La Via Crucis rappresenta il viaggio
doloroso di Gesù Cristo, allorquando andò colla croce sulle spalle a morire sul
Calvario per amor nostro; onde questa devozione deve praticarsi con tutta la
tenerezza, pensando di andare accompagnando il Salvatore con le lacrime nostre
per compatirlo e ringraziarlo. La Santa Madre Chiesa ha misericordiosamente
arricchita questa piissima pratica di molte sante indulgenze. Anzitutto, per
volere di Benedetto XIV, «chiunque mediterà la Passione del Signore in questo
santo esercizio» può lucrare «le stesse indulgenze che acquisterebbe se
visitasse personalmente le stazioni della Via Crucis di Gerusalemme» (Decr. 3
aprile 1731). Il 20 ottobre 1931 Pio XI poi ha regolamentato le indulgenze
lucrabili da coloro che compiono il pio esercizio, sia da soli sia con altri:
1. un’indulgenza plenaria “toties quoties” si compia la pia
pratica;
2. un’altra indulgenza plenaria se il
giorno stesso in cui si è compiuta la pia pratica, o in un altro giorno del
mese, si assista alla Sacra Sinassi;
3. un’indulgenza parziale di dieci anni
per ogni singola stazione se la Via Crucis non si concludesse a causa di un
ragionevole motivo;
4. un’indulgenza plenaria, a norma dei
decreti dell’8 agosto 1859 e del 25 marzo 1931, a coloro che, non potendo
prender parte alla Via Crucis, per legittimo impedimento o per malattia,
reciteranno davanti ad un Crocefisso all’uopo benedetto 20 Pater, Ave, Gloria;
5. un’indulgenza parziale di dieci anni
dieci quarantene per ogni Pater, Ave, Gloria della ventina di cui sopra;
6. un’indulgenza plenaria a coloro che, a
causa della malattia, meditino sul Crocifisso all’uopo benedetto pur senza
recitare i 20 Pater, Ave, Gloria.
VIA
CRUCIS
con
le meditazioni di san Leonardo da Porto Maurizio
✠ In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.
Oremus
Actiones nostras, quaesumus Domine
aspirando preveni, et adjuvando prosequere, ut cuncta nostra oratio et
operatio, a te sempre incipiat, et per te coepta finiatur. Per Christum Dominum
nostrum. Amen
Atto di contrizione da farsi prima di
cominciare il Santo Esercizio.
Clementissimo mio Gesù, infinitamente
buono e misericordioso, eccomi prostrato ai Vostri santissimi piedi tutto
dolente e compunto per aver tante volte offeso Voi, mio sommo Bene. Deh, Gesù
mio amabilissimo, compungetemi il cuore, ed in riflettere alle Vostre pene,
fatemi struggere in lagrime di compunzione, mentre risolutissimo di mutar vita,
vi offerisco questo santo viaggio in onore di quel dolorosissimo che Voi
faceste per me, indegno peccatore. Io intendo di ricevere le sante Indulgenze
concedute dai sommi Pontefici, applicandone una per me e le altre per le Anime
più bisognose del Purgatorio: siccome intendo altresì di pregare secondo tutti
quei fini e motivi per i quali fu conceduto un sì gran tesoro, supplico a Voi
umilmente a far sì che mi sia giovevole per ottenere la misericordia in questa
vita e la gloria eterna nell’altra. Amen.
Prima Stazione - Gesù
è condannato a morte
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus
tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti
mundum.
In questa prima Stazione si rappresenta
la casa ed il pretorio di Pilato, governatore della Giudea, dove il nostro
amabilissimo buon Gesù ricevé l’iniqua sentenza di morte.
Considera l’amabile sommissione
dell’innocente Gesù in ricevere una sì ingiusta sentenza, e sappi che i tuoi
peccati furono i falsi testimoni che la sottoscrissero; le tue bestemmie e le
mormorazioni, i tuoi discorsi osceni indussero l’iniquo giudice a proferirla.
