lunedì 5 marzo 2018

Lunedì della Terza Settimana di Quaresima - Stazione a San Marco

Gesù Cristo  ci purifica dalla lebbra del peccato ed è lui il nostro Salvatore. La salvezza è per tutti, per l'ebreo come per il pagano. Naaman con umiltà si sottopose a ciò che gli comandò Eliseo ed ebbe la guarigione: questo avvenimento prefigura la vocazione dei Gentili e la esclusione degli Ebrei deicidi dal regno di Dio. Anche noi dobbiamo essere umili nell'osservanza della legge del Cristo e ricorrere a Cristo che ci dà la misericordia e il perdono.


INTROITUS
Ps 55:5.- In Deo laudábo verbum, in Dómino laudábo sermónem: in Deo sperábo, non timebo, quid fáciat mihi homo.  ~~  Ps 55:2.- Miserére mei, Deus, quóniam conculcávit me homo: tota die bellans tribulávit me.  ~~  Glória  ~~  In Deo laudábo verbum, in Dómino laudábo sermónem: in Deo sperábo, non timebo, quid fáciat mihi homo.

Ps 55:5.- In Dio confido; di Lui esalto la parola fedele. In Dio spero, non temo; che può farmi un mortale?  ~~  Ps 55:2.- Pietà di me, o Dio! poiché c'è chi mi insidia e tutto il giorno stringendomi mi tormenta.  ~~  Gloria  ~~  In Dio confido; di Lui esalto la parola fedele. In Dio spero, non temo; che può farmi un mortale?

ORATIO
Orémus.
Córdibus nostris, quaesumus, Dómine, grátiam tuam benígnus infúnde: ut, sicut ab escis carnálibus abstinémus; ita sensus quoque nostros a nóxiis retrahámus excéssibus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Signore, infondi la tua grazia nei nostri cuori; affinché come ci asteniamo dai cibi di carne, così teniamo lontani i nostri sensi dagli eccessi nocivi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
4 Reg 5:1-15
In diébus illis: Náaman, princeps milítiæ regis Sýriæ, erat vir magnus apud dóminum suum, et honorátus: per illum enim dedit Dóminus salútem Sýriæ: erat autem vir fortis et dives, sed leprósus. Porro de Sýria egressi fúerant latrúnculi, et captivam dúxerant de terra Israel puéllam párvulam, quæ erat in obséquio uxoris Náaman, quæ ait ad dóminam suam: Utinam fuísset dóminus meus ad Prophétam, qui est in Samaría: profécto curásset eum a lepra, quam habet. Ingréssus est itaque Náaman ad dóminum suum, et nuntiávit ei, dicens: Sic et sic locúta est puélla de terra Israël. Dixítque ei rex Sýriæ: Vade, et mittam lítteras ad regem Israël. Qui cum proféctus esset, et tulísset secum decem talénta argénti, et sex mília áureos, et decemmutatória vestimentórum, détulit lítteras ad regem Israël in hæc verba: Cum accéperis epístolam hanc, scito, quod míserim ad te Náaman servum meum, ut cures eum a lepra sua. Cumque legísset rex Israël lítteras, scidit vestiménta sua, et ait: Numquid Deus ego sum, ut occídere possim et vivificáre, quia iste misit ad me, ut curem hóminem a lepra sua? animadvértite et vidéte, quod occasiónes quærat advérsum me. Quod cum audísset Eliséus vir Dei, scidísse videlícet regem Israël vestiménta sua, misit ad eum, dicens: Quare scidísti vestiménta tua? véniat ad me, et sciat esse prophétam in Israël. Venit ergo Náaman cum equis et cúrribus, et stetit ad óstium domus Eliséi: misítque ad eum Eliséus núntium, dicens: Vade, et laváre sépties in Iordáne, et recípiet sanitátem caro tua, atque mundáberis. Iratus Náaman recedébat, dicens: Putábam, quod egrederétur ad me, et stans invocáret nomen Dómini, Dei sui, et tángeret manu sua locum lepræ, et curáret me. Numquid non melióres sunt Abana et Pharphar, flúvii Damásci, ómnibus aquis Israël, ut laver in eis, et munder? Cum ergo vertísset se, ci abíret indígnans, accessérunt ad eum servi sui, et locúti sunt ei: Pater, et si rem grandem dixísset tibi Prophéta, certe fácere debúeras: quanto magis quia nunc dixit tibi: Laváre, et mundáberis? Descéndit, et lavit in Iordáne sépties, iuxta sermónem viri Dei, et restitúta est caro eius, sicut caro pueri párvuli, et mundátus est. Reversúsque ad virum Dei cum univérso comitátu suo, venit, et stetit coram eo, et ait: Vere scio, quod non sit álius Deus in univérsa terra, nisi tantum in Israël.

