giovedì 29 marzo 2018

Giovedì Santo in Coena Domini

Il Giovedì Santo la Santa Chiesa commemora come Gesù Cristo il giorno prima di esser crocefisso per la redenzione dell’umanità volle istituire i  Sacramenti dell’Eucarestia e dell’Ordine.
  


Ad missam
Statio ad sanctum Ioannem in Laterano
  

 INTROITUS
Gal 6:14.- Nos autem gloriári opórtet in Cruce Dómini nostri Iesu Christi: in quo est salus, vita et resurréctio nostra: per quem salváti et liberáti sumus ~~ Ps 66:2- Deus misereátur nostri, et benedícat nobis: illúminet vultum suum super nos, et misereátur nostri. ~~ Nos autem gloriári opórtet in Cruce Dómini nostri Iesu Christi: in quo est salus, vita et resurréctio nostra: per quem salváti et liberáti sumus

Gal 6:14.- Quanto a noi non sia mai che ci gloriamo d'altro se non della croce del Signor nostro Gesù Cristo; in Lui è la salvezza, la vita e la resurrezione nostra; per mezzo suo siamo stati salvati e liberati. ~~ Ps 66:2- Dio abbia pietà di noi e ci benedica; faccia splendere su di noi il suo sguardo e ci usi pietà. ~~ Quanto a noi non sia mai che ci gloriamo d'altro se non della croce del Signor nostro Gesù Cristo; in Lui è la salvezza, la vita e la resurrezione nostra; per mezzo suo siamo stati salvati e liberati.


Gloria
Durante il canto del Gloria si suonano le campane che poi rimarranno mute fino al Gloria della Notte di Pasqua.


ORATIO
Orémus.
Deus, a quo et Iudas reatus sui poenam, et confessiónis suæ latro praemium sumpsit, concéde nobis tuæ propitiatiónis efféctum: ut, sicut in passióne sua Iesus Christus, Dóminus noster, diversa utrísque íntulit stipéndia meritórum; ita nobis, abláto vetustátis erróre, resurrectiónis suæ grátiam largiátur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio, da cui Giuda ricevette il castigo del suo delitto e il ladrone il premio del suo pentimento, fa a noi sentire l'effetto della tua pietà, affinché, come nella sua Passione Gesù Cristo Signor nostro diede all'uno e all'altro il dovuto trattamento, cosi tolte da noi le aberrazioni dell'uomo vecchio, ci dia la grazia della sua risurrezione. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
1 Cor 11:20-32.
Fratres: Conveniéntibus vobis m unum, iam non est Domínicam coenam manducáre. Unusquísque enim suam cenam præsúmit ad manducándum. Et alius quidem ésurit: álius autem ébrius est. Numquid domos non habétis ad manducándum et bibéndum? aut ecclésiam Dei contémnitis, et confúnditis eos, qui non habent? Quid dicam vobis? Laudo vos? In hoc non laudo. Ego enim accépi a Dómino quod et trádidi vobis, quóniam Dóminus Iesus, in qua nocte tradebátur, accépit panem, et grátias agens fregit, et dixit: Accípite, et manducáte: hoc est corpus meum, quod pro vobis tradétur: hoc fácite in meam commemoratiónem. Simíliter et cálicem, postquam coenávit, dicens: Hic calix novum Testaméntum est in meo sánguine: hoc fácite, quotiescúmque bibétis, in meam commemoratiónem. Quotiescúmque enim manducábitis panem hunc et cálicem bibétis: mortem Dómini annuntiábitis, donec véniat. Itaque quicúmque manducáverit panem hunc vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis et sánguinis Dómini. Probet autem seípsum homo: et sic de pane illo edat et de cálice bibat. Qui enim mandúcat et bibit indígne, iudícium sibi mandúcat et bibit: non diiúdicans corpus Dómini. Ideo inter vos multi infirmi et imbecílles, et dórmiunt multi. Quod si nosmetípsos diiudicarémus, non útique iudicarémur. Dum iudicámur autem, a Dómino corrípimur,ut non cum hoc mundo damnémur.