Se così è, rivolgiti verso l’amoroso tuo Dio, colle lagrime del cuore davver
contrito, più che colle parole della vil lingua, digli così: Ahimè! Gesù caro,
che amore svisceratissimo è mai il Vostro!? Dunque per una creatura sì indegna
soffrir prigione, catene, flagelli, fino ad essere sentenziato a sì vituperosa
morte! Ah, che tanto basta per ferirmi il cuore e farmi detestare tanti
trascorsi di lingua che ne furono la cagione! Sì che li abbomino e li piango
amaramente; e per tutta questa strada dolorosa andrò piangendo, giammai con
finte lagrime, ma verrò a Voi replicando: Gesù mio, Gesù mio, misericordia.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Stabat Mater dolorosa,
juxta Crucem lacrimosa,
dum pendebat Filium.
Seconda Stazione - Gesù
è caricato della croce
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus
tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti
mundum.
Questa seconda Stazione ci rappresenta il
luogo dove l’amantissimo nostro Gesù fu caricato del pesantissimo legno della
croce.
Considera come il benignissimo Gesù si
abbraccia colla santa Croce, ed oh! con qual mansuetudine soffre le ingiuste
percosse e gli insulti di quelle scellerate turbe, quando tu impaziente a più
potere, fuggi ogni patire. Ma non sai, o meschino, che senza croce non si
accede al Paradiso? Piangi pure, piangi la tua cecità, non vergognartene e
rivolgiti piuttosto così, al tuo Signore: A me, non a Voi, Gesù mio, si deve
questa Croce. Ahi pesantissima croce, che fu fabbricata da tanti miei
gravissimi peccati! Deh, mio amato Salvatore, datemi forza di abbracciare tutte
le croci che meritano le mie colpe; anzi, fate ch’io muoia abbracciato alla
Croce santa, ed innamorato della Vostra replichi più e più volte colla Vostra
diletta Teresa: o patire o morire, o patire o morire, ma non più peccare.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Cujus animam gementem
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.
Terza
Stazione - Gesù cade sotto la croce la prima volta
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
In questa terza Stazione si rappresenta
la prima caduta che fece l’amabilissimo nostro Gesù, sotto il peso del legno
della croce.
Considera come l’afflittissimo,
indebolito pel continuo spargimento di sangue, cade la prima volta per terra.
Deh, mira come quei ribaldi lo percuotono con pugni, con calci, con schiaffi,
eppure il pazientissimo Gesù non apre bocca, soffre e tace, quando tu nei tuoi
leggerissimi travagli prorompi subito in lamenti, in maledizioni, e fors’anche
in bestemmie… Fermati! Detesta per una volta la tua bile, detesta la tua
superbia, e veramente afflitto prega il tuo afflitto Signore così: Amantissimo
Redentore, ecco prostrato ai Vostri piedi il peccatore più perduto di quanti ne
vivano sulla terra! Oh quante cadute! Quante volte sono precipitato nell’abisso
dell’iniquità, responsabile della Vostra caduta. Deh porgetemi la santa Vostra
mano: aiuto, Gesù mio, aiuto!! affinché in vita non cada più in colpa mortale,
ed in morte mi assicuri l’affare più importante dell’eterna salute,
guadagnatami dal Vostro preziosissimo Sangue.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
O quam tristis et afflicta,
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!
Quarta
Stazione - Gesù incontra la sua afflitta Madre
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
La quarta Stazione rappresenta il luogo
dove l’adorabile nostro appassionato Gesù, s’incontrò colla sua afflittissima
Madre Maria.
Ahi che dolore trapassò il cuore al mio
Gesù!! Ahi che spasimo ferì l’immacolato Cuore di Maria, allorché
s’incontrarono. O Anima ingrata, fermati, fermati! che mai t’ha fatto il mio
Gesù? dice la dolente Madre. Che mai ti ha fatto la mia povera Madre? sussurra
l’appassionato Gesù. Deh, lascia il peccato che fu cagione di queste pene,
supplicano la Madre e il Figlio. E tu che cosa rispondi? Ah incosciente che
sei!! Sciogli il tuo cuore, e dì Loro così: Oh Divin Figlio di Maria; oh
santissima Madre del mio Gesù! eccomi prostrato ai Vostri piedi, umiliato e
compunto: son’io quel vile traditore che fabbricai, peccando e coi vizi, il
coltello del dolore che trapassò i Vostri amabilissimi Cuori. Voi ben sapete
che me ne pento amaramente, e ne chieggo ad entrambi: misericordia! Misericordia!
Aiuto e misericordia, affinché non pecchi più e mediti notte e giorno le Vostre
pene e i Vostri dolori.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Quae moerebat et dolebat
Mater Christi dum videbat
Nati poenas incliti.
