sabato 23 settembre 2017

Sabato delle Quattro Tempora di Settembre

La liturgia ricorda le due feste ebraiche dell'Espiazione e dei Tabernacoli che figuravano l'unico e vero Sacrificio d'Espiazione: il sacrificio che Cristo Pontefice eterno fece di se stesso al Padre sulla Croce in redenzione di molti. Perché questa redenzione si applichi a noi, dobbiamo avere dolore dei nostri peccati e ricorrere a Cristo che è l'unica fonte del perdono e della grazia di vera conversione.


INTROITUS
Ps 94:6-7.- Veníte, adorémus Deum et procidámus ante Dóminum, plorémus ante eum, qui fecit nos: quia ipse est Dóminus, Deus noster. ~~ Ps 94:1.- Veníte, exsultémus Dómino: iubilémus Deo, salutári nostro. ~~ Glória. ~~ Veníte, adorémus Deum et procidámus ante Dóminum, plorémus ante eum, qui fecit nos: quia ipse est Dóminus, Deus noster.

Ps 94:6-7.- Venite, adoriamo Iddio, prostriamoci davanti a Lui, pieghiamo il ginocchio innanzi al Signore, nostro Creatore, poiché Egli è il nostro Dio. ~~ Ps 94:1.- Venite, plaudiamo al Signore; acclamiamo a Dio nostro Salvatore. ~~  Gloria. ~~ Venite, adoriamo Iddio, prostriamoci davanti a Lui, pieghiamo il ginocchio innanzi al Signore, nostro Creatore, poiché Egli è il nostro Dio.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Omnípotens sempitérne Deus, qui per continéntiam salutárem corpóribus medéris et méntibus: maiestátem tuam súpplices exorámus; ut, pia ieiunántium deprecatióne placátus, et præséntia nobis subsídia tríbuas et futúra. Per Dominum nostrum. Amen.

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto dell'astinenza un rimedio salutare al corpo e all'anima, supplichiamo umilmente la tua maestà, che placato dalla devota preghiera di quelli che digiunano, ci conceda aiuti e per la vita presente e per la futura. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Lectio libri Levítici. 
Levit 23:26-32
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Móysen, dicens: Décimo die mensis huius séptimi, dies expiatiónum erit celebérrimus, et vocábitur sanctus: affligetísque ánimas vestras in eo, et offerétis holocáustum Dómino. Omne opus servíle non faciétis in témpore diéi huius: quia dies propitiatiónis est, ut propitiétur vobis Dóminus, Deus vester. Omnis ánima, quæ afflicta non fúerit die hac, períbit de pópulis suis: et quæ operis quídpiam fécerit, delébo eam de pópulo suo. Nihil ergo óperis faciétis in eo: legítimum sempitérnum erit vobis in cunctis generatiónibus et habitatiónibus vestris. Sábbatum requietiónis est, et affligétis ánimas vestras die nono mensis: a véspera usque ad vésperam celebrábitis sábbata vestra: dicit Dóminus omnípotens.

In quei giorni il Signore disse a Mosè: «Al dieci del settimo mese, sarà il giorno solennissimo delle espiazioni: sarà chiamato santo: in esso mortificherete le vostre persone e offrirete vittime fumanti al Signore. Non farete in quel giorno alcun lavoro servile, perché è un giorno di propiziazione, destinato a rendervi propizio il Signore Dio vostro. L'uomo che non si umilierà in quel giorno sarà reciso di mezzo al suo popolo, e chi avrà fatto qualche lavoro, lo cancellerò dal popolo suo. In quel giorno dunque non farete lavori; e questa sarà una legge perpetua per voi in tutte le vostre generazioni in tutti i paesi da voi abitati. Riposo completo è per voi; e mortificherete le vostre persone; il giorno nono del mese, da una sera all'altra, prenderete il vostro riposo», dice il Signore onnipotente.

GRADUALE
Ps 78:9; 78:10
Propítius esto, Dómine, peccátis nostris: ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eórum?
V. Adiuva nos, Deus, salutáris noster: et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos.