Fratelli; quando vi adunate in sacra adunanza, non vi comportate come chi deve prepararsi a mangiare la Cena del Signore, poiché ciascuno pensa a consumare la propria cena tanto che uno patisce la fame e l'altro si ubriaca. Ma non avete le vostre case per mangiare e bere? O avete in disprezzo l'assemblea di Dio e desiderate far arrossire coloro che non hanno nulla? Che " devo dirvi? forse lodarvi? In questo certamente no, Quello infatti che io vi ho insegnato me l'ha comunicato il Signore, e cioè: II Signore Gesù la notte in cui fu tradito, prese il pane e, dopo aver reso le grazie a Dio, lo spezzò e disse: «Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato a morte per voi; fate questo in memoria di me». E similmente, dopo aver cenato, prese anche il Calice, dicendo: «Questo Calice è il nuovo Patto nel mio Sangue: fate questo tutte le volte che ne berrete in mio ricordo», Quindi ogni qualvolta mangerete questo Pane e berrete questo Calice annunzierete la morte del Signore, finché Egli non venga. Chiunque dunque mangerà questo Pane o berrà il Calice del Signore indegnamente sarà reo del Sangue e del Corpo del Signore. Ognuno pertanto esamini se stesso e poi mangi di quel Pane e beva di quel Calice; perché chi ne mangia e ne beve indegnamente, non pensando che quello è il Corpo del Signore, mangia e beve la sua condanna. Ecco perché tra voi ci sono molti malati e deboli, e parecchi ne muoiono. Se ci esaminassimo bene da noi stessi, non saremmo condannati; invece se siamo giudicati dal Signore, Egli deve castigarci per non condannarci col mondo

GRADUALE
Phil 2:8-9
Christus factus est pro nobis oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis
V. Propter quod et Deus exaltávit illum: et dedit illi nomen, quod est super omne nomen.

Il Cristo si è fatto per noi obbediente fino alla morte e morte di croce.
V. Perciò Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome, che è sopra ogni altro nome.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioann 13:1-15
Ante diem festum Paschae, sciens Iesus, quia venit hora eius, ut tránseat ex hoc mundo ad Patrem: cum dilexísset suos, qui erant in mundo, in finem diléxit eos. Et cena facta, cum diábolus iam misísset in cor, ut tráderet eum Iudas Simónis Iscariótæ: sciens, quia ómnia dedit ei Pater in manus, et quia a Deo exivit, et ad Deum vadit: surgit a cena et ponit vestiménta sua: et cum accepísset línteum, præcínxit se. Deinde mittit aquam in pelvim, et coepit laváre pedes discipulórum, et extérgere línteo, quo erat præcínctus. Venit ergo ad Simónem Petrum. Et dicit ei Petrus: Dómine, tu mihi lavas pedes? Respóndit Iesus et dixit ei: Quod ego fácio, tu nescis modo, scies autem póstea. Dicit ei Petrus: Non lavábis mihi pedes in ætérnum. Respóndit ei Iesus: Si non lávero te, non habébis partem mecum. Dicit ei Simon Petrus: Dómine, non tantum pedes meos, sed et manus et caput. Dicit ei Iesus: Qui lotus est, non índiget nisi ut pedes lavet, sed est mundus totus. Et vos mundi estis, sed non omnes. Sciébat enim, quisnam esset, qui tráderet eum: proptérea dixit: Non estis mundi omnes. Postquam ergo lavit pedes eórum et accépit vestiménta sua: cum recubuísset íterum, dixit eis: Scitis, quid fécerim vobis? Vos vocátis me Magíster et Dómine: et bene dícitis: sum étenim. Si ergo ego lavi pedes vestros, Dóminus et Magíster: et vos debétis alter altérius laváre pedes. Exémplum enim dedi vobis, ut, quemádmodum ego feci vobis, ita et vos faciátis.

