martedì 13 marzo 2018

Martedì della Quarta Settimana di Quaresima - Stazione a San Lorenzo in Damaso

La Chiesa Romana, per disposizione del Papa sardo sant'Ilario (461-468), in questo giorno adora in modo particolare Cristo come Mediatore, riprendendo l'uso degli Orientali che consacravano a questo mistero il venticinquesimo giorno di Quaresima. Ciò chiaramente è proclamato dallo stesso Nostro Signore in faccia agli Ebrei, come leggiamo nel Vangelo, ed è prefigurato da Mosè che intercede presso Dio in favore degl'Israeliti che erano caduti nell'idolatria. Mosè che placa Dio è figura del Cristo che ci salva, se noi lo vogliamo, dallo sterminio, cioè dall'eterno tormento nell'Inferno.


INTROITUS
Ps 54:2-3.- Exáudi, Deus, oratiónem meam, et ne despéxeris deprecatiónem meam: inténde in me et exáudi me.  ~~  Ps 54:3-4.- Contristátus sum in exercitatióne mea: et conturbátus sum a voce inimíci et a tribulatióne peccatóris.  ~~  Glória  ~~  Exáudi, Deus, oratiónem meam, et ne despéxeris deprecatiónem meam: inténde in me et exáudi me.

Ps 54:2-3.- Esaudisci, o Signore, la mia prece; non disprezzare la mia supplica. Voltati verso di me, ed ascoltami.  ~~  Ps 54:3-4.- Me ne vado attorno gemente, per le minacce del nemico e l'oppressione dell'iniquo.  ~~  Gloria  ~~  Esaudisci, o Signore, la mia prece; non disprezzare la mia supplica. Voltati verso di me, ed ascoltami.

ORATIO
Orémus.
Sacræ nobis, quæsumus, Dómine, observatiónis ieiúnia: et piæ conversationis augméntum, et tuæ propitiatiónis contínuum præstent auxílium. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, i digiuni di questo sacro tempo ci portino aumento della pietà, e costante aiuto della tua bontà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Exodi.
Exod 32:7-14
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Móysen, dicens: Descénde de monte: peccávit pópulus tuus, quem eduxísti de terra Ægýpti. Recessérunt cito de via, quam ostendísti eis: fecerúntque sibi vítulum conflátilem, et adoravérunt, atque immolántes ei hóstias, dixérunt: Isti sunt dii tui, Israël, qui te e duxérunt de terra Ægýpti. Rursúmque ait Dóminus ad Móysen: Cerno, quod pópulus iste duræ cervícis sit: dimítte me, ut irascátur furor meus contra eos, et déleam eos, faciámque te in gentem magnam. Móyses autem orábat Dóminum, Deum suum, dicens: Cur, Dómine, iráscitur furor tuus contra pópulum tuum, quem eduxísti de terra Ægýpti in fortitúdine magna et in manu robústa? Ne quæro dicant Ægýptii: Cállide edúxit eos, ut interfíceret in móntibus et deléret e terra: quiéscat ira tua, et esto placábilis super nequítia pópuli tui. Recordáre Abraham, Isaac et Israël, servórum tuórum, quibus iurásti per temetípsum, dicens: Multiplicábo semen vestrum sicut stellas coeli: et univérsam terram hanc, de qua locútus sum, dabo sémini vestro, et possidébitis eam semper. Placatúsque est Dóminus, ne fáceret malum, quod locútus fúerat advérsus pópulum suum.

In quei giorni il Signore disse a Mosè: « Va', scendi dal monte: il tuo popolo, che tu hai tratto dalla terra d'Egitto, si è guastato: si sono presto allontanati dalla via che tu hai loro mostrato; si sono fatti un vitello di getto, l'hanno adorato, e immolandogli vittime han detto: " Ecco, Israele, il tuo dio che ti ha tratto dalla terra di Egitto"». E il Signore disse ancora a Mosè: «Vedo bene che questo popolo è di testa dura; or lasciami fare, che il mio furore si accenda contro di loro e li stermini, e poi farò te capo di una grande nazione!». Ma Mosè supplicava il Signore Dio suo dicendo: «Perché, o Signore, s'accende la tua ira contro il popolo tuo, che bai tratto dalla terra d'Egitto con forza grande e mano possente? Perché direbbero gli Egiziani: "Li trasse fuori dolosamente per ucciderli sulle montagne, e sterminarli dalla faccia della terra". Si calmi, o Signore, il tuo sdegno; ritratta il male minacciato al tuo popolo. Ricordati di Abramo, di Isacco e di Israele, tuoi servi, ai quali giurasti per te stesso dicendo: "Moltiplicherò la vostra stirpe come le stelle del cielo; e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò alla vostra discendenza, e la possederete in perpetuo"». E il Signore si placò e non inflisse il castigo minacciato al suo popolo.

GRADUALE
Ps 43:26, 2
Exsúrge, Dómine, fer opem nobis: et líbera nos propter nomen tuum.
V. Deus, áuribus nostris audívimus: et patres nostri annuntiavérunt nobis opus, quod operátus es in diébus eórum et in diébus antíquis.

Levati su, o Signore, aiutaci; liberaci per amore del tuo nome.
V. O Dio, con le nostre orecchie l'abbiamo udito: i padri nostri ci tramandarono l'opera che tu facesti ai giorni loro, in antico.