In quei giorni: Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo grande presso il suo padrone e onorato, perché per mezzo di lui il Signore aveva salvata la Siria; ma quest’uomo valoroso e ricco era lebbroso. Or avendo dei predoni, usciti dalla Siria, condotta prigioniera dalla terra d'Israele una ragazzina, poi addetta al servizio della moglie di Naaman, questa disse alla sua signora: «Oh! se il mio padrone si presentasse dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo guarirebbe dalla lebbra». Naaman riferì la cosa al suo padrone, dicendogli: «Così e così ha parlato una figlia della terra d'Israele». Il re di Siria gli disse: «Va' pure, che io manderò una lettera al re d'Israele». Naaman partì prendendo seco dieci talenti d'argento, sei mila sicli d'oro e dieci mute di abiti, e portò al re d'Israele la lettera ov'era detto: «Quando riceverai questa lettera, sappi che ho mandato a te Naaman mio servo affinché tu lo guarisca dalla sua lebbra». Il re d'Israele, letta questa lettera, si stracciò le vesti e disse: «Sono forse un Dio da poter far morire e vivere, ch'egli mi manda un uomo, affinché io lo guarisca dalla sua lebbra? Considerate la cosa, e vedrete che egli cerca pretesti contro di me». Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe ciò, mandò a dire al Re di Israele: «Perché tu hai stracciate le tue vesti? Venga egli da me, e saprà che v'è un profeta in Israele». Naaman allora andò con i suoi cavalli e coi suoi carri, e si fermò alla porta della casa d'Eliseo. Ma Eliseo mandò un messo a dirgli: «Va' e làvati per sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana, e tu sarai mondato». Naaman se ne partì sdegnato e brontolando: «Credevo ch'egli uscisse verso di me, e, stando in piedi, invocasse il nome del Signore suo Dio, e colla mano toccasse il luogo della lebbra e mi guarisse! I fiumi di Damasco, l'Abana e il Farfar, non son migliori di tutte le acque d'Israele, per lavarmi in esse ed esser mondato?», e volte le spalle se n'andava indignato. Ma i suoi servi gli si accostarono e gli dissero: «Padre, se il profeta avesse chiesto una gran cosa, certamente avresti dovuto farla; e quanto più ora che ti ha detto: Làvati e sarai mondato?». Egli discese, e si lavò sette volte nel Giordano, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne tornò come quella d'un piccolo bambino, e fu mondato. Allora tornò con tutto il suo seguito dall'uomo di Dio. Giunto e presentatosi a lui, disse: «Or so che non v'è altro Dio in tutta la terra. ma soltanto in Israele

GRADUALE
Ps 55:9, 2
Deus, vitam meam annuntiávi tibi: posuísti lácrimas meas in conspéctu tuo.
V. Miserére mei, Dómine, quóniam conculcávit me homo: tota die bellans tribulávit me.

O Dio, ti è nota la mia vita; a te son presenti tutte le mie lacrime.
V. Pietà di me, Signore! perché v'è chi mi insidia e stringendomi tutto il giorno mi tormenta.

TRACTUS
Ps 102:10
Dómine, non secúndum peccáta nostra, quæ fécimus nos: neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis
Ps 78:8-9
Dómine, ne memíneris iniquitátum nostrárum antiquárum: cito antícipent nos misericórdiæ tuæ, quia páuperes facti sumus nimis. (Hic genuflectitur)
V. Adiuva nos, Deus, salutáris noster: et propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos: et propítius esto peccátis nostris, propter nomen tuum.