Perdona i nostri errori, Signore, perché le nazioni non dicano: «Dov'è il loro Dio?».
V. Aiutaci, o Dio della salvezza, e per la gloria del tuo nome, liberaci, Signore.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Da nobis, quaesumus, omnípotens Deus: ut, ieiunándo, tua grátia satiémur; et, abstinéndo, cunctis efficiámur hóstibus fortióres. Per Dominum. Amen

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Ti supplichiamo, o Dio onnipotente: fa' che digiunando siamo saziati dalla tua grazia, e che praticando l'astinenza diventiamo più forti di ogni nemico. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Lectio libri Levítici. 
Levit 23:39-43
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Móysen, dicens: A quintodécimo die mensis séptimi, quando congregavéritis omnes fructus terræ vestræ, celebrábitis ferias Dómini septem diébus: die primo et die octávo erit sábbatum, id est réquies. Sumetísque vobis die primo fructus arbóris pulchérrimæ, spatulásque palmárum, et ramos ligni densárum fróndium, et sálices de torrénte, et lætabímini coram Dómino, Deo vestro. Celebrabitísque sollemnitátem eius septem diébus per annum: legítimum sempitérnum erit in generatiónibus vestris. Mense séptimo festa celebrábitis, et habitábitis in umbráculis septem diébus. Omnis, qui de génere est Israël, manébit in tabernáculis: ut discant pósteri vestri, quod in tabernáculis habitáre fécerim fílios Israël, cum edúcerem eos de terra Ægýpti. Ego Dóminus, Deus vester.

In quei giorni il Signore parlò a Mosè cosi: «Il quindici del settimo mese, raccolti che abbiate i frutti della vostra terra. celebrerete per sette giorni la festa del Signore. Il primo e l'ottavo giorno è riposo assoluto. Nel primo giorno prendete i frutti dell'albero più bello, dei rami di palma frondosa , dei salici del torrente, e starete allegri dinanzi al Signore Dio vostro. Celebrerete questa solennità ogni anno per sette giorni: questa sarà una legge perpetua per le vostre generazioni. La celebrerete al settimo mese, e per sette giorni ogni uomo della stirpe di Israele abiterà in capanne, affinché i vostri posteri imparino che io ho fatto abitare sotto le tende i figli d'Israele, quando li trassi dalla terra d'Egitto. Io sono il Signore Dio vostro».

GRADUALE
Ps 83:10; 83:9
Protéctor noster, áspice, Deus, et réspice super servos tuos.
V. Dómine, Deus virtútum, exáudi preces servórum tuórum.

Vedi, O Dio, nostro scudo, guarda il volto dei tuoi servi.
V. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la preghiera dei tuoi servi.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Tuére, quaesumus, Dómine, fámiliam tuam: ut salútis ætérnæ remédia, quæ te inspiránte requírimus, te largiénte consequámur. Per Dominum. Amen.

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Difendi, o Signore, la tua famiglia; affinché i rimedi di eterna salvezza, per tua ispirazione cercati, siano per tua bontà. da noi conseguiti. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Lectio Michaeæ Prophétæ. 
Mich 7:14; 7:16; 7:18-20
Dómine, Deus noster, pasce pópulum tuum in virga tua, gregem hereditátis tuæ, habitántes solos in saltu, iuxta dies antiquos. Vidébunt gentes, et confundéntur super omni fortitúdine sua.Quis Deus similis tui, qui aufers iniquitatem, et transis peccatum reliquiárum hereditátis tuæ ? Non immíttet ultra furórem suum, quóniam volens misericórdiam est. Revertétur, et miserébitur nostri: depónet iniquitates nostras, et proiíciet in profúndum maris ómnia peccáta nostra. Dabis veritátem Iacob, misericórdiam Abraham: quæ iurásti patribus nostris a diébus antiquis: Dómine, Deus noster.