EVANGELIUM
Sequéntia   sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioann 7:14-31
In illo témpore: Iam die festo mediánte, ascendit Iesus in templum, et docébat. Et mirabántur Iudaei, dicéntes: Quómodo hic lítteras scit, cum non didícerit? Respóndit eis Iesus et dixit: Mea doctrína non est mea, sed eius, qui misit me. Si quis volúerit voluntátem eius fácere, cognóscet de doctrína, utrum ex Deo sit, an ego a meípso loquar. Qui a semetípso lóquitur, glóriam própriam quærit. Qui autem quærit glóriam eius, qui misit eum, hic verax est, et iniustítia in illo non est. Nonne Móyses dedit vobis legem: et nemo ex vobis facit legem? quid me quaeritis interfícere ? Respóndit turba, et dixit: Dæmónium habes: quis te quærit interfícere ? Respóndit Iesus et dixit eis: Unum opus feci, et omnes mirámini. Proptérea Móyses dedit vobis circumcisiónem -non quia ex Móyse est, sed ex pátribus: - et in sábbato circumcíditis hóminem. Si circumcisiónem accipit homo in sábbato, ut non solvátur lex Móysi: mihi indignámini, quia totum hóminem sanum feci in sábbato? Nolíte iudicáre secúndum fáciem, sed iustum iudícium iudicáte. Dicébant ergo quidam ex Ierosólymis: Nonne hic est, quem quærunt interfícere ? Et ecce, palam lóquitur, et nihil ei dicunt. Numquid vere cognovérunt príncipes, quia hic est Christus? Sed hunc scimus, unde sit: Christus autem, cum vénerit, nemo scit, unde sit. Clamábat ergo Iesus in templo docens, et dicens: Et me scitis et, unde sim, scitis, et a meípso non veni, sed est verus, qui misit me, quem vos nescítis. Ego scio eum, quia ab ipso sum, et ipse me misit. Quærébant ergo eum apprehéndere: et nemo misit in illum manus, quia nondum vénerat hora eius. De turba autem multi credidérunt in eum.

In quel tempo: nel bel mezzo della festa Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. E i Giudei dicevano meravigliati: «Come sa di lettere senza averle mai studiate?». E Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di chi mi ha mandato. Chi vuol fare la volontà di Lui conoscerà se la dottrina sia da Dio o se parlo da me stesso. Chi parla di sua autorità cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di chi l'ha mandato, è verace, e non c'è in lui ingiustizia. Mosè non diede a voi la legge? Eppure nessuno di voi l'osserva. Perché cercate di uccidermi?». Rispose la gente: «Tu sei indemoniato; chi cerca di ucciderti?». E Gesù replicò: «Un'opera sola ho fatto e tutti ne siete meravigliati. Inoltre Mosè vi diede la circoncisione, non che essa venga da Mosè, ma bensì dai patriarchi: e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Se circoncidendo un uomo di sabato, la legge di Mosè non è violata, vi adirate contro di me perché di sabato ho guarito un uomo tutto intero? Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate con retto giudizio». Dicevano intanto alcuni di Gerusalemme: «Non è lui che cercan d'uccidere? Ed ecco, parla pubblicamente e non gli dicon nulla. Avrebbero forse i capi riconosciuto in lui il Cristo? Noi però sappiamo di dove è costui; ma il Cristo quando verrà, nessuno saprà donde sia». Allora Gesù, che insegnava nel tempio, disse ad alta voce: «Dunque conoscete me e conoscete donde sia; eppure io non sono venuto da me; ma Uno che è la stessa verità mi ha mandato, e voi non lo conoscete. Ma io lo conosco, perché sono da Lui ed egli mi ha mandato». Cercavano pertanto di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché non era ancora venuta l'ora sua. Però molti della folla credettero in lui.

OFFERTORIUM
Ps 39:2, 3, 4
Exspéctans exspectávi Dóminum, et respéxit me: et exaudívit deprecatiónem meam: et immísit in os meum cánticum novum, hymnum Deo nostro.

Intensamente ho sperato nel Signore: Egli verso di me si è rivolto ed ha ascoltato il mio grido. Egli ha posto sulle mie labbra, un nuovo canto di lode al Dio nostro.

SECRETA
Hæc hóstia, Dómine, quaesumus, emúndet nostra delicta: et, ad sacrifícium celebrándum, subditórum tibi córpora mentésque sanctíficet. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.. Amen.

Questa offerta, Signore, ci purifichi dai nostri peccati: e consacri il corpo e l'anima di noi tuoi servi, perché possiamo celebrare questo sacrificio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtù e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Ps 19:6
Lætábimur in salutári tuo: et in nómine Dómini, Dei nostri, magnificábimur.

Bramiamo cantare i tuoi trionfi, e nel nome del nostro Dio spiegate i vessilli.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Huius nos, Dómine, percéptio sacraménti mundet a crímine: et ad coeléstia regna perdúcat. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, il sacramento ora ricevuto ci purifichi dal peccato e ci porti al regno celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ORATIO SUPER POPULUM
Orémus.
V. Humiliáte cápita vestra Deo.
Miserére, Dómine, pópulo tuo: et contínuis tribulatiónibus laborántem, propítius respiráre concéde. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
V. Inchinatevi davanti a Dio.
O Signore, abbi pietà del tuo popolo e benigno concedigli un sollievo dalle continue tribolazioni, che lo travagliano. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.