Non trattarci, Signore, secondo i nostri errori, non punirci secondo le nostre colpe.
V. Non ricordarti con noi delle colpe antiche: presto ci venga incontro il tuo affetto, perché siamo molto deboli.
V. Aiutaci, o Dio della salvezza: e per la gloria del tuo nome, liberaci, Signore: e perdona i nostri errori per amore del tuo nome.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 4:23-30.
In illo témpore: Dixit Iesus pharisaeis: Utique dicétis mihi hanc similitúdinem: Médice, cura teípsum: quanta audívimus facta in Caphárnaum, fac et hic in pátria tua. Ait autem: Amen, dico vobis, quia nemo prophéta accéptus est in pátria sua. In veritáte dico vobis, multæ víduæ erant in diébus Elíæ in Israël, quando clausum est coelum annis tribus et ménsibus sex, cum facta esset fames magna in omni terra: et ad nullam illarum missus est Elías, nisi in Sarépta Sidóniæ ad mulíerem viduam. Et multi leprósi erant in Israël sub Eliséo Prophéta: et nemo eórum mundátus est nisi Náaman Syrus. Et repléti sunt omnes in synagóga ira, hæc audiéntes. Et surrexérunt, et eiecérunt illum extra civitátem: et duxérunt illum usque ad supercílium montis, super quem cívitas illórum erat ædificáta, ut præcipitárent eum. Ipse autem tránsiens per médium illórum, ibat.

In quel tempo Gesù disse ai Farisei: «Certamente mi direte quel proverbio: "Medico, cura te stesso": quanto udimmo essere avvenuto in Cafarnao, fallo anche qui nella tua patria». Davvero vi dico che molte eran le vedove in Israele al tempo di Elfa, quando il cielo stette chiuso per tre anni e sei mesi, e vi fu gran carestia per tutta la terra, eppure a nessuna di esse fu mandato Elia, ma ad una vedova in Sarepta di Sidone; e che c'erano in Israele molti lebbrosi al tempo di Eliseo profeta; eppure non fu mondato che Naaman, un siro». Nell'udire queste cose tutti nella sinagoga furon pieni d'ira, e, 1evatisi, lo cacciarono fuori della città, e lo spinsero fino sul ciglio del monte, su cui era edificata la loro città, per gettarlo di sotto. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

OFFERTORIUM
Ps 54:2-3
Exáudi, Deus, oratiónem meam, et ne despéxeris deprecatiónem meam: inténde in me, et exáudi me.

Esaudisci, o Signore, la mia prece, non disprezzare la mia supplica; volgiti verso di me ed ascoltami.

SECRETA
Munus, quod tibi, Dómine, nostræ servitútis offérimus, tu salutáre nobis pérfice sacraméntum. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, questo omaggio della nostra sudditanza che noi t'offriamo, convertilo per noi in sacramento di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtù e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Ps 13:7
Quis dabit ex Sion salutáre Israël? cum avértent Dóminus captivitátem plebis suæ, exsultábit Iacob, et lætábitur Israël.

Venga da Sion la salvezza di Israele! Quando il Signore restaurerà le sorti del suo popolo, esulterà Giacobbe, gioirà Israele

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Præsta, quaesumus, omnípotens et miséricors Deus: ut, quod ore contíngimus, pura mente capiámus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi a noi, o Signore onnipotente e misericordioso, di ricevere con anima pura ciò che tocchiamo con la bocca. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ORATIO SUPER POPULUM
Orémus.
V. Humiliáte cápita vestra Deo.
Subvéniat nobis, Dómine, misericórdia tua: ut ab imminéntibus peccatórum nostrórum perículis, te mereámur protegénte éripi, te liberánte salvári. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
V. Inchinatevi davanti a Dio.
Ci soccorra, o Signore, la tua misericordia; affinché dai pericoli che a causa dei nostri peccati ci sovrastano, possiamo essere, per tua protezione, sottratti, e, per tua liberazione, salvati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.