Signore Dio nostro, governa con la tua verga di pastore il popolo tuo, il gregge tuo proprio, che solitario abita nella foresta, come nei giorni antichi. Lo vedranno le genti, e saranno confuse con tutta la loro potenza. Chi, o Dio, è simile a te, che togli l'iniquità, e passi sopra il peccato dei resti del tuo popolo? Dio non sfogherà più il suo furore , perché è amante della misericordia. Si volgerà a noi, e avrà pietà: seppellirà le nostre iniquità, e getterà nel profondo del mare tutti i nostri peccati. Tu ti mostrerai verace a Giacobbe, misericordioso ad Abramo, come anticamente giurasti ai nostri padri: o Signore Dio nostro.

GRADUALE
Ps 89:13; 89:1
Convértere, Dómine, aliquántulum, et deprecáre super servos tuos.
V. Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne et progénie.

Volgiti, Signore, un momento e prova compassione dei tuoi servi.
V. Tu sei per noi un rifugio, o Signore, di età in età.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Præsta, quaesumus, Dómine, sic nos ab épulis abstinére carnálibus: ut a vítiis irruéntibus páriter ieiunémus. Per Dominum. Amen.

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
Concedi, o Signore; il digiuno nella carne ci ottenga di astenerci pure dai vizi che ci assediano. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Lectio Zacharíæ Prophétæ. 
Zach 8:14-19
In diébus illis: Factum est verbum Dómini ad me, dicens: Hæc dicit Dóminus exercítuum: Sicut cogitávi, ut afflígerem vos, cum ad iracúndiam provocássent patres vestri me, dicit Dóminus, et non sum misértus: sic convérsus cogitávi in diébus istis, ut benefáciam domui Iuda et Ierúsalem: nolíte timére. Hæc sunt ergo verba, quæ faciétis: Loquímini veritátem, unusquísque cum próximo suo: veritátem et iudícium pacis iudicáte in portis vestris. Et unusquísque malum contra amícum suum ne cogitétis in córdibus vestris: et iuraméntum mendax ne diligátis: ómnia enim hæc sunt, quæ odi, dicit Dóminus. Et factum est verbum Dómini exercítuum ad me, dicens: Hæc dicit Dóminus exercítuum: Ieiúnium quarti et ieiúnium quinti et ieiúnium séptimi et ieiúnium décimi erit dómui Iuda in gáudium et lætítiam et in sollemnitátes præcláras: veritátem tantum et pacem dilígite: dicit Dóminus exercítuum.

In quei giorni il Signore mi parlò dicendo: Così parla il Signore degli eserciti: «Come decisi di affliggervi, quando i vostri padri mi provocarono a sdegno - dice il Signore - e non ebbi compassione, così, volgendomi a voi in questi giorni ho deciso di far del bene alla casa di Giuda e a Gerusalemme: non temete. Queste però sono le cose che dovrete fare: dite la verità, ciascuno al suo prossimo; secondo verità e per la pace rendete giustizia alle vostre porte, e nessuno pensi nel suo cuore di far del male al suo amico; non amate i falsi giuramenti; perché queste sono tutte cose che io odio», dice il Signore. E il Signore degli eserciti mi parlò e disse ancora: «Queste cose dice il Signore degli eserciti: Il digiuno del quarto, il digiuno del quinto, il digiuno del settimo, il digiuno del decimo mese saranno cambiati per la casa di Giuda in giorni di gaudio, di letizia e di solennità insigne; solamente amate la verità e la pace». Così parla il Signore degli eserciti.

GRADUALE
Ps 140:2
Dirigátur orátio mea sicut incénsum in conspéctu tuo, Dómine.
V. Elevátio mánuum meárum sacrifícium vespertínum.

Si diriga, o Signore, la mia preghiera come incenso al tuo volto.
V. Il levarsi delle mie mani come sacrificio della sera.

ORATIO
Orémus.
V. Flectámus génua.
R. Leváte.
Ut nobis, Dómine, tríbuis sollémne tibi deférre ieiúnium: sic nobis, quaesumus, indulgéntiæ præsta subsídium. Per Dominum nostrum. Amen.

