In Italia la festa del Corpus Domini non
è più riconosciuta come festa civile e la sua celebrazione si fa in questa
domenica fra l'Ottava. «La maggior parte delle Chiese celebrano
oggi soltanto la solennità del Corpus Domini. La Messa che si canta in queste
Chiese è quella del giorno stesso della festa, con la commemorazione della
Domenica secondo l'uso ordinario. Al contrario, nei luoghi in cui la solennità
è stata celebrata il Giovedì, si dice la Messa di questa Domenica che è la
seconda dopo la Pentecoste» (da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e
dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba,
1959, p. 392-399) .
INTROITUS
Ps 80:17. - Cibávit eos
ex ádipe fruménti, allelúja: et de petra, melle saturávit eos, allelúja,
allelúja, allelúja. ~~ Ps
80:2 - Exsultáte Deo, adjutóri nostro: jubiláte Deo Jacob. ~~ Glória ~~
Cibávit eos ex ádipe fruménti, allelúja: et de petra, melle
saturávit eos, allelúja, allelúja, allelúja
Ps 80:17. - Li ha nutriti col fiore del
frumento, alleluia: e li ha saziati col miele scaturito dalla roccia, alleluia,
alleluia, alleluia. ~~ Ps 80:2 -
Esultate in Dio nostro aiuto: rallegratevi nel Dio di Giacobbe. ~~ Gloria ~~ Li ha
nutriti col fiore del frumento, alleluia: e li ha saziati col miele scaturito
dalla roccia, alleluia, alleluia, alleluia.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui
nobis sub Sacraménto mirábili passiónis tuæ memóriam reliquísti: tríbue,
quaesumus, ita nos Córporis et Sánguinis tui sacra mystéria venerári; ut
redemptiónis tuæ fructum in nobis júgiter sentiámus: Qui vivis et regnas cum
Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Dio, che
nell’ammirabile Sacramento ci lasciasti la memoria della tua Passione:
concedici, Te ne preghiamo, di venerare i sacri misteri del tuo Corpo e del tuo
Sangue così da sperimentare sempre in noi il frutto della tua redenzione: Tu
che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per
tutti i secoli dei secoli. Amen.
Oremus
Commemoratio
Dominicæ
Sancti nóminis
tui, Dómine, timórem páriter et amórem fac nos habére perpétuum: quia numquam
tua gubernatióne destítuis, quos in soliditáte tuæ dilectiónis instítuis. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Del tuo
santo Nome, o Signore, fa che nutriamo un perpetuo timore e un pari amore:
poiché non privi giammai del tuo aiuto quelli che stabilisci nella saldezza
della tua dilezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
LECTIO
Léctio
Epistolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corinthios
1 Cor
11:23-29
Fratres: Ego
enim accépi a Dómino quod et trádidí vobis, quóniam Dóminus Jesus, in qua nocte
tradebátur, accépit panem, et grátias agens fregit, et dixit: Accípite, et
manducáte: hoc est corpus meum, quod pro vobis tradétur: hoc fácite in meam
commemoratiónem. Simíliter ei cálicem, postquam cenávit, dicens: Hic calix
novum Testaméntum est in meo sánguine. Hoc fácite, quotiescúmque bibétis, in
meam commemoratiónem. Quotiescúmque enim manducábitis panem hunc et cálicem
bibétis, mortem Dómini annuntiábitis, donec véniat. Itaque quicúmque
manducáverit panem hunc vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis
et sánguinis Dómini. Probet autem seípsum homo: et sic de pane illo e dat et de
calice bibat. Qui enim mánducat et bibit indígne, judícium sibi mánducat et
bibit: non dijúdicans corpus Dómini.
Fratelli,
io, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore
Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso
grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo
in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice,
dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni
volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di
questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore
finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il
calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno,
pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice;
perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve
la propria condanna.
GRADUALE
Ps 144:15-16
Oculi ómnium
in te sperant, Dómine: et tu das illis escam in témpore opportúno,
V. Aperis tu
manum tuam: et imples omne animal benedictióne.