Quinta
Stazione - Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Nella quinta Stazione si rappresenta il
luogo dove Simeone Cireneo fu obbligato ad indossarsi la croce del
pazientissimo Gesù.
Considera che tu sei quel Cireneo che
porta la Croce di Cristo, o per apparenza o per forza, perché sei troppo
attaccato ai comodi transitori di questo mondo. Deh! risvegliati per una volta,
e solleva al tuo Signore da sì gran peso, abbracciandolo di buon cuore in tutti
quei travagli che ti vengono dalla Provvidenza Divina, con protesta di voler
soffrire di tua sponta non solo con gran pazienza, ma con rendimento di grazie
al tuo Dio, che per te si è fatto ridurre a quel modo. Perciò, dal profondo del
tuo cuore, lascia ogni affare e prega così: Oh amantissimo Gesù mio, Vi ringrazio
delle tante e così belle occasioni che mi avete dato di patir per Voi, e di
meritar per me un briciolo della Vostra compassione. Deh! fate o mio Dio, che
impari a soffrir pazientemente tutto ciò che ha apparenza di male in questa
vita, affinché faccia acquisti per la vita eterna beata, che colla Vostra Croce
mi avete garantita in sorte. Amatissimo mio Gesù, fatemi piangere su questa
terra per Voi e con Voi, fatemi degno di godervi in eterno. E a Voi, Madre mia,
raccomando di salvar l’anima mia.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Quis est homo qui non fleret
Mater Christi si videret
in tanto supplicio?
Sesta
Stazione - Gesù è asciugato dalla Veronica
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
In questa sesta Stazione si rappresenta
il luogo dove santa Veronica asciugò il sacro Volto con un panno al benedetto
Gesù.
Considera in quel sudario di Veronica
l’estenuato sembiante del tuo Gesù, e spinto dall’amore verso di Lui, procura
formare un espressivo ritratto al tuo ingrato cuore. Oh te felice, se con Gesù
scolpito nel cuore viverai nella beata eternità! Oh te, più che fortunato, se
con Gesù scolpito nel cuore, morirai! Ma per essere meritevole di un tanto
bene, la Via dolorosa di Gesù è la sola che conviene, perciò inginocchiati a
contemplar quel Volto Santo, e dal profondo del cuore in pianto, prega così:
Tormentato mio Salvatore imprimete, Vi supplico, per tal maniera l’effige del
Vostro Volto santo nel mio cuore; che giorno e notte pensi a Voi e colla Vostra
dolorosissima passione sotto gli occhi, pianga i miei peccati, che io li
detesti, protestandomi che con questo pane di vergogna, voglio cibarmi fino
alla morte, detestando vizi e indifferenze, vanità e impudicizie, tutto ciò che
ferisca ancora una volta quel Volto benedetto. Oh Madre benedetta! non
lasciatemi a me stesso, fate che davanti al Volto Santo io resti genuflesso per
goderlo da qui in terra fin nell’eternità, che quel Sangue m’acquistò per la
paziente carità.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Settima
Stazione - Gesù cade la seconda volta
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
In questa settima Stazione si rappresenta
il luogo dove l’amabilissimo nostro Gesù, cadde sotto la pesante croce, per la
seconda volta.
Considera il tuo Signore, disteso di
nuovo in terra dai dolori, calpestato dai nemici e deriso dalla stolta plebe;
rifletti che la tua superbia, il tuo orgoglio Gli die’ spintone a cadere, la
tua ambizione e la tua alterigia l’ha atterrato. Tutte le volte che un uomo
rifiuta di rinnegar il proprio peccato che fu carico della pesante Croce,
collabora con la stolta plebe a far cader Gesù. Deh abbassa umilmente il capo e
il cuore ingrato, e con vera contrizione dal tuo passato scosso, piega ancor
davanti a Lui le tue ginocchia, e digli questo con ardor: O santissimo Redentor
mio, benché Vi rimiri caduto, Vi confesso nel tempo stesso onnipotente e mio
Dio, e prego Voi di schiacciar sotto la Vostra divina caduta, tutti i miei
pensieri di superbia, di ambizione e di personale stima, affinché impari ora di
camminar col capo chino, per abbracciar quell’unica ambizione che di più conta,
l’umiltà vera, l’amarvi di tutto cuor sincero e poter guardare Voi col
sentimento che più a Voi piace tanto, ben sapendo che questo è l’unico modo per
sollevar Voi, amato Redentore, da sì dolorosa ed oltraggiosa caduta.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis
et flagellis subditum.
