Dall’Enciclica “MiserentissimusRedemptor” di Pio XI:
Nella stessa maniera in cui
la consacrazione professa e conferma l’unione con Cristo, così l’espiazione,
purificando dalle colpe, incomincia l’unione stessa, e con la partecipazione
dei patimenti di Cristo la perfeziona, e con l’oblazione dei sacrifici a favore
dei fratelli la porta all’ultimo compimento. E tale appunto fu il disegno della
misericordia di Gesù quando, acceso della fiamma dell’amore, volle svelare a
noi il suo Cuore con i segni della sua passione, affinché noi, meditando da una
parte la malizia infinita del peccato e ammirando dall’altra la infinita carità
del Redentore, detestassimo più vivamente il peccato e più ardentemente
ricambiassimo l’amore. E in verità lo spirito di
espiazione o di riparazione ebbe sempre le prime e principali parti nel culto
con cui si onora il Cuore Sacratissimo di Gesù, ed è certo il più consono
all’origine, alla natura, all’efficacia, alle pratiche proprie di questa
particolare devozione, come è confermato dalla storia e dalla pratica, dalla
sacra liturgia e dagli atti dei Sommi Pontefici. Infatti, nel manifestarsi a
Margherita Maria, Cristo, mentre insisteva sull’immensità del proprio amore, al
tempo stesso, in atteggiamento addolorato, si lamentò dei tanti e tanto gravi
oltraggi a sé fatti dall’ingratitudine degli uomini, con queste parole, che
dovrebbero sempre essere colpite nel cuore delle anime buone né mai cancellarsi
dalla memoria: «Ecco - disse - quel Cuore che ha tanto amato
gli uomini e li ha ricolmati di tutti i benefici, ma in cambio del suo amore
infinito, anziché trovare gratitudine, incontrò invece dimenticanza,
indifferenza, oltraggi, e questi arrecatigli talora anche da anime a lui
obbligate con il più stretto debito di speciale amore». Perciò stabiliamo e ordiniamo che tutti gli
anni nella festa del Sacratissimo Cuore di Gesù - la quale in questa occasione
abbiamo voluto che si elevasse al grado di doppio di prima classe con l’ottava -
in tutte le chiese del mondo si faccia con la stessa formula, secondo
l’esemplare unito a questa Enciclica, una solenne ammenda al nostro amantissimo
Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire i violati diritti
di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo.
Gesù dolcissimo, il cui
immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio,
di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai Vostri altari
intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna
freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini
l’amantissimo vostro Cuore. Ricordevoli però che noi pure altre volte ci
macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo
anzitutto per noi la Vostra misericordia, pronti a riparare con volontaria
espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che
errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Voi come pastore
e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del
Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della Vostra legge. E mentre
intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di
ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e
dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime
innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate
contro Voi e i Vostri Santi, gli insulti lanciati contro il Vostro Vicario e
l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo
stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni
che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Voi fondata. Oh!
potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come
riparazione dell’onore divino conculcato, noi Vi presentiamo, accompagnandola
con le espiazioni della Vergine Vostra Madre, di tutti i Santi e delle anime
pie, quella soddisfazione che Voi stesso un giorno offriste sulla croce al
Padre e che ogni giorno rinnovate sugli altari: promettendo con tutto il cuore
di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della Vostra grazia, i
peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore
con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della
legge evangelica, specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le
nostre forze le ingiurie contro di Voi, e di attrarre quanti più potremo alla
Vostra sequela. Accogliete, Ve ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per
intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio
di riparazione, e conservateci fedelissimi nella Vostra obbedienza e nel Vostro
servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale
possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Voi col Padre e con lo
Spirito Santo vivete e regnate, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.