Prima della festa di Pasqua, Gesù sapendo che per lui era venuta l'ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine: e fatta la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figliuolo di Simone Iscariota, il disegno di tradirlo: sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, e ch'era venuto da Dio e a Dio se ne tornava: si leva da tavola, depone il mantello e, preso un asciugatoio, se Io cinge. Poi versa dell'acqua nel bacino, e si mette a lavare i piedi ai discepoli e a rasciugarli con l'asciugatoio. Viene dunque a Simon Pietro; e Pietro gli dice: Signore, tu lavare i piedi a me? Gesù gli rispose: «Quel che io faccio, tu adesso non lo sai; ma lo capirai dopo». Pietro gli dice: Tu non mi laverai i piedi, mai! E Gesù gli risponde: «Se io non ti laverò, non avrai parte con me». E Simon Pietro gli dice: Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo! E Gesù gli dice : «Chi è stato lavato, non ha bisogno di lavarsi, se non i piedi, ma è interamente mondo. E voi siete mondi, ma non tutti». Siccome sapeva chi era colui che l'avrebbe tradito, per questo disse: «Non tutti siete mondi». Come dunque ebbe loro lavato i piedi, ed ebbe ripreso il mantello, rimessosi a tavola, disse loro: « Lo capite quel che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Orbene, se io, che sono il Signore e il Maestro , vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno all'altro. Poiché vi ho dato un esempio, affinché cosi come ho fatto io, facciate anche voi».


Credo



 OFFERTORIUM
Ps 117:16 et 17.
Déxtera Dómini fecit virtútem, déxtera Dómini exaltávit me: non móriar, sed vivam, et narrábo ópera Dómini.

La destra del Signore ha mostrato la sua potenza; la destra del Signore mi ha esaltato: non morrò, ma vivrò e narrerò le opere del Signore.

SECRETA
Ipse tibi, quaesumus, Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus, sacrifícium nostrum reddat accéptum, qui discípulis suis in sui commemoratiónem hoc fíeri hodiérna traditióne monstrávit, Iesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, ti renda accetto questo nostro sacrificio quegli stesso, che con l'odierna istituzione insegnò ai suoi discepoli di offrirlo in sua memoria, Gesù Cristo, Figlio tuo, Signore nostro; il quale con te vive e regna. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE SANCTA CRUCE
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui salútem humáni géneris in ligno Crucis constituísti: ut, unde mors oriebátur, inde vita resúrgeret: et, qui in ligno vincébat, in ligno quoque vincerétur: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai procurato la salvezza del genere umano col legno della Croce: così che da dove venne la morte, di là risorgesse la vita, e chi col legno vinse, dal legno fosse vinto: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

INFRA ACTIONEM
Communicántes et diem sacratíssimum celebrántes, quo Dóminus noster Iesus Christus pro nobis est tráditus: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis eiúsdem Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beati Ioseph, eiusdem Virginis Sponsi, et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Iacóbi, Ioánnis, Thomæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Ioánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Iungit manus. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione celebriamo il giorno santissimo nel quale nostro Signore Gesù Cristo fu consegnato per noi; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e di quella del beato Giuseppe, Sposo della medesima Vergine e dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

Hanc ígitur oblatiónem servitútis nostræ, sed et cunctæ famíliæ tuæ, quam tibi offérimus ob diem, in qua Dóminus noster Iesus Christus trádidit discípulis suis Córporis et Sánguinis sui mystéria celebránda: quaesumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi et in electórum tuórum iúbeas grege numerári. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Ti preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia, che ti offriamo per il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo affidò ai suoi discepoli di celebrare i misteri del Corpo e del Sangue: ti preghiamo, o Signore, fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus, quaesumus, bene díctam, adscríp tam, ra tam, rationábilem acceptabilémque fácere dignéris: ut nobis Cor pus, et San guis fiat dilectíssimi Fílii tui, Dómini nostri Iesu Christi.

La quale offerta Tu, o Dio, degnati, te ne supplichiamo, di rendere in tutto e per tutto benedetta, ascritta, ratificata, ragionevole e accettabile affinché diventi per noi il Corpo e il Sangue del tuo dilettissimo Figlio nostro Signore Gesù Cristo.

Qui prídie, quam pro nostra omniúmque salúte paterétur, hoc est hódie, accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas, et elevátis óculis in coelum ad te Deum, Patrem suum omnipoténtem, tibi grátias agens, bene dixit, fregit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et manducáte ex hoc omnes.

HOC EST ENIM CORPUS MEUM.

Il Quale nella vigilia della Passione, cioè oggi, preso del pane nelle sue sante e venerabili mani , alzati gli occhi al cielo, a Te Dio Padre suo onnipotente rendendoti grazie, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e mangiatene tutti: QUESTO È IL MIO CORPO.

Il resto del Canone è come al solito. All’ Agnus Dei si risponde tutte e tre le volte “miserere nobis”. Non si dà il bacio di pace e si omette l’orazione “Domine Iesu Christe qui dixisti”.

