martedì 27 febbraio 2018

Martedì della Seconda Settimana di Quaresima - Stazione a Santa Balbina

Cercare il Volto del Signore è l'invito della Chiesa Romana all'inizio della Messa di oggi: Esso ci si mostra nel povero, nell'affamato, nel malato. Quindi l'insegnamento di oggi è che il cristiano deve amare e servire il suo prossimo e coltivare l'umiltà sapendo che solo l'umiltà che abbatte la superbia ci merita l'esaltazione. 


INTROITUS
Ps 26:8; 26:9.- Tibi dixit cor meum, quæsívi vultum tuum. vultum tuum, Dómine, requíram: ne avértas fáciem tuam a me.  ~~  Ps 26:1. - Dóminus illuminátio mea, et salus mea: quem timébo?  ~~  Glória  ~~  Tibi dixit cor meum, quæsívi vultum tuum. vultum tuum, Dómine, requíram: ne avértas fáciem tuam a me.

Ps 26:8; 26:9.- Di te ha detto il mio cuore: Cercate il mio Volto. Il tuo volto, Signore, io cerco, da me non tenerlo lontano.  ~~  Ps 26:1. - Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?  ~~  Gloria  ~~  Di te ha detto il mio cuore: Cercate il mio Volto. Il tuo volto, Signore, io cerco, da me non tenerlo lontano.

ORATIO
Orémus.
Pérfice, quaesumus, Dómine, benignus in nobis observántiæ sanctæ subsídium: ut, quæ te auctóre faciénda cognóvimus, te operánte impleámus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.Amen.

Preghiamo.
Degnati, o Signore, di continuarci l'aiuto della santa osservanza quaresimale; affinché, per tua grazia, possiamo compiere quanto abbiamo appreso doversi fare sul tuo esempio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
3 Reg 17:8-16
In diébus illis: Factus est sermo Dómini ad Elíam Thesbíten, dicens: Surge et vade in Saréphta Sidoniórum, et manébis ibi: præcépi enim ibi mulíeri víduæ, ut pascat te. Surréxit et ábiit in Saréphta. Cumque venísset ad portam civitátis, appáruit ei múlier vídua cólligens ligna, et vocávit eam, dixítque ei: Da mihi páululum aquæ in vase, ut bibam. Cumque illa pérgeret, ut afférret, clamávit post tergum eius, dicens: Affer mihi, óbsecro, et buccéllam panis in manu tua. Quæ respóndit: Vivit Dóminus, Deus tuus, quia non habeo panem, nisi quantum pugíllus cápere potest farínæ in hýdria, et páululum ólei in lécytho: en, collige duo ligna, ut ingrédiar, et fáciam illum mihi et fílio meo, ut comedámus et moriámur. Ad quam Elías ait: Noli timére, sed vade, et fac, sicut dixísti: verúmtamen mihi primum fac de ipsa farínula subcinerícium panem párvulum, et affer ad me: tibi autem et fílio tuo fácies póstea. Hæc autem dicit Dóminus, Deus Israël: Hýdria farínæ non defíciet, nec lécythus ólei minuétur, usque ad diem, in qua Dóminus datúrus est plúviam super fáciem terræ. Quæ ábiit, et fecit iuxta verbum Elíæ: et comédit ipse et illa et domus eius: et ex illa die hýdria farínæ non defécit, et lécythus ólei non est imminútus, iuxta verbum Dómini, quod locútus fúerat in manu Elíæ.

In quei giorni ad Elia Tesbite fu diretta la parola del Signore con queste parole: «Levati e va a Sarepta dei Sidoni, ove dimorerai. Ecco! ho colà ordinato ad una vedova di nutrirti». Elia si levò e andò a Sarepta. Giunto alla porta della città, vistasi dinanzi una donna vedova che raccoglieva legna, la chiamò e le disse: «Di grazia, dammi in un vaso un po' d'acqua per bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò dietro e disse: «Portami, ti prego, nelle tue mani anche un tozzo di pane». Essa rispose: «Viva il Signore Dio tuo! Io non ho pane, ma soltanto un po' di farina in un'anfora, quanta ne può entrare in una mano, e un po' d'olio in un vaso ed ecco stavo raccattando un po' di legna per andare a cuocere quella roba a me e al mio figlio, mangiarcela e poi morire». Elia le disse: «Non temere: va' a fare quello che hai detto; ma prima, con quel po' di farina, fa' per me un piccolo pane cotto sotto la cenere, e portamelo, e poi lo farai per te e pel tuo figlio ; perché il Signore, Dio d'Israele dice cosi: “L'anfora della farina non si esaurirà, il vaso dell’olio non calerà fino al giorno in cui il Signore manderà pioggia sulla terra"». Essa andò a fare come le aveva detto Elia, e mangiò lui, lei e il figlio di lei. E da quel giorno l'anfora della farina non rimase mai vuota, il vaso dell'olio non calò, secondo la parola che il Signore aveva detta per mezzo di Elia.

