Il Giovedì Santo la Santa Chiesa
commemora come Gesù Cristo il giorno prima di esser crocefisso per la
redenzione dell’umanità volle istituire i Sacramenti dell’Eucarestia e dell’Ordine.
Ad
missam
Statio ad sanctum Ioannem in Laterano
Gal 6:14.- Nos autem gloriári opórtet in Cruce
Dómini nostri Iesu Christi: in quo est salus, vita et resurréctio nostra: per
quem salváti et liberáti sumus ~~ Ps 66:2- Deus misereátur nostri, et benedícat
nobis: illúminet vultum suum super nos, et misereátur nostri. ~~ Nos
autem gloriári opórtet in Cruce Dómini nostri Iesu Christi: in quo est salus,
vita et resurréctio nostra: per quem salváti et liberáti sumus
Gal 6:14.- Quanto a noi non sia mai che ci gloriamo
d'altro se non della croce del Signor nostro Gesù Cristo; in Lui è la salvezza,
la vita e la resurrezione nostra; per mezzo suo siamo stati salvati e liberati.
~~ Ps 66:2-
Dio abbia pietà di noi e ci benedica; faccia splendere su di noi il suo sguardo
e ci usi pietà. ~~
Quanto a noi non sia mai che ci gloriamo d'altro se non della croce del Signor
nostro Gesù Cristo; in Lui è la salvezza, la vita e la resurrezione nostra; per
mezzo suo siamo stati salvati e liberati.
Gloria
Durante
il canto del Gloria si
suonano le campane che poi rimarranno mute fino al Gloria della Notte di
Pasqua.
ORATIO
Orémus.
Deus, a quo et Iudas reatus sui poenam,
et confessiónis suæ latro praemium sumpsit, concéde nobis tuæ propitiatiónis
efféctum: ut, sicut in passióne sua Iesus Christus, Dóminus noster, diversa
utrísque íntulit stipéndia meritórum; ita nobis, abláto vetustátis erróre,
resurrectiónis suæ grátiam largiátur: Qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Dio, da cui Giuda ricevette il castigo
del suo delitto e il ladrone il premio del suo pentimento, fa a noi sentire
l'effetto della tua pietà, affinché, come nella sua Passione Gesù Cristo Signor
nostro diede all'uno e all'altro il dovuto trattamento, cosi tolte da noi le
aberrazioni dell'uomo vecchio, ci dia la grazia della sua risurrezione. Lui che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad
Corínthios.
1 Cor 11:20-32.
Fratres: Conveniéntibus vobis m unum, iam
non est Domínicam coenam manducáre. Unusquísque enim suam cenam præsúmit ad
manducándum. Et alius quidem ésurit: álius autem ébrius est. Numquid domos non
habétis ad manducándum et bibéndum? aut ecclésiam Dei contémnitis, et
confúnditis eos, qui non habent? Quid dicam vobis? Laudo vos? In hoc non laudo.
Ego enim accépi a Dómino quod et trádidi vobis, quóniam Dóminus Iesus, in qua
nocte tradebátur, accépit panem, et grátias agens fregit, et dixit: Accípite,
et manducáte: hoc est corpus meum, quod pro vobis tradétur: hoc fácite in meam
commemoratiónem. Simíliter et cálicem, postquam coenávit, dicens: Hic calix novum
Testaméntum est in meo sánguine: hoc fácite, quotiescúmque bibétis, in meam
commemoratiónem. Quotiescúmque enim manducábitis panem hunc et cálicem bibétis:
mortem Dómini annuntiábitis, donec véniat. Itaque quicúmque manducáverit panem
hunc vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis et sánguinis
Dómini. Probet autem seípsum homo: et sic de pane illo edat et de cálice bibat.
Qui enim mandúcat et bibit indígne, iudícium sibi mandúcat et bibit: non
diiúdicans corpus Dómini. Ideo inter vos multi infirmi et imbecílles, et
dórmiunt multi. Quod si nosmetípsos diiudicarémus, non útique iudicarémur. Dum
iudicámur autem, a Dómino corrípimur,ut non cum hoc mundo damnémur.
