giovedì 15 marzo 2018

Giovedì della Quarta Settimana di Quaresima - Stazione ai Santi Silvestro e Martino

Tema della liturgia odierna è la risurrezione del cristiano dalla morte del peccato alla vita della grazia. Il peccatore è il figlio morto; i becchini sono i peccati che ci conducono nell'Inferno; la madre addolorata è la Santa Chiesa che piange i suoi figli morti. Solo Cristo può, col perdono offerto nella Confessione, farci risorgere, ma ha bisogno della nostra cooperazione, del nostro impegno a vivere secondo il suo beneplacito, evitando le occasioni di peccato.



PROPRIUM MISSAE


INTROITUS
Ps 104:3-4.- Lætétur cor quæréntium Dóminum: quaerite Dóminum, et confirmámini: quaerite fáciem eius semper.  ~~  Ps 104:1.- Confitémini Dómino, et invocáte nomen eius: annuntiáte inter gentes ópera eius.  ~~  Glória  ~~  Lætétur cor quæréntium Dóminum: quaerite Dóminum, et confirmámini: quaerite fáciem eius semper.

Ps 104:3-4.- Chi cerca il Signore sia di lieto animo; considerate il Signore e la sua grandezza; cercate sempre di piacere a Lui.  ~~  Ps 104:1.- Rendete grazie a Dio, gridate il suo nome, fate conoscere tra i popoli le sue imprese.  ~~  Gloria  ~~  Chi cerca il Signore sia di lieto animo; considerate il Signore e la sua grandezza; cercate sempre di piacere a Lui.

ORATIO
Orémus.
Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, quos ieiúnia votíva castígant, ipsa quoque devótio sancta lætíficet; ut, terrénis afféctibus mitigátis, facílius coeléstia capiámus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi, te ne preghiamo, o Dio onnipotente; che noi mortificati del sacro digiuno, siamo pure allietati da santa devozione; cosicché, mitigati gli affetti terreni, più facilmente raggiungiamo i celesti beni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
4 Reg 4:25-38
In diébus illis: Venit múlier Sunamítis ad Eliséum in montem Carméli: cumque vidísset eam vir Dei e contra, ait ad Giézi púerum suum: Ecce Sunamítis illa. Vade ergo in occúrsum eius, et dic ei: Recte ne ágitur circa te, et circa virum tuum, et circa fílium tuum? Quæ respóndit: Recte. Cumque venísset ad virum Dei in montem, apprehéndit pedes eius: et accéssit Giézi, ut amovéret eam. Et ait homo Dei: Dimítte illam: ánima enim eius in amaritúdine est, et Dóminus celávit a me, et non indicávit mihi. Quæ dixit illi: Numquid petívi fílium a dómino meo? Numquid non dixi tibi: Ne illúdas me? Et ille ait ad Giézi: Accínge lumbos tuos, et tolle báculum meum in manu tua, et vade. Si occurrérit tibi homo, non salútes eum: et si salutáverit te quíspiam, non respóndeas illi: et pones báculum meum super fáciem púeri. Porro mater pueri ait: Vivit Dóminus et vivit ánima tua, non dimíttam te. Surréxit ergo, et secútus est eam. Giézi autem præcésserat ante eos, et posúerat báculum super fáciem púeri, et non erat vox neque sensus: reversúsque est in occúrsum eius, et nuntiávit ei, dicens: Non surréxit puer. Ingréssus est ergo Eliséus domum, et ecce, puer mórtuus iacébat in léctulo eius: ingressúsque clausit óstium super se et super púerum: et orávit ad Dóminum. Et ascéndit, et incúbuit super púerum: posuítque os suum super os eius, et óculos suos super óculos eius, et manus suas super manus eius: et incurvávit se super eum: et calefácta est caro púeri. At ille revérsus, de ambulávit in domo, semel huc atque illuc: et ascéndit et incúbuit super eum: et oscitávit puer sépties, aperuítque oculos. At ille vocávit Giézi, et dixit ei: Voca Sunamítidem hanc. Quæ vocáta ingréssa est ad eum. Qui ait: Tolle fílium tuum. Venit illa, et córruit ad pedes eius, et adorávit super terram: tulítque fílium suum, et egréssa est, et Eliséus revérsus est in Gálgala.