COMMUNIO
Ioann 13:12, 13 et 15.
Dóminus Iesus, postquam coenávit cum discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: Scitis, quid fécerim vobis ego, Dóminus et Magíster? Exemplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis.

Il Signore Gesù, come ebbe cenato con i suoi discepoli, lavò loro i piedi, e disse: comprendete quel che io, Signore e maestro ho fatto a voi? Io vi ho dato l'esempio, perché cosi facciate anche voi.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti vitálibus aliméntis, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quod témpore nostræ mortalitátis exséquimur, immortalitátis tuæ múnere consequámur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Dio nostro, ristorati da questi vitali alimenti, concedici di conseguire, col dono della tua immortalità, ciò che celebriamo durante la nostra vita mortale. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Dopo la Messa il Santissimo Sacramento viene portato al Sepolcro e si canta il Pange lingua.
Pange língua, gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
Quem in mundi prétium
Fructus ventris generósi
Rex effúdit géntium.

Nobis datus, nobis natus
Ex intácta Vírgine,
Et in mundo conversátus,
Sparso verbi sémine.
Sui moras incolátus.
Miro clausit órdine.

In suprémæ nocte cœnae
Recúmbens cum frátribus,
Observáta lege plene
Cibis in legálibus,
Cibum turbæ duodénæ
Se dat suis mánibus.

Verbum caro, panem verum
Verbo carnem éfficit;
Fitque sanguis Christi merum:
Et si sensus déficit,
Ad firmándum cor sincérum
Sola fides súfficit.

Tantum ergo Sacraméntum
Venerémur cérnui:
Et antíquum documéntum
Novo cedat ritui:
Præstet fides supplémentum
Sénsuum deféctui.

Genitóri, Genitóque
Laus et iubilátio:
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedíctio
Procedénti ab utróque
Compar sit laudátio.
Amen.

Canta, o lingua, il mistero
del Corpo glorioso
e del Sangue prezioso,
che in prezzo del mondo
ha versato il frutto d'un seno generoso
il Re delle genti.

Dato a noi e nato per noi
da intatta Vergine,
dopo d'esser vissuto nel mondo
e sparso il seme della parola,
chiuse la fine del suo pellegrinaggio
con una meravigliosa istituzione.

Nella notte dell'ultima cena,
sedendo a mensa coi fratelli,
pienamente osservata la legge
sui cibi prescritti,
al collegio dei dodici in cibo
dà se stesso colle sue mani.

Il Verbo incarnato, con una parola,
di vero pane fa sua carne;
e il vino diventa sangue di Cristo;
e se i sensi ciò non comprendono,
a persuadere un cuor sincero
basta la sola fede.

Quindi un tanto Sacramento
prostrati veneriamo;
e l'antico sacrificio
ceda il posto al nuovo rito;
la fede poi supplisca
al difetto dei sensi.

Al Padre e al Figlio
sia lode e giubilo,
salute, onore, potenza
e benedizione;
a Colui che procede da ambedue
sia pari lode. Amen.

Quindi si compie la Spoliazione degli altari, durante la quale si cantano la seguente antifona e il salmo


Ant. Divisérunt sibi vestiménta mea: et super vestem meam misérunt sortem.