Fratelli; quando vi adunate in sacra
adunanza, non vi comportate come chi deve prepararsi a mangiare la Cena del
Signore, poiché ciascuno pensa a consumare la propria cena tanto che uno
patisce la fame e l'altro si ubriaca. Ma non avete le vostre case per mangiare
e bere? O avete in disprezzo l'assemblea di Dio e desiderate far arrossire
coloro che non hanno nulla? Che " devo dirvi? forse lodarvi? In questo
certamente no, Quello infatti che io vi ho insegnato me l'ha comunicato il
Signore, e cioè: II Signore Gesù la notte in cui fu tradito, prese il pane e,
dopo aver reso le grazie a Dio, lo spezzò e disse: «Prendete e mangiate: questo
è il mio Corpo, che sarà dato a morte per voi; fate questo in memoria di me». E
similmente, dopo aver cenato, prese anche il Calice, dicendo: «Questo Calice è
il nuovo Patto nel mio Sangue: fate questo tutte le volte che ne berrete in mio
ricordo», Quindi ogni qualvolta mangerete questo Pane e berrete questo Calice
annunzierete la morte del Signore, finché Egli non venga. Chiunque dunque
mangerà questo Pane o berrà il Calice del Signore indegnamente sarà reo del
Sangue e del Corpo del Signore. Ognuno pertanto esamini se stesso e poi mangi
di quel Pane e beva di quel Calice; perché chi ne mangia e ne beve
indegnamente, non pensando che quello è il Corpo del Signore, mangia e beve la
sua condanna. Ecco perché tra voi ci sono molti malati e deboli, e parecchi ne
muoiono. Se ci esaminassimo bene da noi stessi, non saremmo condannati; invece
se siamo giudicati dal Signore, Egli deve castigarci per non condannarci col
mondo
GRADUALE
Phil 2:8-9
Christus factus est pro nobis oboediens
usque ad mortem, mortem autem crucis
V. Propter quod et Deus exaltávit illum: et dedit
illi nomen, quod est super omne nomen.
Il Cristo si è fatto per noi obbediente
fino alla morte e morte di croce.
V. Perciò Dio lo ha esaltato e gli ha dato un
nome, che è sopra ogni altro nome.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioann 13:1-15
Ante diem festum Paschae, sciens Iesus,
quia venit hora eius, ut tránseat ex hoc mundo ad Patrem: cum dilexísset suos,
qui erant in mundo, in finem diléxit eos. Et cena facta, cum diábolus iam
misísset in cor, ut tráderet eum Iudas Simónis Iscariótæ: sciens, quia ómnia
dedit ei Pater in manus, et quia a Deo exivit, et ad Deum vadit: surgit a cena
et ponit vestiménta sua: et cum accepísset línteum, præcínxit se. Deinde mittit
aquam in pelvim, et coepit laváre pedes discipulórum, et extérgere línteo, quo
erat præcínctus. Venit ergo ad Simónem Petrum. Et dicit ei Petrus: Dómine, tu
mihi lavas pedes? Respóndit Iesus et dixit ei: Quod ego fácio, tu nescis modo,
scies autem póstea. Dicit ei Petrus: Non lavábis mihi pedes in ætérnum.
Respóndit ei Iesus: Si non lávero te, non habébis partem mecum. Dicit ei Simon
Petrus: Dómine, non tantum pedes meos, sed et manus et caput. Dicit ei Iesus:
Qui lotus est, non índiget nisi ut pedes lavet, sed est mundus totus. Et vos
mundi estis, sed non omnes. Sciébat enim, quisnam esset, qui tráderet eum:
proptérea dixit: Non estis mundi omnes. Postquam ergo lavit pedes eórum et accépit
vestiménta sua: cum recubuísset íterum, dixit eis: Scitis, quid fécerim vobis?
Vos vocátis me Magíster et Dómine: et bene dícitis: sum étenim. Si ergo ego
lavi pedes vestros, Dóminus et Magíster: et vos debétis alter altérius laváre
pedes. Exémplum enim dedi vobis, ut, quemádmodum ego feci vobis, ita et vos
faciátis.