Preghiamo.
V. Flettiamo le ginocchia.
R. Alzatevi.
O Signore, come ci concedi di offrirti questo solenne digiuno, così, te ne preghiamo, donaci il soccorso della tua indulgenza. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Lectio Daniélis Prophétæ. 
Dan 3:47-51
In diebus illis: Angelus Dómini descéndit cum Azaría et sóciis eius in fornácem: et excússit flammam ignis de fornáce, et fecit médium fornácis quasi ventum roris flantem. Flamma autem effundebátur super fornácem cúbitis quadragínta novem: et erúpit, et incéndit, quos répperit iuxta fornácem de Chaldaeis, minístros regis, qui eam incendébant. Et non tétigit eos omníno ignis, neque contristavit, nec quidquam moléstia íntulit. Tunc hi tres quasi ex uno ore laudábant, et glorificábant, et benedicébant Deum in fornáce, dicéntes:

Allora, l'Angelo del Signore discese tra Azaria ed i suoi compagni nella fornace, ed allontanava da essi la fiamma del fuoco. Egli rese il centro della fornace come un luogo ove soffiasse un vento pieno di rugiada. La fiamma si alzava di quarantanove cubiti; divampò e arse i ministri del re, che erano intenti ad attizzare il fuoco. Il fuoco invece non toccò i tre giovami in modo alcuno, non fece loro alcun male, non li molestò affatto. Allora questi tre, come con una sola bocca, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace, dicendo:

HYMNUS.
Dan 3:52-53
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Et benedíctum nomen glóriæ tuæ, quod est sanctum. Et laudábile et gloriósum in saecula. Benedíctus es in templo sancto glóriæ tuæ. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Benedíctus es super thronum sanctum regni tui. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Benedíctus es super sceptrum divinitátis tuæ. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Benedíctus es, qui sedes super Chérubim, íntuens abýssos. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Benedíctus es, qui ámbulas super pennas ventórum et super undas maris. Et laudábilis et gloriósus in saecula. Benedícant te omnes Angeli et Sancti tui. Et laudent te et gloríficent in saecula. Benedícant te coeli, terra, mare, et ómnia quæ in eis sunt. Et laudent te et gloríficent in saecula. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. Et laudábili et glorióso in saecula. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper: et in saecula sæculórum. Amen. Et laudábili et glorióso in saecula. Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in saecula.

Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei padri nostri. Tu sei degno d 'eterna lode e gloria. Benedetto il tuo nome glorioso e santo , degno di esser lodato e sopra tutti esaltato per tutti i secoli. Tu sei benedetto nel tempio santo della tua gloria, sei degno di suprema lode e gloria nei secoli. Tu sei benedetto nel trono del tuo regno, sei degno di suprema lode ed esaltazione nei secoli. Tu sei benedetto per lo scettro della tua divinità. E degno di lode e glorioso nei secoli. Sei benedetto tu , che scruti gli abissi e stai assiso sopra i Cherubini, sei degno di lode e di eterna esaltazione. Benedetto sei tu, che voli sulle ali dei venti e sulle onde del mare. E degno di essere lodato e glorificato in eterno. Ti benedicano tutti gli Angeli e Santi tuoi. E ti lodino e glorifichino in eterno. Ti benedicano i cieli, la terra, il mare e tutto quello che in essi si trova. E ti lodino e glorifichino in eterno. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo: a Colui che è degno di lode e di gloria in eterno. Come era nel principio, ora, e sempre nei secoli dei secoli. Amen. A Colui che è degno di lode e di gloria in eterno. Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei padri nostri. E degno di essere lodato e glorificato in eterno.