Deus, Deus meus, réspice in me: quare me dereliquísti? * longe a salúte mea verba delictórum meórum.
Deus meus, clamábo per diem, et non exáudies: * et nocte, et non ad insipiéntiam mihi.
Tu autem in sancto hábitas, * laus Israël.
In te speravérunt patres nostri: * speravérunt, et liberásti eos.
Ad te clamavérunt, et salvi facti sunt: * in te speravérunt, et non sunt confúsi.
Ego autem sum vermis, et non homo: * oppróbrium hóminum, et abiéctio plebis.
Omnes vidéntes me, derisérunt me: * locúti sunt lábiis, et movérunt caput.
Sperávit in Dómino, erípiat eum: * salvum fáciat eum, quóniam vult eum.
Quóniam tu es, qui extraxísti me de ventre: * spes mea ab ubéribus matris meæ. In te proiéctus sum ex útero:
De ventre matris meæ Deus meus es tu, * ne discésseris a me:
Quóniam tribulátio próxima est: * quóniam non est qui ádiuvet.
Circumdedérunt me vítuli multi: * tauri pingues obsedérunt me.
Aperuérunt super me os suum, * sicut leo rápiens et rúgiens.
Sicut aqua effúsus sum: * et dispérsa sunt ómnia ossa mea.
Factum est cor meum tamquam cera liquéscens * in médio ventris mei.
Aruit tamquam testa virtus mea, et lingua mea adhæsit fáucibus meis: * et in púlverem mortis deduxísti me.
Quóniam circumdedérunt me canes multi: * concílium malignántium obsédit me.
Fodérunt manus meas et pedes meos: * dinumeravérunt ómnia ossa mea.
Ipsi vero consideravérunt et inspexérunt me: * divisérunt sibi vestiménta mea, et super vestem meam misérunt sortem.
Tu autem, Dómine, ne elongáveris auxílium tuum a me: * ad defensiónem meam cónspice.
Erue a frámea, Deus, ánimam meam: * et de manu canis únicam meam:
Salva me ex ore leónis: * et a córnibus unicórnium humilitátem meam.
Narrábo nomen tuum frátribus meis: * in médio ecclésiæ laudábo te.
Qui timétis Dóminum, laudáte eum: * univérsum semen Iacob, glorificáte eum.
Tímeat eum omne semen Israël: * quóniam non sprevit, neque despéxit deprecatiónem páuperis:
Nec avértit fáciem suam a me: * et cum clamárem ad eum, exaudívit me.
Apud te laus mea in ecclésia magna: * vota mea reddam in conspéctu timéntium eum.
Edent páuperes, et saturabúntur: et laudábunt Dóminum qui requírunt eum: * vivent corda eórum in sǽculum sǽculi.
Reminiscéntur et converténtur ad Dóminum * univérsi fines terræ:
Et adorábunt in conspéctu eius * univérsæ famíliæ géntium.
Quóniam Dómini est regnum: * et ipse dominábitur géntium.
Manducavérunt et adoravérunt omnes pingues terræ: * in conspéctu eius cadent omnes qui descéndunt in terram.
Et ánima mea illi vivet: * et semen meum sérviet ipsi.
Annuntiábitur Dómino generátio ventúra: * et annuntiábunt cœli iustítiam eius pópulo qui nascétur, quem fecit Dóminus.

Ant. Divisérunt sibi vestiménta mea: et super vestem meam misérunt sortem.

Ant. Si sono divise tra loro le mie vesti, e sulla mia tunica han gettato la sorte.

Dio, Dio mio, volgiti a me: * perché tu mi hai abbandonato? mi allontana dalla salvezza, la voce dei miei delitti.
Mio Dio, grido di giorno, e non mi esaudisci: * gridola notte, e non per mia follia.
Eppure tu abiti nel santuario, * o gloria d'Israele.
In te sperarono i padri nostri: * sperarono e tu li liberasti.
Gridarono a te e furono salvati: * in te sperarono, e non restarono confusi.
Ma io sono un verme, e non un uomo: * l'obbrobrio degli uomini, e il rifiuto della plebe.
Quanti mi vedono mi scherniscono, * parlottano [sogghignano] colle labbra e scuotono la testa.
Ha sperato nel Signore: egli lo liberi. * Lo salvi, giacché lo ama.
Sì, sei tu, che mi traesti dal seno, * mia speranza fin dalle poppe materne.
Su te fui gettato dal grembo materno: dal seno di mia madre tu sei il mio Dio. * Non ti allontanare da me,
Poiché la tribolazione è vicina, * poiché non c'è chi soccorra.
Mi hanno circondato molti giovenchi: * mi hanno accerchiato grassi tori.
Hanno spalancato contro di me la loro bocca, * come un leone che sbrana, e ruggisce.
Mi sono disciolto come acqua, * e si sono slogate le mie ossa.
Il mio cuore è diventato come cera, che si liquefa * in mezzo alle mie viscere.
Il mio vigore è inaridito come un coccio, e la mia lingua si è attaccata al mio palato, * e mi hai condotto nella polvere della morte.
Poiché numerosi cani mi han circondato: * un concilio di maligni mi ha accerchiato.
Hanno forato le mie mani e i miei piedi: * hanno contato tutte le mie ossa.
Essi poi mi hanno guardato e osservato attentamente. * Si sono divise tra loro le mie vesti, e sulla mia veste [tunica] han gettato la sorte.
Ma tu, o Signore, non allontanar da me il tuo soccorso: * accorri in mia difesa.
Libera dalla spada, o Dio, la mia anima: * e dalla violenza del cane [poiché è] la mia unica.
Salvami dalle fauci del leone, * e la mia debolezza dalle corna degli unicorni.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, * in mezzo alla Chiesa ti loderò.
O voi, che temete il Signore, lodatelo: * o intera discendenza di Giacobbe, glorificatelo.
Lo tema tutta la stirpe d'Israele, * perché non disdegnò, né disprezzò la supplica del povero:
Né rivolse da me la sua faccia * e quando alzai a lui le mie grida mi esaudì.
Da te la mia lode nella grande Chiesa, * scioglierò i miei voti in presenza di coloro che lo temono.
I poveri mangeranno, e saranno saziati e loderanno il Signore quei che lo cercano: * vivranno i loro cuori in eterno.
Si ricorderanno e si convertiranno al Signore * tutti i confini della terra:
E adoranti al suo cospetto, * tutte quante le famiglie delle genti.
Poiché del Signore è il regno, * ed egli dominerà sulle genti.
Tutti i potenti della terra hanno mangiato e hanno adorato; * dinanzi a lui si prostreranno tutti quelli che scendono nella terra.
E l'anima mia vivrà per lui, * e la mia stirpe a lui servirà.
Sarà annunziata al Signore la generazione avvenire, * e i cieli annunzieranno la giustizia di lui al popolo che nascerà, e che il Signore ha creato.