Prima della festa di Pasqua, Gesù sapendo
che per lui era venuta l'ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver
amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine: e fatta la cena,
quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figliuolo di Simone
Iscariota, il disegno di tradirlo: sapendo che il Padre gli aveva dato tutto
nelle mani, e ch'era venuto da Dio e a Dio se ne tornava: si leva da tavola,
depone il mantello e, preso un asciugatoio, se Io cinge. Poi versa dell'acqua
nel bacino, e si mette a lavare i piedi ai discepoli e a rasciugarli con
l'asciugatoio. Viene dunque a Simon Pietro; e Pietro gli dice: Signore, tu
lavare i piedi a me? Gesù gli rispose: «Quel che io faccio, tu adesso non lo
sai; ma lo capirai dopo». Pietro gli dice: Tu non mi laverai i piedi, mai! E
Gesù gli risponde: «Se io non ti laverò, non avrai parte con me». E Simon
Pietro gli dice: Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo! E
Gesù gli dice : «Chi è stato lavato, non ha bisogno di lavarsi, se non i piedi,
ma è interamente mondo. E voi siete mondi, ma non tutti». Siccome sapeva chi
era colui che l'avrebbe tradito, per questo disse: «Non tutti siete mondi».
Come dunque ebbe loro lavato i piedi, ed ebbe ripreso il mantello, rimessosi a
tavola, disse loro: « Lo capite quel che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e
Signore; e dite bene, perché lo sono. Orbene, se io, che sono il Signore e il
Maestro , vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno
all'altro. Poiché vi ho dato un esempio, affinché cosi come ho fatto io,
facciate anche voi».
Credo
OFFERTORIUM
Ps 117:16 et 17.
Déxtera Dómini fecit virtútem, déxtera
Dómini exaltávit me: non móriar, sed vivam, et narrábo ópera Dómini.
La destra del Signore ha mostrato la sua
potenza; la destra del Signore mi ha esaltato: non morrò, ma vivrò e narrerò le
opere del Signore.
SECRETA
Ipse tibi, quaesumus, Dómine sancte,
Pater omnípotens, ætérne Deus, sacrifícium nostrum reddat accéptum, qui
discípulis suis in sui commemoratiónem hoc fíeri hodiérna traditióne
monstrávit, Iesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et
regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
O Signore santo, Padre onnipotente,
eterno Dio, ti renda accetto questo nostro sacrificio quegli stesso, che con
l'odierna istituzione insegnò ai suoi discepoli di offrirlo in sua memoria,
Gesù Cristo, Figlio tuo, Signore nostro; il quale con te vive e regna. Lui che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
PRÆFATIO
DE SANCTA CRUCE
Vere dignum et iustum est, æquum et
salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater
omnípotens, ætérne Deus: Qui salútem humáni géneris in ligno Crucis
constituísti: ut, unde mors oriebátur, inde vita resúrgeret: et, qui in ligno
vincébat, in ligno quoque vincerétur: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne
dicéntes
È veramente degno e giusto, conveniente e
salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo,
Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai procurato la salvezza del genere umano
col legno della Croce: così che da dove venne la morte, di là risorgesse la
vita, e chi col legno vinse, dal legno fosse vinto: per Cristo nostro Signore.
Per mezzo di Lui la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e
tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci
anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo
INFRA
ACTIONEM
Communicántes et diem sacratíssimum
celebrántes, quo Dóminus noster Iesus Christus pro nobis est tráditus: sed et
memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis
eiúsdem Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beati Ioseph, eiusdem
Virginis Sponsi, et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli,
Andréæ, Iacóbi, Ioánnis, Thomæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei,
Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni,
Lauréntii, Chrysógoni, Ioánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum
tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ
muniámur auxílio. Iungit manus. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Uniti in una stessa comunione celebriamo
il giorno santissimo nel quale nostro Signore Gesù Cristo fu consegnato per
noi; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine
Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e di quella del
beato Giuseppe, Sposo della medesima Vergine e dei tuoi beati Apostoli e
Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio,
Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i
tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa
siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro
Signore. Amen.