GRADUALE
Ps 54:23; 54:17; 54:18; 54:19
Iacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet.
V. Dum clamárem ad Dóminum, exaudívit vocem meam ab his, qui appropínquant mihi.

Getta nel Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà.
V. Io ho invocato il Signore, ed egli ha ascoltato la mia voce, mi ha liberato dagli assalitori.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 23:1-12
In illo témpore: Locútus est Iesus ad turbas et ad discípulos suos, dicens: Super cáthedram Moysi sedérunt scribæ et pharisaei. Omnia ergo, quæcúmque díxerint vobis, serváte et fácite: secúndum ópera vero eórum nolíte fácere: dicunt enim, et non fáciunt. Alligant enim ónera grávia et importabília, et impónunt in húmeros hóminum: dígito autem suo nolunt ea movére. Omnia vero ópera sua fáciunt, ut videántur ab homínibus: dilátant enim phylactéria sua, et magníficant fímbrias. Amant autem primos recúbitus in cenis, et primas cáthedras in synagógis, et salutatiónes in foro, et vocári ab homínibus Rabbi. Vos autem nolíte vocári Rabbi: unus est enim Magíster vester, omnes autem vos fratres estis. Et patrem nolíte vocáre vobis super terram, unus est enim Pater vester, qui in coelis est. Nec vocémini magístri: quia Magíster vester unus est, Christus. Qui maior est vestrum, erit miníster vester. Qui autem se exaltáverit, humiliábitur: et qui se humiliáverit, exaltábitur.

In quel tempo: Gesù volgendosi alle turbe e ai discepoli, disse: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli Scribi e i Farisei. Osservate e fate adunque tutto ciò che vi diranno; ma non fate come essi operano, ché dicono e non fanno. Difatti, legan pesi grandi e insopportabili e ne carican le spalle della gente; ma essi non li vogliono neppure muovere con un dito. Fanno poi tutte le loro opere per essere veduti: perciò portan più larghe le filatterie, più lunghe le frange; e amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe ed i saluti nelle piazze ed essere dalla gente chiamati maestri. Ma voi non vogliate essere chiamati maestri; perché uno solo è il vostro Maestro, voi siete tutti fratelli. Né chiamate alcuno padre sulla terra; perché uno solo è il vostro Padre, quello celeste. Né fatevi chiamar guide; perché l'unica vostra guida è il Cristo. Chi è maggiore tra di voi, sarà vostro ministro. Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato».

OFFERTORIUM
Ps 50:3.
Miserére mei, Dómine, secúndum magnam misericórdiam tuam: dele, Dómine, iniquitátem meam.

Pietà di me, Signore, per la tua grande misericordia; cancella, o Signore, ogni mia iniquità.

SECRETA
Sanctificatiónem tuam nobis, Dómine, his mystériis operáre placátus: quæ nos et a terrénis purget vítiis, et ad coeléstia dona perdúcat. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, opera in noi la tua santificazione, placato da questi misteri, affinché, purificati dai vizi terreni perveniamo ai doni celesti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtù e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Ps 9:2-3
Narrábo ómnia mirabília tua: lætábor, et exsultábo in te: psallam nómini tuo, Altíssime.

Canterò le tue meraviglie; mi rallegrerò ed esulterò in te: darò gloria al tuo Nome, o Altissimo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Ut sacris, Dómine, reddámur digni munéribus: fac nos tuis, quaesumus, semper oboedíre mandátis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, perché siamo fatti degni dei tuoi sacri doni, fa' che obbediamo sempre ai tuoi precetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ORATIO SUPER POPULUM
Orémus.
V. Humiliáte cápita vestra Deo.
Propitiáre, Dómine, supplicatiónibus nostris, et animárum nostrárum medére languóribus: ut, remissióne percépta, in tua semper benedictióne lætámur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
V. Inchinatevi davanti a Dio.

O Signore, sii propizio alle nostre suppliche, e guarisci i mali delle nostre anime; affinché, ottenuto il perdono, abbiamo sempre la gioia della tua benedizione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.