Ant. Si sono divise tra loro le mie vesti, e sulla mia tunica han gettato la sorte.


Dopo la spoliazione degli altari si celebra il rito della Lavanda dei Piedi
  


Antiphona 1
Ioann 13:34.
Ant. Mandátum novum do vobis: ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos, dicit Dóminus.
Ps 118:1.
Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini.
Ant. Mandátum novum do vobis: ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos, dicit Dóminus.


Un nuovo precetto vi do: che vi amiate a vicenda, come io ho amato voi, dice il Signore.
V. Beati quanti sono di condotta immacolata; che vivono nella legge del Signore.

Antiphona 2
Ioann 13:4, 5 et 15.
Ant. Postquam surréxit Dóminus a cœna, misit aquam in pelvim, et cœpit laváre pedes discipulórum suórum: hoc exémplum réliquit eis.
Ps 47:2.
Magnus Dóminus, et laudábilis nimis: in civitáte Dei nostri, in monte sancto eius.
Ant. Postquam surréxit Dóminus a cœna, misit aquam in pelvim, et cœpit laváre pedes discipulórum suórum: hoc exémplum réliquit eis.

Antiphona 3
Ioann 13:12, 13 et 15.
Ant. Dóminus Iesus, postquam cenávit cum discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: «Scitis, quid fécerim vobis ego, Dóminus et Magíster? Exémplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis».
Ps 84:2.
Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Iacob.
Ant. Dóminus Iesus, postquam cenávit cum discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: «Scitis, quid fécerim vobis ego, Dóminus et Magíster? Exémplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis».

Il Signore Gesù, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, disse loro: Capite che vi ho fatto io, Signore e Maestro? Vi ho dato l'esempio perché così anche voi facciate.
V. Signore, hai benedetto la tua terra. liberasti Giacobbe dalla schiavitù.
Il Signore Gesù, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, disse loro: Capite che vi ho fatto io, Signore e Maestro? Vi ho dato l'esempio perché così anche voi facciate.

Antiphona 4
Ioann 13:6-7 et 8.
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».
V. Venit ergo ad Simónem Petrum, et dixit ei Petrus.
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».
V. «Quod ego fácio, tu nescis modo: scies autem póstea».
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».

O Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.
V. Venne dunque a Simon Pietro, e Pietro gli disse:
Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.
V. Ora non sai ciò che io faccio, lo saprai poi.
Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.

Antiphona 5
Ioann 13:14.
Ant. «Si ego, Dóminus et Magíster vester, lavi vobis pedes: quanto magis debétis alter altérius laváre pedes?»
Ps 48:2
Audíte hæc, omnes gentes: áuribus percípite, qui habitátis orbem.
Ant. «Si ego, Dóminus et Magíster vester, lavi vobis pedes: quanto magis debétis alter altérius laváre pedes?»