ORATIO
Orémus.
Deus, qui tribus púeris mitigásti flammas ignium: concéde propítius; ut nos fámulos tuos non exúrat flamma vitiórum. Per Dominum nostrum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai rese innocue per i tre giovani le fiamme ardenti, benigno concedi che non veniam bruciati dal fuoco delle nostre passioni. Per il nostro Signore. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Hebraeos. 
Hebr 9:2-12
Fratres: Tabernáculum factum est primum, in quo erant candelábra, et mensa, et proposítio panum, quæ dícitur Sancta. Post velaméntum autem secúndum, tabernáculum, quod dícitur Sancta sanctórum: áureum habens thuríbulum, et arcam testaménti circumtéctam ex omni parte auro, in qua urna áurea habens manna, et virga Aaron, quæ frondúerat, et tábulæ testaménti, supérque eam erant Chérubim glóriæ obumbrántia propitiatórium: de quibus non est modo dicendum per singula. His vero ita compósitis; in priori quidem tabernaculo semper introíbant sacerdótes, sacrificiórum offícia consummántes: in secundo autem semel in anno solus póntifex, non sine sánguine, quem offert pro sua et pópuli ignorántia: hoc significánte Spíritu Sancto, nondum propalátam esse sanctórum viam, adhuc prióre tabernaculo habénte statum. Quae parábola est témporis instántis: iuxta quam múnera et hóstiæ offerúntur, quæ non possunt iuxta consciéntiam perféctum fácere serviéntem, solummodo in cibis, et in pótibus, et váriis baptismátibus, et iustítiis carnis usque ad tempus correctiónis impósitis. Christus autem assístens póntifex futurórum bonórum, per ámplius et perféctius tabernáculum non manufáctum, id est, non huius creatiónis; neque per sánguinem hircórum aut vitulórum, sed per próprium sánguinem introívit semel in Sancta, ætérna redemptióne invénta.

Fratelli: si costruì il tabernacolo. Nella parte anteriore erano i candelieri, la mensa e i pani offerti; e questa parte è detta il «Santo»; e dietro un secondo velo vi era il tabernacolo, detto il «Santo dei Santi», che conteneva il turibolo d'oro, l'arca dell'alleanza, tutta ricoperta d'oro, in cui era l'urna d'oro contenente la manna, la verga d'Aronne, che era fiorita, e le tavole dell'alleanza. Stavano sopra l'arca i Cherubini della gloria, che facevan ombra al propiziatorio, ma di queste cose non possiamo parlare ora minuziosamente. Or essendo così disposte le cose, i sacerdoti potevano sempre entrare nella prima parte del tabernacolo per celebrarvi gli atti del culto; nella seconda parte invece poteva entrare il solo Sommo Sacerdote una volta all'anno, portando il sangue offerto per gli errori suoi e del popolo. Con ciò voleva lo Spirito Santo significare non essere ancora aperta la via al Santo dei Santi, finché sussisteva il tabernacolo anteriore che era l'immagine di questo tempo; in quello, infatti, si offrono doni e sacrifici che non possono rendere spiritualmente perfetto il sacrificante, consistendo soltanto in cibi, e bevande e diverse abluzioni e cerimonie carnali, imposte fino al tempo della riforma. Ma Cristo, venuto come pontefice dei beni futuri, attraversando un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo: non col sangue dei capri e dei vitelli, ma col proprio sangue entrò una volta per sempre nel Santuario, dando così una redenzione eterna.

GRADUALE
Ps 116:1-2
Laudáte Dóminum, omnes gentes: et collaudáte eum, omnes pópuli.
V. Quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius: et véritas Dómini manet in ætérnum.