Hanc ígitur oblatiónem servitútis nostræ,
sed et cunctæ famíliæ tuæ, quam tibi offérimus ob diem, in qua Dóminus noster
Iesus Christus trádidit discípulis suis Córporis et Sánguinis sui mystéria
celebránda: quaesumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace
dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi et in electórum tuórum iúbeas
grege numerári. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Ti preghiamo, dunque, o Signore, di
accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia,
che ti offriamo per il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo affidò ai suoi
discepoli di celebrare i misteri del Corpo e del Sangue: ti preghiamo, o
Signore, fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo
liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti. Per
Cristo nostro Signore. Amen.
Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus,
quaesumus, bene ☩ díctam,
adscríp ☩ tam, ra ☩ tam, rationábilem acceptabilémque fácere
dignéris: ut nobis Cor ☩ pus, et San
☩ guis fiat
dilectíssimi Fílii tui, Dómini nostri Iesu Christi.
La quale offerta Tu, o Dio, degnati, te
ne supplichiamo, di rendere in tutto e per tutto benedetta, ascritta, ratificata, ragionevole e
accettabile affinché diventi per noi il Corpo e il Sangue del
tuo dilettissimo Figlio nostro Signore Gesù Cristo.
Qui prídie, quam pro nostra omniúmque
salúte paterétur, hoc est hódie, accépit panem in sanctas ac venerábiles manus
suas, et elevátis óculis in coelum ad te Deum, Patrem suum omnipoténtem, tibi
grátias agens, bene ☩ dixit,
fregit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et manducáte ex hoc omnes.
HOC EST ENIM CORPUS MEUM.
Il Quale nella vigilia della Passione,
cioè oggi, preso del pane nelle sue sante e venerabili mani , alzati gli occhi
al cielo, a Te Dio Padre suo onnipotente rendendoti grazie, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli,
dicendo: Prendete e mangiatene tutti: QUESTO È IL MIO CORPO.
Il
resto del Canone è come al solito. All’ Agnus Dei si risponde tutte e tre le volte “miserere
nobis”. Non si dà il bacio di pace e si
omette l’orazione “Domine Iesu Christe qui dixisti”.
COMMUNIO
Ioann
13:12, 13 et 15.
Dóminus Iesus, postquam coenávit cum
discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: Scitis, quid fécerim vobis
ego, Dóminus et Magíster? Exemplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis.
Il Signore Gesù, come ebbe cenato con i
suoi discepoli, lavò loro i piedi, e disse: comprendete quel che io, Signore e
maestro ho fatto a voi? Io vi ho dato l'esempio, perché cosi facciate anche
voi.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti vitálibus aliméntis, quaesumus,
Dómine, Deus noster: ut, quod témpore nostræ mortalitátis exséquimur,
immortalitátis tuæ múnere consequámur. Per Dominum nostrum Iesum Christum,
Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Signore Dio nostro, ristorati da questi
vitali alimenti, concedici di conseguire, col dono della tua immortalità, ciò
che celebriamo durante la nostra vita mortale. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo
la Messa il Santissimo Sacramento viene portato al Sepolcro e si canta il Pange lingua.
Quindi si compie la Spoliazione degli altari, durante la quale si cantano la seguente antifona e il salmo
Pange língua, gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
Quem in mundi prétium
Fructus ventris generósi
Rex effúdit géntium.
Nobis datus, nobis natus
Ex intácta Vírgine,
Et in mundo conversátus,
Sparso verbi sémine.
Sui moras incolátus.
Miro clausit órdine.
In suprémæ nocte cœnae
Recúmbens cum frátribus,
Observáta lege plene
Cibis in legálibus,
Cibum turbæ duodénæ
Se dat suis mánibus.
Verbum caro, panem verum
Verbo carnem éfficit;
Fitque sanguis Christi merum:
Et si sensus déficit,
Ad firmándum cor sincérum
Sola fides súfficit.
Tantum ergo Sacraméntum
Venerémur cérnui:
Et antíquum documéntum
Novo cedat ritui:
Præstet fides supplémentum
Sénsuum deféctui.
Genitóri, Genitóque
Laus et iubilátio:
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedíctio
Procedénti ab utróque
Compar sit laudátio.
Amen.