In quei giorni venne una donna Sunamita ad Eliseo sul monte Carmelo. L'uomo di Dio, avendola vista da lontano, disse a Giezi suo servo: «Ecco lì quella Sunamita: va ad incontrarla e dille: State bene tu, il .tuo marito e il tuo figlio?». Essa rispose: «Bene». Ma giunta che fu dall'uomo di Dio, sul monte, gli abbracciò i piedi. Giezi si accostò per allontanarla; ma l'uomo di Dio gli disse: «Lasciala fare; perché l'anima sua è nell'amarezza, e il Signore mi ha tenuto all'oscuro, non me l'ha fatto conoscere». Essa disse: «Avevo forse chiesto la grazia di avere un figlio al signor mio? E non ti dissi: Non m'ingannare»? Eliseo disse a Giezi: «Cingiti i fianchi, prendi il mio bastone in mano e parti. Se trovi qualcuno, non lo salutare, se uno ti saluta non gli rispondere, e metti il mio bastone sulla faccia del fanciullo». Ma la madre del fanciullo disse: «Viva il Signore e viva l'anima tua! Io non ti lascerò». Eliseo allora si mosse e le tenne dietro. Giezi, che era andato avanti, aveva messo il bastone sulla faccia del fanciullo; ma questi non dava né gemito né segno di vita. Allora egli ritornò incontro a Eliseo e l'informò dicendo: «Il fanciullo non si alzò». Eliseo dunque entrò in casa e vide il fanciullo posto a giacere sul suo letto. Ed essendo entrato, chiuse l'uscio dietro di sé e al fanciullo, e fece orazione al Signore. Salì allora sul letto e si distese sopra il fanciullo; pose la sua bocca sopra la bocca di lui, i suoi occhi sopra gli occhi di lui, le sue mani sopra le mani di lui, si curvò sopra di lui, e la carne del fanciullo prese calore. Poi essendo sceso andò qua e là per la casa; poi risalì, si distese sopra il fanciullo; e questi sbadigliò sette volte ed aprì gli occhi. Eliseo allora chiamò Giezi, e gli disse: «Chiama la Sunamita». La chiamò, e giunta che fu da lui, le disse: «Prendi il tuo figlio». Essa andò a gettarsi ai piedi di Eliseo, e si prostrò a terra, poi prese il suo figlio e usci. Eliseo se ne tornò a Gàlgala.

GRADUALE
Ps 73:20, 19, 22
Réspice, Dómine, in testaméntum tuum: et ánimas páuperum tuórum ne obliviscáris in finem.
V. Exsúrge, Dómine, iúdica causam tuam: memor esto oppróbrii servórum tuórum.

Guarda, Signore la tua alleanza, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi miseri.
V. Sorgi, Signore, difendi la tua causa, ricorda la vergogna dei tuoi servi.

EVANGELIUM
Sequéntia    sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 7:11-16
In illo témpore: Ibat Iesus in civitátem, quæ vocátur Naim: et ibant cum eo discípuli eius et turba copiósa. Cum autem appropinquáret portæ civitátis, ecce, defúnctus efferebátur fílius únicus matris suæ: et hæc vidua erat, et turba civitátis multa cum illa. Quam cum vidísset Dóminus, misericórdia motus super eam, dixit illi: Noli flere. Et accéssit et tétigit lóculum. - Hi autem, qui portábant, steterunt. - Et ait: Adoléscens, tibi dico, surge. Et resédit, qui erat mórtuus, et coepit loqui. Et dedit illum matri suæ. Accepit autem omnes timor: et magnificábant Deum, dicéntes: Quia Prophéta magnus surréxit in nobis: et quia Deus visitávit plebem suam.

In quel tempo, Gesù andava verso una città chiamata Nàim, e con lui i suoi discepoli e una grande folla. Mentre si avvicinava alla porta della città, ecco un morto era portato a sepoltura: un figlio unico, e sua madre era vedova. E c'era con lei moltissima gente della città. Quando l'ebbe vista, il Signore ne fu mosso a pietà, e le disse: «Non piangere». Poi si accostò e toccò la bara; i portatori si fermarono; ed egli disse: «Ragazzo, io te lo dico: alzati». E il morto si levò a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo rese a sua madre. Allora tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto in mezzo a noi, e Dio ha visitato il suo popolo».

OFFERTORIUM
Ps 69:2, 3, 4
Dómine, ad adiuvándum me festína: confundántur omnes, qui cógitant servis tuis mala.

Affrettati, o Signore, in mio soccorso; restino confusi quanti pensano a far del male ai tuoi servi.

SECRETA
Purífica nos, misericors Deus: ut Ecclésiæ tuæ preces, quæ tibi gratæ sunt, pia múnera deferéntes, fiant expiátis méntibus gratióres. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio misericordioso, purificaci; affinché le preci della tua Chiesa, a te sempre gradite, lo siano ancor più dopo che con l'offerta di questi doni saranno espiate le nostre colpe. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtú e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Ps 70:16-17, 18
Dómine, memorábor iustítiæ tuæ solíus: Deus, docuísti me a iuventúte mea: et usque in senéctam et sénium, Deus, ne derelínquas me.

Dio, solo di te ricorderò che sei giusto. Dio, mi istruisci dalla mia giovinezza, e ancor in tardi anni e nella vecchiaia, Dio, tu non mi abbandoni.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Coeléstia dona capiéntibus, quaesumus, Dómine: non ad iudícium proveníre patiáris, quæ fidélibus tuis ad remédium providísti. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', o Signore, te ne preghiamo, che questi doni celesti non ci siano di condanna, poiché li hai istituiti. rimedio per i tuoi fedeli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ORATIO SUPER POPULUM
Orémus.
V. Humiliáte cápita vestra Deo.
Pópuli tui, Deus, institútor et rector, peccáta, quibus impugnátur, expélle: ut semper tibi plácitus, et tuo munímine sit secúrus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
V. Inchinatevi davanti a Dio.
O Dio, del tuo popolo fondatore e guida: liberato dai peccati che l'opprimono, affinché sia sempre a te gradito, e per tua grazia sicuro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.