Ottava
Stazione - Gesù consola le donne di Gerusalemme
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
L’ottava Stazione rappresenta il luogo
dove il benignissimo Redentor nostro Gesù, consolò le donne di Gerosolima, sì
afflitte e addolorate. Considera che tu hai doppio motivo di piangere: e per
Gesù Santo che patì tanto per te, e per te stesso che non ti senti appagato se
non l’offendi in qualche modo, coi vizi e peccati. E se tu a vista di tante
pene ancor stai duro nella tua arroganza, almeno in veder Gesù consolante, che
mostra sì tanta pietà a quelle povere donne, risveglia il pigro ardore,
accostati confidente, e compunto pel tuo stato, digli di cuor così:
Amabilissimo mio Salvatore, perché questo mio cuor non si stempra tutto in
lagrime di vero pentimento? Lagrime, amato Gesù mio, lagrime Vi chieggo,
lagrime di dolore e di vera compassione, lagrime di passione per stringermi a
Voi, lagrime vere degli occhi e del cuore, per meritar il Vostro sguardo
compassionevole. Oh tenera divina Madre, ch’io veggo a guidar le pie donne,
abbiate santo ardore di accogliermi nel vostro Cuore. Deh concedetemi
quest’unica compassione, consolate il cuor mio nel tempo della lotta e della
malattia, nel tempo del martirio e di morte mia, ch’io possa godervi in eterno,
da ora e per sempre, per amor del Vostro Gesù.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Vidit suum dulcem Natum
moriendo desolatum
dum emisit spiritum.
Nona
Stazione - Gesù cade la terza volta
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
In questa nona Stazione si rappresenta il
luogo dove il nostro amabilissimo divin Gesù cadde sotto la croce, per la terza
volta.
Ahimè, quanto fu penosa questa terza
caduta del Buon Gesù! Oh uomo! mira con che rabbia quel mansuetissimo Agnello
viene trascinato da que’ rabbiosi lupi, osserva come lo percuotono sulle carni
già lacerate, guarda come lo maltrattano e a calci lo spingono nella terra da
Lui stesso creata. Ma forse tu pensi d’ esser davvero estraneo alla marmaglia che
tanto Gli fece? Ah! maledetto il nostro peccato che tanto maltrattò l’amato
nostro Signore, il divin Figliol di Dio che volle pagare il prezzo del nostro
riscatto. Non merita forse le nostre lagrime e la nostra compassione? Ma Egli
non vol compassione, vuole il nostro cuore, la nostra anima, la nostra volontà.
Digli allora così: Onnipotente mio Signore e mio Dio, che con un sol dito e il
sol pensiero sostenete l’universo intero e la mia stessa sorte, chi mai Vi fece
cadere così rovinosamente in terra? Ahimè Signore, le ricadute impenitenti ai
miei peccati, furon la cagione del terzo spintone, iniquità e sacrilegi,
indifferenze e offese, io vilmente ho accresciuto i Vostri tormenti. Pietà,
pietà, pietà Signor mio. Eccomi inginocchiato, prostrato ai Vostri piedi,
risoluto a non più cedere a ciò che è cagion del Vostro dolor: mai più peccare,
mai più il peccato. Addolorata Madre, impedite che in futuro possa esser
ancor causa di sì tanto orrore.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Eja, Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac ut tecum lugeam.
Decima Stazione - Gesù
è spogliato delle sue vesti
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Questa decima Stazione ci rappresenta il
luogo dove l’afflittissimo nostro Gesù fu denudato ed amareggiato di aceto e
fiel.
Considera, anima mia, il tuo Gesù
nell’esterno tutto lacero e scorticato e nell’interno amareggiato col
disgustosissimo fiele. Ecco cosa costa a Gesù la tua immodestia nel vestire!
Ecco col fiele com’Egli paga la tua superbia e orgoglio, ecco com’Egli paga
colla nudità ogni tua vanità. Come, dunque, non ti muovi ancora a pietà?