Canta, o lingua, il mistero
del Corpo glorioso
e del Sangue prezioso,
che in prezzo del mondo
ha versato il frutto d'un seno
generoso
il Re delle genti.
Dato a noi e nato per noi
da intatta Vergine,
dopo d'esser vissuto nel mondo
e sparso il seme della parola,
chiuse la fine del suo
pellegrinaggio
con una meravigliosa
istituzione.
Nella notte dell'ultima cena,
sedendo a mensa coi fratelli,
pienamente osservata la legge
sui cibi prescritti,
al collegio dei dodici in cibo
dà se stesso colle sue mani.
Il Verbo incarnato, con una
parola,
di vero pane fa sua carne;
e il vino diventa sangue di
Cristo;
e se i sensi ciò non
comprendono,
a persuadere un cuor sincero
basta la sola fede.
Quindi un tanto Sacramento
prostrati veneriamo;
e l'antico sacrificio
ceda il posto al nuovo rito;
la fede poi supplisca
al difetto dei sensi.
Al Padre e al Figlio
sia lode e giubilo,
salute, onore, potenza
e benedizione;
a Colui che procede da ambedue
sia pari lode. Amen.
Quindi si compie la Spoliazione degli altari, durante la quale si cantano la seguente antifona e il salmo
Ant. Divisérunt sibi vestiménta mea: et super
vestem meam misérunt sortem.
Deus, Deus meus, réspice in me: quare me
dereliquísti? * longe a salúte mea verba delictórum meórum.
Deus meus, clamábo per diem, et non
exáudies: * et nocte, et non ad insipiéntiam mihi.
Tu autem in sancto hábitas, * laus
Israël.
In te speravérunt patres nostri: *
speravérunt, et liberásti eos.
Ad te clamavérunt, et salvi facti sunt: *
in te speravérunt, et non sunt confúsi.
Ego autem sum vermis, et non homo: *
oppróbrium hóminum, et abiéctio plebis.
Omnes vidéntes me, derisérunt me: *
locúti sunt lábiis, et movérunt caput.
Sperávit in Dómino, erípiat eum: * salvum
fáciat eum, quóniam vult eum.
Quóniam tu es, qui extraxísti me de
ventre: * spes mea ab ubéribus matris meæ. In te proiéctus sum ex útero:
De ventre matris meæ Deus meus es tu, *
ne discésseris a me:
Quóniam tribulátio próxima est: * quóniam
non est qui ádiuvet.
Circumdedérunt me vítuli multi: * tauri
pingues obsedérunt me.
Aperuérunt super me os suum, * sicut leo
rápiens et rúgiens.
Sicut aqua effúsus sum: * et dispérsa
sunt ómnia ossa mea.
Factum est cor meum tamquam cera
liquéscens * in médio ventris mei.
Aruit tamquam testa virtus mea, et lingua
mea adhæsit fáucibus meis: * et in púlverem mortis deduxísti me.
Quóniam circumdedérunt me canes multi: *
concílium malignántium obsédit me.
Fodérunt manus meas et pedes meos: *
dinumeravérunt ómnia ossa mea.
Ipsi vero consideravérunt et inspexérunt
me: * divisérunt sibi vestiménta mea, et super vestem meam misérunt sortem.
Tu autem, Dómine, ne elongáveris auxílium
tuum a me: * ad defensiónem meam cónspice.
Erue a frámea, Deus, ánimam meam: * et de
manu canis únicam meam:
Salva me ex ore leónis: * et a córnibus
unicórnium humilitátem meam.
Narrábo nomen tuum frátribus meis: * in
médio ecclésiæ laudábo te.
Qui timétis Dóminum, laudáte eum: *
univérsum semen Iacob, glorificáte eum.
Tímeat eum omne semen Israël: * quóniam
non sprevit, neque despéxit deprecatiónem páuperis:
Nec avértit fáciem suam a me: * et cum
clamárem ad eum, exaudívit me.
Apud te laus mea in ecclésia magna: *
vota mea reddam in conspéctu timéntium eum.
Edent páuperes, et saturabúntur: et
laudábunt Dóminum qui requírunt eum: * vivent corda eórum in sǽculum sǽculi.
