«Con la Nostra apostolica autorità istituiamo la festa di nostro Signore Gesù Cristo Re, stabilendo che sia celebrata in tutte le parti della terra l'ultima domenica di ottobre, cioè la domenica precedente la festa di tutti i Santi. Similmente ordiniamo che in questo medesimo giorno, ogni anno, si rinnovi la consacrazione di tutto il genere umano al Cuore santissimo di Gesù [...] Ci sembrò poi più d’ogni altra opportuna a questa celebrazione l’ultima domenica del mese di ottobre, nella quale si chiude quasi l’anno liturgico, così infatti avverrà che i misteri della vita di Gesù Cristo, commemorati nel corso dell’anno, terminino e quasi ricevano coronamento da questa solennità di Cristo Re, e prima che si celebri e si esalti la gloria di Colui che trionfa in tutti i Santi e in tutti gli eletti. [...] Col tributare questi onori alla dignità regia di nostro Signore, si richiamerà necessariamente al pensiero di tutti che la Chiesa, essendo stata stabilita da Cristo come società perfetta, richiede per proprio diritto, a cui non può rinunziare, piena libertà e indipendenza dal potere civile, e che essa, nell’esercizio del suo divino ministero di insegnare, reggere e condurre alla felicità eterna tutti coloro che appartengono al Regno di Cristo, non può dipendere dall’altrui arbitrio. Di più, la società civile deve concedere simile libertà a quegli ordini e sodalizi religiosi d’ambo i sessi, i quali, essendo di validissimo aiuto alla Chiesa e ai suoi pastori, cooperano grandemente all’estensione e all’incremento del regno di Cristo, sia perché con la professione dei tre voti combattono la triplice concupiscenza del mondo, sia perché con la pratica di una vita di maggior perfezione, fanno sì che quella santità, che il divino Fondatore volle fosse una delle note della vera Chiesa, risplenda di giorno in giorno vieppiù innanzi agli occhi di tutti. La celebrazione di questa festa, che si rinnova ogni anno, sarà anche d’ammonimento per le nazioni che il dovere di venerare pubblicamente Cristo e di prestargli obbedienza riguarda non solo i privati, ma anche i magistrati e i governanti: li richiamerà al pensiero del giudizio finale, nel quale Cristo, scacciato dalla società o anche solo ignorato e disprezzato, vendicherà acerbamente le tante ingiurie ricevute, richiedendo la sua regale dignità che la società intera si uniformi ai divini comandamenti e ai principî cristiani, sia nello stabilire le leggi, sia nell'amministrare la giustizia, sia finalmente nell'informare l'animo dei giovani alla santa dottrina e alla santità dei costumi. Inoltre non è a dire quanta forza e virtù potranno i fedeli attingere dalla meditazione di coteste cose, allo scopo di modellare il loro animo alla vera regola della vita cristiana. Poiché se a Cristo Signore è stata data ogni potestà in cielo e in terra; se tutti gli uomini redenti con il Sangue suo prezioso sono soggetti per un nuovo titolo alla sua autorità; se, infine, questa potestà abbraccia tutta l'umana natura, chiaramente si comprende, che nessuna delle nostre facoltà si sottrae a tanto impero». (Pio XI, Quas Primas, 11 dicembre 1925)
INTROITUS
Apoc 5:12;
1:6.- L’Agnello che è stato ucciso è degno di ricevere la potenza,
la divinità, la sapienza, la fortezza e l’onore. A Lui la gloria e il
potere nei secoli dei secoli. ~~ Ps
71:1.- O Dio, dà il tuo potere al Re: e la tua giustizia al tuo Figlio
regale. ~~ Gloria ~~ L’Agnello
che è stato ucciso è degno di ricevere la potenza, la divinità, la sapienza, la
fortezza e l’onore. A Lui la gloria e il potere
nei secoli dei secoli.
Gloria
ORATIO
Preghiamo.