Se io, vostro Signore e Maestro, ho lavato i piedi a voi, quanto più dovrete lavarveli a vicenda?
V. Genti tutte, udite; porgete l'orecchio, abitatori tutti della terra.
Se io, vostro Signore e Maestro, ho lavato i piedi a voi, quanto più dovrete lavarveli a vicenda?

Antiphona 6
Ioann 13:35.
Ant. «In hoc cognóscent omnes, quia discípuli mei estis, si dilectiónem habuéritis ad ínvicem».
V. Dixit Iesus discípulis suis.
Ant. «In hoc cognóscent omnes, quia discípuli mei estis, si dilectiónem habuéritis ad ínvicem».

Da ciò capiranno tutti che siete miei discepoli, se vi amerete a vicenda.
V. Disse Gesù ai suoi discepoli:
Da ciò capiranno tutti che siete miei discepoli, se vi amerete a vicenda.

Antiphona 7
1 Cor 13:13.
Ant. Máneant in vobis fides, spes, cáritas, tria hæc: maior autem horum est cáritas.
V. Nunc autem manent fides, spes, cáritas, tria hæc: maior horum est cáritas.
Ant. Máneant in vobis fides, spes, cáritas, tria hæc: maior autem horum est cáritas.

Restino in voi queste tre cose: fede, speranza e carità; di queste la carità è la maggiore.
V. Rimangono ora la fede, la speranza, la carità, queste tre virtù; la più grande di esse è la carità.
Restino in voi queste tre cose: fede, speranza e carità; di queste la carità è la maggiore.

Antiphona 8
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Congregávit nos in unum Christi amor. / Exsultémus et in ipso iucundémur. / imeámus et amémus Deum vivum. / Et ex corde diligámus nos sincéro.
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Simul ergo cum in unum congregámur: / Ne nos mente dividámur, caveámus. / Cessent iúrgia malígna, cessent lites. / Et in médio nostri sit Christus Deus.
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Simul quoque cum Beátis videámus / Gloriánter vultum tuum, Christe Deus: / Gáudium, quod est imménsum atque probum, / Sǽcula per infiníta sæculórum. Amen.

Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
L’amore di Cristo ci riunì in un solo corpo. / Esultiamo e rallegriamoci in Lui. / Temiamo ed amiamo il Dio vivo. / E amiamoci con cuore sincero.
Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
Allora se ci uniamo tutti insieme, badiamo di non essere, divisi di cuore. / Cessino le maligne contese, cessino le liti. / E in mezzo a noi ci sia il Cristo Dio.
Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
In un coi beati possiamo noi vedere nella gloria il volto tuo, o Cristo Dio. / Vero ed immenso gaudio. / Per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

Pater noster (in segreto)
V. Et ne nos inducas in tentationem.
R. Sed libera nos a malo.
V. Tu mandásti mandáta tua, Dómine.
R. Custodíri nimis.
V. Tu lavásti pedes discipulórum tuórum.
R. Opera mánuum tuárum ne despícias.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.

Orémus.
Adésto, Dómine, quǽsumus, offício servitútis nostræ: et quia tu discípulis tuis pedes laváre dignátus es, ne despícias ópera mánuum tuárum, quæ nobis retinénda mandásti: ut, sicut hic nobis, et a nobis exterióra abluúntur inquinaménta; sic a te ómnium nostrum interióra lavéntur peccáta. Quod ipse præstáre dignéris, qui vivis et regnas Deus: per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

V. Tu, o Signore, ordinasti che i tuoi comandi,
R. Siano bene eseguiti.
V. Tu lavasti i piedi dei tuoi discepoli.
R. Non aver in dispregio le opere delle tue mani.
V. Esaudisci, o Signore, la mia preghiera.
R. Il mio grido salga sino a te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con lo spirito tuo.

Preghiamo.
Noi ti preghiamo, o Signore, a favorire gli umili doveri della nostra servitù, e giacché tu ti sei degnato di lavare i piedi dei tuoi discepoli, non rigettare le opere delle tue mani, che ci comandasti di imitare; affinché, come qui da noi e a noi scambievolmente si lavano le esteriori sozzure, così da te siano lavate tutte le macchie interne dei nostri peccati. Il che ti degnerai di concederci tu stesso che vivi e regni Dio per tutti ì secoli dei secoli. Amen.