Reminiscéntur et converténtur ad Dóminum
* univérsi fines terræ:
Et adorábunt in conspéctu eius * univérsæ
famíliæ géntium.
Quóniam Dómini est regnum: * et ipse
dominábitur géntium.
Manducavérunt et adoravérunt omnes
pingues terræ: * in conspéctu eius cadent omnes qui descéndunt in terram.
Et ánima mea illi vivet: * et semen meum
sérviet ipsi.
Annuntiábitur Dómino generátio ventúra: *
et annuntiábunt cœli iustítiam eius pópulo qui nascétur, quem fecit Dóminus.
Ant. Divisérunt sibi vestiménta mea: et super
vestem meam misérunt sortem.
Ant. Si sono divise tra loro le mie vesti, e
sulla mia tunica han gettato la sorte.
Dio, Dio mio, volgiti a me: * perché tu
mi hai abbandonato? mi allontana dalla salvezza, la voce dei miei delitti.
Mio Dio, grido di giorno, e non mi
esaudisci: * gridola notte, e non per mia follia.
Eppure tu abiti nel santuario, * o gloria
d'Israele.
In te sperarono i padri nostri: *
sperarono e tu li liberasti.
Gridarono a te e furono salvati: * in te
sperarono, e non restarono confusi.
Ma io sono un verme, e non un uomo: *
l'obbrobrio degli uomini, e il rifiuto della plebe.
Quanti mi vedono mi scherniscono, *
parlottano [sogghignano] colle labbra e scuotono la testa.
Ha sperato nel Signore: egli lo liberi. *
Lo salvi, giacché lo ama.
Sì, sei tu, che mi traesti dal seno, *
mia speranza fin dalle poppe materne.
Su te fui gettato dal grembo materno: dal
seno di mia madre tu sei il mio Dio. * Non ti allontanare da me,
Poiché la tribolazione è vicina, * poiché
non c'è chi soccorra.
Mi hanno circondato molti giovenchi: * mi
hanno accerchiato grassi tori.
Hanno spalancato contro di me la loro
bocca, * come un leone che sbrana, e ruggisce.
Mi sono disciolto come acqua, * e si sono
slogate le mie ossa.
Il mio cuore è diventato come cera, che
si liquefa * in mezzo alle mie viscere.
Il mio vigore è inaridito come un coccio,
e la mia lingua si è attaccata al mio palato, * e mi hai condotto nella polvere
della morte.
Poiché numerosi cani mi han circondato: *
un concilio di maligni mi ha accerchiato.
Hanno forato le mie mani e i miei piedi:
* hanno contato tutte le mie ossa.
Essi poi mi hanno guardato e osservato
attentamente. * Si sono divise tra loro le mie vesti, e sulla mia veste
[tunica] han gettato la sorte.
Ma tu, o Signore, non allontanar da me il
tuo soccorso: * accorri in mia difesa.
Libera dalla spada, o Dio, la mia anima:
* e dalla violenza del cane [poiché è] la mia unica.
Salvami dalle fauci del leone, * e la mia
debolezza dalle corna degli unicorni.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
* in mezzo alla Chiesa ti loderò.
O voi, che temete il Signore, lodatelo: *
o intera discendenza di Giacobbe, glorificatelo.
Lo tema tutta la stirpe d'Israele, *
perché non disdegnò, né disprezzò la supplica del povero:
Né rivolse da me la sua faccia * e quando
alzai a lui le mie grida mi esaudì.
Da te la mia lode nella grande Chiesa, *
scioglierò i miei voti in presenza di coloro che lo temono.
I poveri mangeranno, e saranno saziati e
loderanno il Signore quei che lo cercano: * vivranno i loro cuori in eterno.
Si ricorderanno e si convertiranno al
Signore * tutti i confini della terra:
E adoranti al suo cospetto, * tutte
quante le famiglie delle genti.
Poiché del Signore è il regno, * ed egli
dominerà sulle genti.
Tutti i potenti della terra hanno
mangiato e hanno adorato; * dinanzi a lui si prostreranno tutti quelli che
scendono nella terra.