LECTIO
Fratelli:
Rendiamo grazie a Dio Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte
dei santi nella luce, che ci ha strappati dalla potestà delle tenebre e ci ha
trasportati nel regno del dilettissimo Figlio suo in cui abbiamo redenzione,
mediante il sangue di Lui, e remissione dei peccati. Egli è l’immagine del Dio
invisibile, il primogenito di ogni creatura, poiché in Lui sono state
fatte tutte le cose nel cielo e nella terra, le visibili e le invisibili, sia i
troni, sia le dominazioni, sia i principati, sia le potestà; tutte le cose sono
state create per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutto, e tutte le cose
sussistono in Lui. Ed Egli è il capo del corpo della Chiesa: Egli è il
principio, il primo a rinascere di tra i morti, onde abbia il primato in tutte
le cose. Poiché fu beneplacito del Padre che in Lui abitasse ogni pienezza, e
che per mezzo di Lui e per Lui fossero seco riconciliate tutte le cose,
pacificando, mediante il sangue della sua croce, le cose della terra e le cose
del cielo, nel Cristo Gesù nostro Signore.
GRADUALE
Egli
dominerà da un mare all’altro, e dal fiume fino alle estremità della terra.
ALLELUIA
Alleluia, alleluia.
EVANGELIUM
In quel
tempo: Pilato disse a Gesù: Sei tu il Re dei Giudei? Gesù gli
rispose: Lo dici da te, o altri te l’hanno detto di me? Rispose Pilato: Sono
forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani.
Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se
fosse di questo mondo, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi
dato in potere ai Giudei: dunque il mio regno non è di quaggiù. Allora
Pilato gli disse: Dunque tu sei Re? Rispose Gesù: È come dici, io sono re.
Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza
alla verità. Chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce.
Credo
OFFERTORIUM
Chiedimi, e
ti darò in possesso le genti, e in tuo dominio i confini della terra.
SECRETA
Ti offriamo,
o Signore, la vittima dell’umana riconciliazione; Tu fa, Te ne preghiamo, che
Colui stesso che offriamo col presente sacrificio conceda a tutti i popoli i
doni dell’unità e della pace: Gesù Cristo tuo Figlio e Signore
nostro. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRÆFATIO
DE CHRISTO REGE
Vere dignum
et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui unigénitum Fílium tuum,
Dóminum nostrum Jesum Christum, Sacerdótem ætérnum et universórum Regem, óleo
exsultatiónis unxísti: ut, seípsum in ara crucis hóstiam immaculátam et
pacíficam ófferens, redemptiónis humánæ sacraménta perágeret: et suo subjéctis
império ómnibus creatúris, ætérnum et universále regnum, imménsæ tuæ tráderet
Majestáti. Regnum veritátis et vitæ: regnum sanctitátis et grátiæ: regnum
justítiæ, amóris et pacis. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et
Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ
cánimus, sine fine dicéntes
È veramente
degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti
rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che il tuo
Figlio unigenito, Gesù Cristo nostro Signore, hai consacrato con
l’olio dell’esultanza: Sacerdote eterno e Re dell’universo: affinché,
offrendosi egli stesso sull’altare della croce, vittima immacolata
e pacifica, compisse il mistero dell’umana redenzione; e, assoggettate al
suo dominio tutte le creature, consegnasse all’immensa tua Maestà un Regno
eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace. E perciò con gli Angeli e gli
Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito
celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine
COMMUNIO
Sedébit
Dóminus Rex in ætérnum: Dóminus benedícet pópulo suo in pace.
Il Signore
siede Re in eterno: il Signore benedice il suo popolo con la pace.
POSTCOMMUNIO
Preghiamo.
Ricevuto
questo alimento d’immortalità, Ti preghiamo, o Signore, affinché quanti ci
gloriamo di combattere sotto le insegne del Cristo Re, possiamo regnare per
sempre nella celeste dimora con Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità
con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.