La Chiesa oggi trasalisce di santa allegrezza nella consapevolezza che la Pasqua è vicina e pertanto s'ammanta dei paramenti rosacei e permette il suono dell'organo e l'uso dei fiori. San Paolo ci ricorda che Cristo col battesimo ci ha liberati dalla schiavitù del demonio: la libertà cristiana è libertà nel compimento del bene secondo il divino beneplacito, il resto è peccaminosa licenza e schiavitù a Satana. Lo stesso Cristo ci ha quindi fatti membri della Chiesa, la Celeste Gerusalemme, che, nell'economia della salvezza, ha sostituito il Giudaismo di Gerusalemme deicida. In questa Chiesa il Signore ha imbandito per i suoi figli la mensa sacrificale delle sue carni immacolate, la Eucaristia, che è prefigurata nella moltiplicazione dei pani e dei pesci. In questo giorno a Roma il Sommo Pontefice si recava nella Basilica di santa Croce in Gerusalemme con la rosa d'oro (ultima foto), simbolo del Cristo e del suo Vicario il Papa, che poi mandava a qualche sovrano o notabile cattolico.
INTROITUS
Is
66:10 et 11.- Lætáre, Ierúsalem: et convéntum fácite, omnes qui dilígitis eam: gaudéte
cum lætítia, qui in tristítia fuístis: ut exsultétis, et satiémini ab ubéribus
consolatiónis vestræ. ~~ Ps
121:1.- Lætátus
sum in his, quæ dicta sunt mihi: in domum Dómini íbimus. ~~ Glória ~~ Lætáre, Ierúsalem: et
convéntum fácite, omnes qui dilígitis eam: gaudéte cum lætítia, qui in
tristítia fuístis: ut exsultétis, et satiémini ab ubéribus consolatiónis
vestræ.
Is
66:10 et 11.- Allietati, Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate, esultate con essa: rallegratevi voi che foste tristi:
ed esultate e siate sazii delle sue consolazioni. ~~ Ps
121:1.- Mi
rallegrai di ciò che mi fu detto: andremo nella casa del Signore. ~~ Gloria ~~ Allietati, Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate, esultate con essa: rallegratevi voi che foste tristi:
ed esultate e siate sazii delle sue consolazioni.
ORATIO
Orémus.
Concéde,
quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui ex merito nostræ actiónis afflígimur, tuæ
grátiæ consolatióne respirémus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium
tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedici,
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che mentre siamo giustamente afflitti per
le nostre colpe, respiriamo per il conforto della tua grazia. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolæ beáti
Pauli Apóstoli ad Gálatas.
Gal
4:22-31.
Fratres: Scriptum est:
Quóniam Abraham duos fílios habuit: unum de ancílla, et unum de líbera. Sed qui
de ancílla, secúndum carnem natus est: qui autem de líbera, per repromissiónem:
quæ sunt per allegóriam dicta. Hæc enim sunt duo testaménta. Unum quidem in
monte Sina, in servitútem génerans: quæ est Agar: Sina enim mons est in Arábia,
qui coniúnctus est ei, quæ nunc est Ierúsalem, et servit cum fíliis suis. Illa
autem, quæ sursum est Ierúsalem, líbera est, quæ est mater nostra. Scriptum est
enim: Lætáre, stérilis, quæ non paris: erúmpe, et clama, quæ non párturis: quia
multi fílii desértæ, magis quam eius, quæ habet virum. Nos autem, fratres,
secúndum Isaac promissiónis fílii sumus. Sed quómodo tunc is, qui secúndum
carnem natus fúerat, persequebátur eum, qui secúndum spíritum: ita et nunc. Sed
quid dicit Scriptura? Eiice ancillam et fílium eius: non enim heres erit fílius
ancíllæ cum fílio líberæ. Itaque, fratres, non sumus ancíllæ fílii, sed líberæ:
qua libertáte Christus nos liberávit.
Fratelli: Sta scritto
che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla libera. Ma quello
della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera in virtù della promessa. Cose queste che sono state dette per allegoria. Poiché questi
sono i due testamenti. Uno dal monte Sinai, che genera schiavi: esso è Agar: il Sinai infatti è un monte dell’Arabia, che corrisponde alla Gerusalemme
presente, la quale è serva insieme coi suoi figli. Ma quella Gerusalemme che è lassù, è libera, ed è la nostra madre. Poiché sta scritto: Rallegrati, o
sterile che non partorisci: prorompi in lodi e grida, tu che non sei feconda,
poiché molti più sono i figli dell’abbandonata che di colei che ha marito. Noi
perciò, o fratelli, come Isacco siamo figli della promessa. E come allora
quegli che era nato secondo la carne perseguitava colui che era secondo lo sparito, così anche al presente. Ma che dice la Scrittura? Metti fuori la
schiava e suo figlio: poiché il figlio della schiava non sarà erede col figlio
della libera. Per la qual cosa, o fratelli, noi non siamo figli della schiava,
ma della libera: e di quella libertà a cui Cristo ci ha affrancati.
GRADUALE
Ps
121:1, 7
Lætátus sum in his, quæ
dicta sunt mihi: in domum Dómini íbimus.
V. Fiat pax in virtúte
tua: et abundántia in túrribus tuis.
Mi rallegrai di ciò che
mi fu detto: andremo alla casa del Signore.
V. Regni la pace nelle tue
fortezze e la sicurezza nelle tue torri.
TRACTUS
124:1-2
Qui confídunt in Dómino,
sicut mons Sion: non commovébitur in ætérnum, qui hábitat in Ierúsalem.