E l'anima mia vivrà per lui, * e la mia
stirpe a lui servirà.
Sarà annunziata al Signore la generazione
avvenire, * e i cieli annunzieranno la giustizia di lui al popolo che nascerà,
e che il Signore ha creato.
Ant. Si sono divise tra loro le mie vesti, e
sulla mia tunica han gettato la sorte.
Dopo la spoliazione degli altari si
celebra il rito della Lavanda dei Piedi
Antiphona 1
Ioann
13:34.
Ant. Mandátum novum do vobis: ut diligátis
ínvicem, sicut diléxi vos, dicit Dóminus.
Ps 118:1.
Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in
lege Dómini.
Ant. Mandátum novum do vobis: ut diligátis
ínvicem, sicut diléxi vos, dicit Dóminus.
Un nuovo precetto vi do: che vi amiate a
vicenda, come io ho amato voi, dice il Signore.
V. Beati quanti sono di condotta immacolata; che
vivono nella legge del Signore.
Antiphona 2
Ioann 13:4, 5 et 15.
Ant. Postquam surréxit Dóminus a cœna, misit
aquam in pelvim, et cœpit laváre pedes discipulórum suórum: hoc exémplum
réliquit eis.
Ps 47:2.
Magnus Dóminus, et laudábilis nimis: in
civitáte Dei nostri, in monte sancto eius.
Ant. Postquam surréxit Dóminus a cœna, misit
aquam in pelvim, et cœpit laváre pedes discipulórum suórum: hoc exémplum
réliquit eis.
Antiphona 3
Ioann 13:12, 13 et 15.
Ant. Dóminus Iesus, postquam cenávit cum
discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: «Scitis, quid fécerim vobis
ego, Dóminus et Magíster? Exémplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis».
Ps 84:2.
Benedixísti, Dómine, terram tuam:
avertísti captivitátem Iacob.
Ant. Dóminus Iesus, postquam cenávit cum
discípulis suis, lavit pedes eórum, et ait illis: «Scitis, quid fécerim vobis
ego, Dóminus et Magíster? Exémplum dedi vobis, ut et vos ita faciátis».
Il Signore Gesù, dopo aver lavato i piedi
ai suoi discepoli, disse loro: Capite che vi ho fatto io, Signore e Maestro? Vi
ho dato l'esempio perché così anche voi facciate.
V. Signore, hai benedetto la tua terra. liberasti
Giacobbe dalla schiavitù.
Il Signore Gesù, dopo aver lavato i piedi
ai suoi discepoli, disse loro: Capite che vi ho fatto io, Signore e Maestro? Vi
ho dato l'esempio perché così anche voi facciate.
Antiphona 4
Ioann 13:6-7 et 8.
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit
Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».
V. Venit ergo ad Simónem Petrum, et dixit ei
Petrus.
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit
Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».
V. «Quod ego fácio, tu nescis modo: scies autem
póstea».
Ant. «Dómine, tu mihi lavas pedes?» Respóndit
Iesus et dixit ei: «Si non lávero tibi pedes, non habébis partem mecum».
O Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose
Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.
V. Venne dunque a Simon Pietro, e Pietro gli
disse:
Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose
Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.
V. Ora non sai ciò che io faccio, lo saprai poi.
Signore, a me tu lavi i piedi? Rispose
Gesù a Pietro: Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.
Antiphona 5
Ioann 13:14.
Ant. «Si ego, Dóminus et Magíster vester,
lavi vobis pedes: quanto magis debétis alter altérius laváre pedes?»
Ps 48:2
Audíte hæc, omnes gentes: áuribus
percípite, qui habitátis orbem.
Ant. «Si ego, Dóminus et Magíster vester,
lavi vobis pedes: quanto magis debétis alter altérius laváre pedes?»
Se io, vostro Signore e Maestro, ho
lavato i piedi a voi, quanto più dovrete lavarveli a vicenda?
V. Genti tutte, udite; porgete l'orecchio,
abitatori tutti della terra.
Se io, vostro Signore e Maestro, ho
lavato i piedi a voi, quanto più dovrete lavarveli a vicenda?
Antiphona 6
Ioann 13:35.