Cos’altro deve fare il nostro Dio per convincerti dell’amor divino? Deh
fermati, non passar voltando lo sguardo altrove, prostrati a terra davanti a
Lui e digli così: Afflittissimo Gesù mio, che orribile contrapposto è mai
questo ch’io veggo? Voi tutto sangue e piaghe, tutto amarezze e affanni, spogliato
eppur siete Iddio onnipotente, ed io tutte comodità, tutto vanità, tutta
felicità, superbia ed orgoglio, concupiscenza ed immodestia. Signore mio! che
accade mai?! Io non voglio continuare così, deh aiutatemi Voi che tutto potete!
Fatemi mutar vita, lo voglio! Amareggiatemi la vita affinché venga io spogliato
d’ogni vizio e peccato; deh a Voi diletta Madre mia, v’imploro la corretta via,
per gustar della Via Crucis e delle piaghe del Divin Vostro Figlio, l’unico
rimedio ed in terra santo nascondiglio. Ed infin gustando il fiel che Vi
diedero o mio Signor, giunga anch’io a godervi in Ciel.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fac ut ardeam cor meum
in amando Christum Deum
ut sibi complaceam.
Undicesima
Stazione - Gesù è inchiodato alla croce
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
L’undecima Stazione rappresenta il luogo
dove Gesù fu confitto in croce a vista della sua santissima Madre Maria e di
tutto il popolo.
Considera l’eccessivo dolore che soffrì
il buon Gesù nel doversi stendere sulla croce, in subire poi stracciarsi da’
chiodi le carni, le vene, ogni nervo, fra indicibili spasimi, da far piangere
persino le pietre, e perché mai? Sai tu quale fu la cagione di tanta condanna?
Sai bene che processo e condanna furon la falsa, per giustificare il vergognoso
verdetto di morte. Sei tu, o uomo diletto, la causa dello spasimo affetto. Come
fai, o durissimo cuore, a non sentir struggere il tuo petto, se non ti arresti
davanti a questa Stazione? La vista a tante sì grandi pene, che i tuoi peccati
ne furon la cagione, aprano un varco salutare in te e ti faccia pregare così:
Gesù, Amor Divino per me Crocefisso, abbi pietà di me peccatore! Voi così forte
a patir per me, ed io così debole e fragile, abbi pietà di me. Ché tutto Voi
sopportate per me, tranne la superbia e l’ostinazione de’ miei peccati, cagion
delle Vostre dolorose pene; e della spada che trafisse quel Cuore purissimo ed
immacolato della Vostra divina Madre che ai piedi della Croce piange per me,
che v’ho ridotto così. La mia ostinazione a peccare fu cagione dei crudelissimi
chiodi che trafissero le Vostre divine carni, le Vostre benedicenti mani, fate
ora che un vero dolore sia il carnefice che trafigga il mio cuore ed in esso
ogni vanagloria, ogni vanità, ogni concupiscenza, ogni passione sregolata
affinché poi, per buona sorte, vivendo e morendo davvero crocefisso,
impietosendovi come seppe fare il Buon Ladrone, possa sentirmi dire da Voi nel
momento della mia morte: “oggi stesso sarai con Meco in Paradiso”.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Sancta Mater, istud agas
Crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
Dodicesima
Stazione - Gesù muore in croce
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Nella decimaseconda Stazione si
rappresenta il luogo dove fu innalzata la Croce con Gesù Nazareno, confitto
sopra di essa.
Oh pellegrino, errante in questa terra,
fermati ed alza gli occhi e mira
pendente in aria, fermato da tre orrendi chiodi, il moribondo divin Gesù!
Osserva come prega per chi l’offende e lo denigra, osserva come promette il
Paradiso a chi si pente, ascolta come si prende cura della Madre e di Giovanni,
come consegna l’uno all’altro dando vita alla divina Chiesa: la Madre è la
Chiesa, Giovanni sei tu, che mentre dalla Chiesa vieni santificato e consolato,
anche tu dovrai prenderti cura di essa. Ascolta come offre al Padre l’anima
sua; ascolta la sete di anime che lo affligge e l’addolora. Non pensa a Sé ma a
te! E tu a chi pensi? E dunque è morto Gesù, ma per te allora, di cosa è morto?