V. Montes in circúitu
eius: et Dóminus in circúitu pópuli sui, ex hoc nunc et usque in saeculum.
Quelli che confidano nel
Signore sono come il monte Sion: non vacillerà in eterno chi abita in
Gerusalemme.
V. Attorno ad essa stanno
i monti: il Signore sta attorno al suo popolo: ora e nei secoli.
EVANGELIUM
Sequéntia ☩ sancti Evangélii secúndum
Ioánnem.
Ioann 6:1-15
In
illo témpore: Abiit Iesus trans mare Galilaeæ, quod est Tiberíadis: et
sequebátur eum multitúdo magna, quia vidébant signa, quæ faciébat super his,
qui infírmabántur. Súbiit
ergo in montem Iesus: et ibi sedébat cum discípulis suis. Erat autem próximum Pascha,
dies festus Iudæórum. Cum sublevásset ergo óculos Iesus et vidísset, quia
multitúdo máxima venit ad eum, dixit ad Philíppum: Unde emémus panes, ut
mandúcent hi? Hoc autem dicebat tentans eum: ipse enim sciébat, quid esset
factúrus. Respóndit ei Philíppus: Ducentórum denariórum panes non suffíciunt
eis, ut unusquísque módicum quid accípiat. Dicit ei unus ex discípulis eius,
Andréas, frater Simónis Petri: Est puer unus hic, qui habet quinque panes
hordeáceos et duos pisces: sed hæc quid sunt inter tantos? Dixit ergo Iesus:
Fácite hómines discúmbere. Erat autem fænum multum in loco. Discubuérunt ergo
viri, número quasi quinque mília. Accépit ergo Iesus panes, et cum grátias
egísset, distríbuit discumbéntibus: simíliter et ex píscibus, quantum volébant.
Ut autem impléti sunt, dixit discípulis suis: Collígite quæ superavérunt
fragménta, ne péreant. Collegérunt ergo, et implevérunt duódecim cóphinos
fragmentórum ex quinque pánibus hordeáceis, quæ superfuérunt his, qui
manducáverant. Illi ergo hómines cum vidíssent, quod Iesus fécerat signum,
dicébant: Quia hic est vere Prophéta, qui ventúrus est in mundum. Iesus ergo
cum cognovísset, quia ventúri essent, ut ráperent eum et fácerent eum regem,
fugit íterum in montem ipse solus.
In quel tempo: Gesù se
ne andò di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una gran
folla, perché vedeva i miracoli da lui fatti a favore dei malati. Gesù salì quindi sopra un monte: ove si pose a sedere con i suoi discepoli. Ed era vicina
la Pasqua, festa dei Giudei. Alzando gli occhi, Gesù vide che una gran folla
veniva da lui, e disse a Filippo: Dove compreremo pane per cibare questa gente?
E lo diceva per metterlo alla prova, perché egli sapeva cosa stava per fare.
Filippo gli rispose: Duecento danari di pane non bastano per costoro, anche a
darne un piccolo pezzo a ciascuno. Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea
fratello di Simone Pietro: C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due
pesci: ma che è questo per tanta gente? Ma Gesù disse: Fate che costoro si mettano a sedere. Vi era molta erba sul posto. E quegli uomini si misero a sedere, ed
erano quasi cinquemila. Gesù prese dunque i pani, rese grazie, e li distribuì a
coloro che sedevano: e così fece per i pesci, finché ne vollero. Saziati che furono, disse ai suoi discepoli: Raccogliete gli avanzi, onde non vadano a
male. Li raccolsero ed erompono dodici canestri di frammenti dei cinque pani di
orzo, che erano avanzati a coloro che avevano mangiato. E questi, quindi,
veduto il miracolo fatto da Gesù, dissero: Questi è veramente quel profeta che
doveva venire al mondo. Ma Gesù, sapendo che sarebbero venuti a prenderlo per
forza, per farlo re, fuggì di nuovo da solo sul monte.
Credo
OFFERTORIUM
Ps 134:3, 6
Laudáte
Dóminum, quia benígnus est: psállite nómini eius, quóniam suávis est: ómnia,
quæcúmque vóluit, fecit in coelo et in terra.
Lodate il Signore perché
è buono: inneggiate al suo nome perché è soave: Egli ha fatto tutto ciò che ha
voluto, in cielo e in terra.
SECRETA
Sacrifíciis
præséntibus, Dómine, quaesumus, inténde placátus: ut et devotióni nostræ
profíciant et salúti. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Ti
preghiamo, o Signore, volgi placato il tuo sguardo alle presenti offerte,
affinché giovino alla nostra pietà e alla nostra salvezza. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere
dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias
ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio
vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum
nostrum. Per
quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.
Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne
dicéntes
È veramente degno e
giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo
grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno
corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, elargisci virtù e premi: per
Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli,
adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i
beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere
con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo
COMMUNIO
Ps 121:3-4
Ierúsalem,
quæ ædificátur ut cívitas, cuius participátio eius in idípsum: illuc enim
ascendérunt tribus, tribus Dómini, ad confiténdum nómini tuo. Dómine.
Gerusalemme è edificata
come città interamente compatta: qui salgono le tribù, le tribù del Signore, a
lodare il tuo nome, o Signore.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Da
nobis, quaesumus, miséricors Deus: ut sancta tua, quibus incessánter explémur,
sincéris tractémus obséquiis, et fidéli semper mente sumámus. Per Dominum
nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedici,
Te ne preghiamo, o Dio misericordioso, che i tuoi santi misteri, di cui siamo
incessantemente nutriti, li trattiamo con profondo rispetto e li riceviamo
sempre con cuore fedele. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.