et Pater meus coeléstis fáciet vobis, si non remiséritis unusquísque fratri suo de córdibus vestris.

In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. E avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Ma non avendo costui modo di pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui, sua moglie, i figli e quanto aveva, e così fosse saldato il debito. Il servo, però, gettatosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Mosso a pietà, il padrone lo liberò, condonandogli il debito. Ma il servo, partito da , trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento denari: e, presolo per la gola, lo strozzava dicendo: Pagami quello che devi. E il compagno, prostratosi ai suoi piedi, lo supplicava: Abbi pazienza con me, e ti renderò tutto. Ma quegli non volle, e lo fece mettere in prigione fino a quanto lo avesse soddisfatto. Ora, avendo gli altri compagni veduto tal fatto, se ne attristarono grandemente e andarono a riferire al padrone tutto quello che era avvenuto. Questi allora lo chiamò a sé e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai pregato: non dovevi dunque anche tu aver pietà di un tuo compagno, come io ho avuto pietà di te? E sdegnato, il padrone lo diede in mano ai carnefici fino a quando non avesse pagato tutto il debito. Lo stesso farà con voi il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello.


Credo


OFFERTORIUM
Iob 1.1
Vir erat in terra Hus, nómine Iob: simplex et rectus ac timens Deum: quem Satan pétiit ut tentáret: et data est ei potéstas a Dómino in facultátes et in carnem eius: perdidítque omnem substántiam ipsíus et fílios: carnem quoque eius gravi úlcere vulnerávit.

Vi era, nella terra di Hus, un uomo chiamato Giobbe, semplice, retto e timorato di Dio. Satana chiese di tentarlo e dal Signore gli fu dato il potere sui suoi beni e sul suo corpo. Egli perse tutti i suoi beni e i suoi figli, e il suo corpo fu colpito da gravi ulcere.

SECRETA
Suscipe, Dómine, propítius hóstias: quibus et te placári voluísti, et nobis salútem poténti pietáte restítui. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ricevi, propizio, o Signore, queste offerte con le quali volesti essere placato e con potente misericordia restituire a noi la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in unius singularitáte persónæ, sed in uníus Trinitáte substántiæ. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne veræ sempiternǽque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in maiestáte adorétur æquálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes:

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l’unità nell’essenza e l’uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce:

COMMUNIO
Ps 118:81; 118:84; 118:86
In salutári tuo ánima mea, et in verbum tuum sperávi: quando fácies de persequéntibus me iudícium? iníqui persecúti sunt me, ádiuva me, Dómine, Deus meus.

L’anima mia ha sperato nella tua salvezza e nella tua parola: quando farai giustizia di coloro che mi perseguitano? Gli iniqui mi hanno perseguitato, aiutami, o Signore, Dio mio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Immortalitátis alimóniam consecúti, quaesumus, Dómine: ut, quod ore percépimus, pura mente sectémur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ricevuto il cibo dell’immortalità, Ti preghiamo, o Signore, affinché di ciò che abbiamo ricevuto con la bocca, conseguiamo l’effetto con animo puro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.