E’ morto in Croce per te, e tu cosa fai? cosa pensi? come vivi? dove vuoi
andare: all’inferno o al paradiso? Stai attento a quel morir senza croce, non
partir da questa valle di lagrime senza esserti ravveduto de lì peccati che lo
hanno crocefisso; non dipartir da questa terra senza esserti pentito e
confessato, ché se la Sua pazienza è in Croce segnata, il paradiso và
guadagnato. Inginocchiati davanti al Crocefisso, abbine cura, decoralo di
lagrime e confessioni, riempilo di baci e digli così: Redentor mio Crocefisso, confesso che i miei
peccati furon cagione di come Vi veggo ridotto, spietata la mia situazione che
Vi portò a sì crudele morte! pietà mio Signore, pietà di me, non abbandonatemi
all’atroce destino che attende coloro che come il cattivo ladrone, non
s’impietosì al vedervi ingiustamente moribondo, e continuando a deridervi è
immagine della mia stoltezza e delle mie indifferenze verso di Voi. Divina
Madre Addolorata, proteggete ogni mia santa intenzione nel Vostro amantissimo
Cuore, oh quanto si consola l’anima mia nel vedervi lì ai piedi della Croce,
pronta ad accogliermi. Eccomi, eccomi pronto a perdonare chiunque mi offese; sì
mia Signora, perdono tutti per amor Vostro e del Vostro dilettissimo Figlio e
mio Dio, aspettando da Voi d’essere accolto nel momento della mia morte di
croce, per godere in eterno gli effetti diletti dell’Amor Divino Crocefisso.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Tui Nati vulnerati
tam dignati pro me pati
poenus mecum divide.
Tredicesima
Stazione - Gesù è deposto dalla croce
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Nella decimaterza Stazione si rappresenta
il luogo ove Gesù fu deposta dalla Croce, in grembo alla di lei afflittissima
Madre.
Oh pellegrin viandante, di questa terra
in pianto, considera con quale spada di efferata spinta, trafisse l’immacolato
e materno Cuor. Considera il dolore della divina Madre allorché ricevè fra le
braccia, il già defunto divin Figliol. Nell’immacolato grembo Gesù prese vita,
e su quel grembo verginale, fu deposto esanime, ed Ella poté associar del
Figlio, tutti i divin mister. Ma qual fu l’aculeo più acuto che le trafisse
l’immacolato Cuor? Fu il tuo peccato, cagion del quale, Gesù gli giace or
morto, sul verginale sen. Oh viandante, fermati un istante, e piangi umilmente
quel maledetto peccato che fu cagione di tutto questo dolore. Tutto ti è
perdonato, non ti è chiesto di salvare il mondo, ma molto più umilmente,
d’abbandonar ora il tuo peccato immondo. Inginocchiati davanti alla Divina
Pietà e rivolgiti alla nostra divina Madre, con queste parole: Oh Regina dei
martiri, Madre di me peccatore, consolatrice e corredentrice de’ penitenti,
ditemi: quando sarò io degno di compatir le Vostre pene, per averle sempre
impresse nel mio cuore? Da solo cosa mai potrei far di buono? Voi sapete c’ho
bisogno di Voi! Solo Voi potete trarmi fuor dal fango del peccato, dei vizi,
della superbia e della vanagloria, sol Voi potete far di me quell’amato figliol che può davvero
consolar il nostro Signor. Per questo Vi invochiamo nostra Speranza, avvocata e
mediatrice, la spada nell’immacolato Cuor vi trafisse, ma non v’uccise, e
questo fu per lasciarvi governare i nostri induriti cuor. A chi potrei mai
rivolgere, o amata e divina Signora, questa accorata preghiera che già strazia
il mio cuore? Insistete Madre mia, non abbandonatemi all’apatia, preferisco
della croce l’agonia, per godervi alfine in Ciel.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fac me tecum pie flere,
Crucifixo condolere
donec ego vixero.
Quattordicesima
Stazione - Gesù è posto nel sepolcro
V.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
In questa ultima Stazione si rappresenta
il santo Sepolcro in cui fu collocato il Corpo sacratissimo del Redentore Gesù.