Gli occhi di
tutti sperano in Te, o Signore: e Tu concedi loro il cibo a tempo opportuno,
V. Apri la
tua mano: e colma ogni essere vivente della tua benedizione
ALLELUIA
Allelúja,
allelúja,
Joannes
6:56-57
Caro mea
vere est cibus, et sanguis meus vere est potus: qui mandúcat meam carnem et
bibit meum sánguinem, in me manet et ego in eo. Alleluja.
Alleluia,
alleluia,
La mia carne
è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda: chi mangia la mia carne
e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Alleluia.
SEQUENTIA
Lauda, Sion, Salvatórem,
lauda ducem et pastórem
in hymnis et cánticis.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudáre súfficis.
Laudis thema speciális,
panis vivus et vitális
hódie propónitur.
Quem in sacræ mensa cenæ
turbæ fratrum duodénæ
datum non ambígitur.
Sit laus plena, sit sonóra,
sit jucúnda, sit decóra
mentis jubilátio.
Dies enim sollémnis agitur,
in qua mensæ prima recólitur
hujus institútio.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis
Phase vetus términat.
Vetustátem nóvitas,
umbram fugat véritas,
noctem lux elíminat.
Quod in coena Christus gessit,
faciéndum hoc expréssit
in sui memóriam.
Docti sacris institútis,
panem, vinum in salútis
consecrámus hóstiam.
Dogma datur Christiánis,
quod in carnem transit panis
et vinum in sánguinem.
Quod non capis, quod non vides,
animosa fírmat fides,
præter rerum órdinem.
Sub divérsis speciébus,
signis tantum, et non rebus,
latent res exímiæ.
Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
sub utráque spécie.
A suménte non concísus,
non confráctus, non divísus:
ínteger accípitur.
Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consúmitur.
Sumunt boni, sumunt mali
sorte tamen inæquáli,
vitæ vel intéritus.
Mors est malis, vita bonis:
vide, paris sumptiónis
quam sit dispar éxitus.
Fracto demum sacraménto,
ne vacílles, sed meménto,
tantum esse sub fragménto,
quantum toto tégitur.
Nulla rei fit scissúra:
signi tantum fit fractúra:
qua nec status nec statúra
signáti minúitur.
Ecce panis Angelórum,
factus cibus viatórum:
vere panis filiórum,
non mitténdus cánibus.
In figúris præsignátur,
cum Isaac immolátur:
agnus paschæ deputátur:
datur manna pátribus.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserére:
tu nos pasce, nos tuére:
tu nos bona fac vidére
in terra vivéntium.
Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortáles:
tuos ibi commensáles,
coherédes et sodáles
fac sanctórum cívium.
Amen. Allelúja.
Loda, o Sion, il Salvatore,
loda il capo e il pastore,
con inni e cantici.
Quanto puoi, tanto inneggia:
ché è superiore a ogni lode,
né basta il lodarlo.
Il pane vivo e vitale
è il tema di lode speciale,
che oggi si propone.
Che nella mensa della sacra cena,
fu distribuito ai dodici fratelli,
è indubbio.
Sia lode piena, sia sonora,
sia giocondo e degno
il giubilo della mente.
Poiché si celebra il giorno solenne,
in cui in primis fu istituito
questo banchetto.
In questa mensa del nuovo Re,
la nuova Pasqua della nuova legge
estingue l’antica.
Il nuovo rito allontana l’antico,
la verità l’ombra,
la luce elimina la notte.
Ciò che Cristo fece nella cena,
ordinò che venisse fatto
in memoria di sé.
Istruiti dalle sacre leggi,
consacriamo nell’ostia di salvezza
il pane e il vino.
Ai Cristiani è dato il dogma:
che il pane si muta in carne,
e il vino in sangue.
Ciò che non capisci, ciò che non vedi,
lo afferma pronta la fede,
oltre l’ordine naturale.
Sotto specie diverse,
che son solo segni e non sostanze,
si celano realtà sublimi.
La carne è cibo, il sangue bevanda,
ma Cristo è intero
sotto l’una e l’altra specie.
Da chi lo assume, non viene tagliato,
spezzato, diviso:
ma preso integralmente.
Lo assuma uno, lo assumano in mille:
quanto riceve l’uno tanto gli altri:
né una volta ricevuto viene consumato.
Lo assumono i buoni e i cattivi:
ma con diversa sorte
di vita e di morte.