Popoli tutti, lodate il Signore, esaltatelo, O genti!
V. È forte il suo amore per noi, la verità del Signore è per sempre.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam. 
Luc 13:6-17
In illo témpore: Dicébat Iesus turbis hanc similitúdinem: Arbórem fici habébat quidam plantátam in vínea sua, et venit quærens fructum in illa, et non invénit. Dixit autem ad cultórem víneæ: Ecce, anni tres sunt, ex quo vénio quærens fructum in ficúlnea hac, et non invénio: succíde ergo illam: ut quid etiam terram occupat? At ille respóndens, dicit illi: Dómine, dimítte illam et hoc anno, usque dum fódiam circa illam et mittam stércora: et si quidem fécerit fructum: sin autem, in futúrum succídes eam. Erat autem docens in synagóga eórum sábbatis. Et ecce múlier, quæ habebat spíritum infirmitátis annis decem et octo: et erat inclináta, nec omníno poterat sursum respícere. Quam cum vidéret Iesus, vocávit eam ad se, et ait illi: Múlier, dimíssa es ab infirmitáte tua. Et impósuit illi manus, et conféstim erécta est, et glorificábat Deum. Respóndens autem archisynagógus, indígnans quia sábbato curásset Iesus, dicébat turbæ: Sex dies sunt, in quibus opórtet operári: in his ergo veníte, et curámini, et non in die sábbati. Respóndens autem ad illum Dóminus, dixit: Hypócritæ, unusquísque vestrum sábbato non solvit bovem suum aut ásinum a præsépio, et ducit adaquáre? Hanc autem fíliam Abrahæ, quam alligávit sátanas, ecce decem et octo annis, non opórtuit solvi a vínculo isto die sábbati? Et cum hæc díceret, erubescébant omnes adversárii eius: et omnis pópulus gaudébat in univérsis, quæ glorióse fiébant ab eo.

In quel tempo Gesù disse questa parabola: «Un uomo aveva un albero di fico piantato nella sua vigna, e andò per cercarvi frutto e non ne trovò. Allora disse al vignaiuolo: “Ecco, da tre anni vengo a cercar frutto da questo fico e non ne trovo: taglialo: a che occupa inutilmente terreno?". Ma quegli gli rispose: "Signore, lascialo ancora quest'anno, finché abbia scalzata la terra e vi abbia messo del concime: e se darà frutto, bene: se no, allora lo farai tagliare”». Era di sabato mentre stava ammaestrando in una sinagoga, ed ecco una donna, che da diciotto anni era inferma e così rattrappita da non poter punto guardar in su. Gesù, vistala, la chiamò a sé, e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». E pose le mani su lei e in quell'atto si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato che Gesù l'avesse guarita di sabato prese a dire al popolo: «Ci sono sei giorni per lavorare, in quelli dunque e non di sabato venite a farvi guarire». Ma il Signore riprese dicendo: «Ipocriti, ognuno di voi non scioglie di sabato il suo bue o asino dalla mangiatoia, e lo conduce a bere? E questa figliuola d'Abramo, tenuta già legata da satana per diciotto anni, non doveva esser sciolta da questo legame in giorno di sabato?». E mentre diceva queste cose arrossivano tutti i suoi avversari: e tutto il popolo godeva di tutte le opere gloriose che si facevano da lui.

OFFERTORIUM
Ps 87:2-3
Dómine, Deus salútis meæ, in die clamávi et nocte coram te: intret orátio mea in conspéctu tuo, Dómine.

Signore Dio della mia salvezza, giorno e notte io gemo innanzi a te; giunga fino al tuo cospetto la mia preghiera, o Signore.

SECRETA
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut oculis tuæ maiestátis munus oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Dominum nostrum. Amen.

Il dono offerto alla tua maestà, o Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di un culto perfetto e il frutto di un'eternità beata. Per il nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Levit 23:41; 23:43
Mense séptimo festa celebrábitis, cum in tabernáculis habitáre fécerim fílios Israël, cum edúcerem eos de terra Ægýpti, ego Dóminus, Deus vester.

Il settimo mese celebrerete delle feste, in ricordo della dimora sotto le tende dei figli di Israele, allorquando li trassi dalla terra d'Egitto, io il Signore Dio vostro.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Perfíciant in nobis, Dómine, quaesumus, tua sacraménta quod cóntinent: ut, quæ nunc spécie gérimus, rerum veritáte capiámus. Per Dominum. Amen.

Preghiamo.
I tuoi sacramenti, o Signore, producano in noi quel che contengono; affinché conseguiamo realmente ciò che ora simbolicamente facciamo. Per il nostro Signore. Amen.