Ant. «In hoc cognóscent omnes, quia discípuli
mei estis, si dilectiónem habuéritis ad ínvicem».
V. Dixit Iesus discípulis suis.
Ant. «In hoc cognóscent omnes, quia discípuli
mei estis, si dilectiónem habuéritis ad ínvicem».
Da ciò capiranno tutti che siete miei
discepoli, se vi amerete a vicenda.
V. Disse Gesù ai suoi discepoli:
Da ciò capiranno tutti che siete miei
discepoli, se vi amerete a vicenda.
Antiphona 7
1 Cor 13:13.
Ant. Máneant in vobis fides, spes, cáritas,
tria hæc: maior autem horum est cáritas.
V. Nunc autem manent fides, spes, cáritas, tria
hæc: maior horum est cáritas.
Ant. Máneant in vobis fides, spes, cáritas,
tria hæc: maior autem horum est cáritas.
Restino in voi queste tre cose: fede,
speranza e carità; di queste la carità è la maggiore.
V. Rimangono ora la fede, la speranza, la carità,
queste tre virtù; la più grande di esse è la carità.
Restino in voi queste tre cose: fede,
speranza e carità; di queste la carità è la maggiore.
Antiphona 8
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Congregávit nos in unum Christi amor. /
Exsultémus et in ipso iucundémur. / imeámus et amémus Deum vivum. / Et ex corde
diligámus nos sincéro.
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Simul ergo cum in unum congregámur: / Ne
nos mente dividámur, caveámus. / Cessent iúrgia malígna, cessent lites. / Et in
médio nostri sit Christus Deus.
Ubi cáritas et amor, Deus ibi est.
Simul quoque cum Beátis videámus /
Gloriánter vultum tuum, Christe Deus: / Gáudium, quod est imménsum atque
probum, / Sǽcula per infiníta sæculórum. Amen.
Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
L’amore di Cristo ci riunì in un solo corpo.
/ Esultiamo e rallegriamoci in Lui. / Temiamo ed amiamo il Dio vivo. / E
amiamoci con cuore sincero.
Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
Allora se ci uniamo tutti insieme,
badiamo di non essere, divisi di cuore. / Cessino le maligne contese, cessino
le liti. / E in mezzo a noi ci sia il Cristo Dio.
Dov'è carità ed amore, lì è Dio.
In un coi beati possiamo noi vedere nella
gloria il volto tuo, o Cristo Dio. / Vero ed immenso gaudio. / Per gli infiniti
secoli dei secoli. Amen.
Pater noster (in segreto)
V. Et ne nos inducas in tentationem.
R. Sed libera nos a malo.
V. Tu mandásti mandáta tua, Dómine.
R. Custodíri nimis.
V. Tu lavásti pedes discipulórum tuórum.
R. Opera mánuum tuárum ne despícias.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus.
Adésto, Dómine, quǽsumus, offício
servitútis nostræ: et quia tu discípulis tuis pedes laváre dignátus es, ne
despícias ópera mánuum tuárum, quæ nobis retinénda mandásti: ut, sicut hic
nobis, et a nobis exterióra abluúntur inquinaménta; sic a te ómnium nostrum interióra
lavéntur peccáta. Quod ipse præstáre dignéris, qui vivis et regnas Deus: per
ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
V. Tu, o Signore, ordinasti che i tuoi comandi,
R. Siano bene eseguiti.
V. Tu lavasti i piedi dei tuoi discepoli.
R. Non aver in dispregio le opere delle tue mani.
V. Esaudisci, o Signore, la mia preghiera.
R. Il mio grido salga sino a te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con lo spirito tuo.
Preghiamo.
Noi ti preghiamo, o Signore, a favorire
gli umili doveri della nostra servitù, e giacché tu ti sei degnato di lavare i
piedi dei tuoi discepoli, non rigettare le opere delle tue mani, che ci
comandasti di imitare; affinché, come qui da noi e a noi scambievolmente si
lavano le esteriori sozzure, così da te siano lavate tutte le macchie interne dei
nostri peccati. Il che ti degnerai di concederci tu stesso che vivi e regni Dio
per tutti ì secoli dei secoli. Amen.