Pei cattivi è morte, pei buoni vita:
oh che diverso ésito
ha una stessa assunzione.
Spezzato poi il Sacramento,
non temere, ma ricorda
che tanto è nel frammento
quanto nel tutto.
Non v’è alcuna separazione:
solo un’apparente frattura,
né vengono diminuiti stato
e grandezza del simboleggiato.
Ecco il pane degli Angeli,
fatto cibo dei viandanti:
in vero il pane dei figli
non è da gettare ai cani.
Prefigurato
con l’immolazione di Isacco,
col sacrificio dell’Agnello Pasquale,
e con la manna donata ai padri.
Buon pastore, pane vero,
o Gesù, abbi pietà di noi:
Tu ci pasci, ci difendi:
fai a noi vedere il bene
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e tutto puoi:
che ci pasci, qui, mortali:
fa che siamo tuoi commensali,
coeredi e compagni dei santi del cielo.
Amen. Alleluia.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangéli
secúndum Joánnem.
Joann 6:56-59
In illo
témpore: Dixit Jesus turbis Judæórum: Caro mea vere est cibus et sanguis meus
vere est potus. Qui mandúcat meam carnem e bibit meum sánguinem, in me manet et
ego in illo. Sicu misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem: et qu
mandúcat me, et ipse vivet propter me. Hic est panis, qu de coelo descéndit.
Non sicu manducavérunt patres vestri manna, et mórtui sunt. Qu manducat hunc
panem, vivet in ætérnum.
In quel
tempo Gesù disse alle turbe dei Giudei: “Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e
io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è
il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e
morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Credo
OFFERTORIUM
Levit 21:6
Sacerdótes
Dómini incénsum it panes ófferunt Deo: et deo sancti erunt Deo suo, et non
pólluent nomen ejus, allelúja.
I sacerdoti
del Signore offrono incenso e pane a Dio: pertanto saranno santi per il loro
Dio e non profaneranno il suo nome, alleluia.
SECRETA
Ecclésiæ
tuæ, quaesumus, Dómine, unitátis et pacis propítius dona concéde: quæ sub
oblátis munéribus mýstice designántur. Per Dominum nostrum Jesum Christum,
Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
O Signore,
Te ne preghiamo, concedi propizio alla tua Chiesa i doni dell’unità e della
pace, che misticamente son figurati dalle oblazioni presentate. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Pro Dominica
Oblátio nos,
Dómine, tuo nómini dicánda puríficet: et de die in diem ad coeléstis vitæ
tránsferat actiónem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum
vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Ci
purifichi, O Signore, l’offerta da consacrarsi al Tuo nome: e di giorno in
giorno ci conduca alla pratica di una vita perfetta. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRÆFATIO
DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum
et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Quia per incarnáti Verbi
mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis infúlsit: ut, dum
visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo
cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia
coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes.
È veramente
degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti
rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché
mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo
raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso
veniamo rapiti all’amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli
Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito
celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine
COMMUNIO
1 Cor 11:26-27
Quotiescúmque
manducábitis panem hunc et cálicem bibétis, mortem Dómini annuntiábitis, donec
véniat: itaque quicúmque manducáverit panem vel bíberit calicem Dómini indígne,
reus erit córporis et sánguinis Dómini, allelúja.
Tutte le
volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte
del Signore, finché verrà: ma chiunque avrà mangiato il pane e bevuto il sangue
indegnamente sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore, alleluia.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Fac nos,
quæsumus, Dómine, divinitátis tuæ sempitérna fruitióne repléri: quam pretiósi
Corporis et Sanguinis tui temporalis percéptio præfigúrat: Qui vivis et regnas
cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula
saeculorum.Amen.
Preghiamo.
O Signore,
Te ne preghiamo, fa che possiamo godere del possesso eterno della tua divinità:
prefigurato dal tuo prezioso Corpo e Sangue che ora riceviamo: Tu che sei Dio,
e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen
Oremus
Pro Dominica
Sumptis
munéribus sacris, quaesumus, Dómine: ut cum frequentatióne mystérii, crescat
nostræ salútis efféctus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ricevuti, o
Signore, i sacri doni, Ti preghiamo: affinché, frequentando questi divini
misteri, cresca l’effetto della nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.