Caro Pellegrino, siamo giunti all’ultima
Stazione d’un cammino pel quale, ne siamo certi, tu ora vorrai restare unito
all’apostolo Giovanni e a tutti i veri seguaci di Cristo, che attendono il
glorioso ritorno del Redentore e Giudice delle Anime. Ma prima c’è ancor questo
da meditare. Considera quali furono i pianti e i dolori della divina Madre
afflitta e degli Apostoli allor quando si chiuse la pesante pietra, dopo aver
inumato l’innocentissimo Signore Gesù. Il viaggio non termina qui, prendi
motivo di vergognarti se nel decorso di questo santo viaggio, tu non abbia
ancor compreso i dolori che ancor cagionano al divin Crocefisso, l’ostinazione
dei tuoi peccati. Suvvia! puoi ancor risvegliar i sensi e il senno, non
rigettar questa occasione, potrebbe esserti l’ultima, rischiando di dannarti
l’anima per l’eternità e cagionar dolore immenso a chi, per te, ha patito tutto
ciò che hai visto. Ora è tutto nelle tue mani, il Redentore nostro Gesù ha
fatto tutto ciò che poteva fare, e lascia a te decidere se stare con la divina
Madre, o allontanarti da lei per andare incontro alla tua dannazione. Se ti
sarai ben confessato e pentito avrai risolto questa Via Crucis, allora in
questo Sepolcro è stato sepolto il tuo peccato e tu potrai risorgere con
l’amato Figlio. Inginocchiati sulla nuda terra che ha raccolto le divine carni
martoriate e crocifisse, bacia in ispirito la sacra lapide, e davanti alla
Madre Immacolata, prega così: Pietà Gesù mio, pietà imploro davanti alla mia
Avvocata e Madre Vostra, pietà di me che v’ho ridotto in questo stato. Vi adoro
defunto nel santo Sepolcro, per adorarvi eternamente Vivo e Vero nella divina
Eucaristia, posto poi nei sacri Tabernacoli del mondo. Concedetemi, dunque, che
per i meriti della Vostra passione, morte e risurrezione, la grazia della
perseveranza per una vita santa; di amarvi incondizionatamente nel santissimo
Sacramento e che le mie ultime parole siano “Gesù e Maria”; l’ultima ora sia
unita a quella che Voi viveste in Croce e che io muoia per Voi, con Voi ed in
Voi, sorretto dalla divina Madre. Così sia.
Pater, Ave, Gloria
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Quando corpus morietur,
fac, ut animae donétur
paradisi gloria. Amen.
Oremus
Domine Jesu Christe, Filii Dei vivi, pone
passionem, crucem et mortem tua inter judicium tuum, et animam meam nunc et in
hora mortis meae, et mihi largiri digneris gratiam et misericordiam, vivis et
defunctis requiem et veniam, Ecclesiae tuae pacem, et concordiam, et nobis
peccatoribus vitam et gloriam sempiternam. Qui vivis et regnas Deus. Per omnia
secula seculorum . amen.
Orazione
finale
Madre mia Addolorata, mia Avvocata e
Regina, Clemente coi penitenti, Corredentrice dei figli redenti dal Sangue del
Vostro Gesù per me versato, non voglio lasciarvi pianger da sola, no! Voglio in
cuor mio accompagnarvi con le lagrime mie. Deh accettatele! Questa grazia Vi
domando: ottenetemi ora una memoria continua per una vera devozione verso la
Passione del Vostro Gesù, e una memoria pei Vostri dolori acciocché tutti i
giorni che mi restano di vita, non mi servano ad altro che a piangere per
sperare con Voi, Madre mia. Questi dolori io spero, che nel punto della mia
morte avranno a darmi confidenza e forza per non disperare alla vista delle
offese fatte in passato all’amato Signore, ché il demonio non abbia da vincere
sulle mie fragilità, sui ricatti e sulle denuncie che so di meritare, nulla mi
sconfigga e mi scoraggi, i Vostri Dolori mi daranno quel perdono e quella
perseveranza finale che Gesù mi ha guadagnato colla Sua dolorosa morte di
Croce. Vedo in Voi quel Paradiso che non merito, ma che Voi mi avete
guadagnato, Voi mia Avvocata, Madre mia che so di potermi rallegrare in Voi e
sperare di cantare con gli Angeli e i Santi, l’eterna gloria di Dio, così
spero, così sia.
Concludere con cinque Pater Noster, tre
Ave Maria e tre Gloria ad honore delle cinque Piaghe di Gesù; un Pater, Ave
Maria e Gloria per il Sommo Pontefice e per acquistare le sante Indulgenze,
concesse per la Pia Pratica della Via Crucis.