lunedì 12 marzo 2018

Lunedì della Quarta Settimana di Quaresima - Stazione ai Santi Quattro Coronati

La liturgia odierna ci pone davanti la contrapposizione fra Gesù e gli Ebrei e fra la Chiesa e la Sinagoga. Cristo è la nostra salvezza la quale si opera nella e per la Chiesa Cattolica, suo Corpo Mistico, la quale è nostra Madre amantissima a differenza della Sinagoga simboleggiata dalla matrigna della Lettura. La Chiesa inoltre, mediante il Vangelo che descrive la cacciata dei mercanti dal Tempio, ci insegna a non profanare col peccato o l'irriverenza rispettivamente l'anima e la Chiesa (materiale), vero tempio di Dio.


INTROITUS
Ps 53:3-4.- Deus, in nómine tuo salvum me fac, et in virtúte tua líbera me: Deus, exáudi oratiónem meam: áuribus pércipe verba oris mei.  ~~  Ps 53:5.- Quóniam aliéni insurrexérunt in me: et fortes Quæsiérunt ánimam meam.  ~~  Glória  ~~  Deus, in nómine tuo salvum me fac, et in virtúte tua líbera me: Deus, exáudi oratiónem meam: áuribus pércipe verba oris mei.

Ps 53:3-4.- Salvami, o Dio, per il tuo nome; e con la tua potenza fammi giustizia. O Dio, ascolta la mia preghiera: porgi orecchio alle parole della mia bocca.  ~~  Ps 53:5.- Perché contro di me sorsero dei barbari, dei prepotenti insidiano alla mia vita.  ~~  Gloria  ~~  Salvami, o Dio, per il tuo nome; e con la tua potenza fammi giustizia. O Dio, ascolta la mia preghiera: porgi orecchio alle parole della mia bocca.

ORATIO
Orémus.
Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, observatiónes sacras ánnua devotióne recoléntes, et córpore tibi placeámus et mente. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa’, o Dio onnipotente, che noi, rinnovando ogni anno questa sacra osservanza quaresimale, ti possiamo piacere nel corpo e nell’anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
3 Reg 3:16-28.
In diébus illis: Venérunt duæ mulíeres meretríces ad regem Salomónem, steterúntque coram eo, quarum una ait: Obsecro, mi dómine: ego et múlier hæc habitabámus in domo una, et péperi apud eam in cubículo. Tértia autem die postquam ego péperi, péperit et hæc: et erámus simul, nullúsque álius nobíscum in domo, excéptis nobis duábus. Mórtuus est autem fílius mulíeris huius nocte: dórmiens quippe oppréssit eum. Et consúrgens intempéstæ noctis siléntio, tulit fílium meum de látere meo ancíllæ tuæ dormiéntis, et collocávit in sinu suo: suum autem fílium, qui erat mórtuus, pósuit in sinu meo. Cumque surrexíssem mane, ut darem lac fílio meo, appáruit mórtuus: quem diligéntius íntuens clara luce, deprehéndi non esse meum, quem genúeram. Respondítque áltera múlier Non est ita, ut dicis, sed fílius tuus mórtuus est, meus autem vivit. E contrário illa dicébat: Mentiris: fílius quippe meus vivit, et fílius tuus mórtuus est. Atque in hunc modum contendébant coram rege. Tunc rex ait: Haec dicit Fílius meus vivit, et fílius tuus mórtuus est. Et ista respóndit: Non, sed fílius tuus mórtuus est, meus autem vivit. Dixit ergo rex: Affért mihi gládium. Cumque attulíssent gládium coram rege: Divídite, inquit, infántem vivum in duas partes, et dat dimídiam partem uni, et dimídiam partem alteri. Dixit autem múlier, cuius fílius erat vivus, ad regem - commóta sunt quippe víscera eius super fílio suo: - Obsecro, dómine, date illi infántem virum, et nolíte interfícere dum. E contrário illa dicebat: Nec mihi nec tibi sit, sed diridátur. Respóndit rex et ait: Date huic infántem vivum, et non occidátur: hæc est enim mater eius. Audívit itaque omnis Israel iudícium, quod iudicásset rex, et timuérunt regem, vidéntes sapiéntiam Dei esse in eo ad faciéndum iudícium.

In quei giorni vennero dal re Salomone due donne di mala vita, e presentatesi a lui, una disse: «Ti scongiuro, o mio signore! Abitando in una stessa casa con questa donna, io partorii presso di lei nella camera; e il terzo giorno dal mio parto, partorì anche lei. Noi stavamo insieme, e nessun altro, fuori di noi due, era con noi in quella casa. Or essendo morto durante la notte il figlio di questa donna, da lei soffocato nel dormire, essa, alzatasi nel silenzio del cuor della notte, prese il mio figlio dal fianco di me tua serva, che ero addormentata, e lo pose sul suo seno, e pose in grembo a me il suo figlio morto. Levatami al mattino per allattare il mio figlio, lo vidi morto; ma fissandolo più attentamente a giorno chiaro, riconobbi che non era il mio figlio da me partorito». E l'altra donna diceva: «La cosa non sta come tu dici: è morto il tuo figlio, e il mio è vivo. E, quella a replicarle contro: «Tu mentisci: il mio figlio è vivo e il tuo è morto». E in questo modo altercavano davanti al re. Allora il re disse: «Questa dice: Il mio figlio è vivo, il tuo è morto; quella risponde: No: il tuo figlio è morto, il mio è vivo». Poi il re soggiunse: «Portatemi una spada». Portata che fu la spada davanti al re, disse: «Dividete in due il bambino vivo e datene metà all'una e metà all'altra». Allora la donna cui veramente apparteneva il figlio vivo, sentendo le viscere commosse verso il suo figlio, disse al re: «Per pietà, o signore, date a lei il bambino vivo, non l'uccidete!». L'altra invece diceva: «Non deve toccare né a me né a te: sia diviso». Il re allora diede la sua risposta dicendo: «Date alla prima il bambino vivo, senza ucciderlo, perché essa ne è la madre». Tutto Israele, saputo il giudizio che il re aveva pronunziato, temette il re, vedendo che una sapienza divina era in lui per render giustizia.

GRADUALE
Ps 30:3
Esto mihi in Deum protectórem et in locum refúgii, ut salvum me fácias,
Ps 70:1.
Deus, in te sperávi: Dómine, non confúndar in ætérnum.

Sii per me una difesa, Signore, un luogo di rifugio per salvarmi.
V. In te mi rifugio, o Dio; Signore, che io non debba mai arrossire.

TRACTUS
Ps 102:10
Dómine, non secúndum peccáta nostra, quæ fécimus nos: neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis.
Ps 78:8-9.
Dómine, ne memíneris iniquitátum nostrárum antiquárum: cito antícipent nos misericórdiæ tuæ, quia páuperes facti sumus nimis. [Hic genuflectitur]
V. Adiuva nos, Deus, salutáris noster: et propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos: et propítius esto peccátis nostris, propter nomen tuum.

Non trattarci, Signore, secondo i nostri errori, non punirci secondo le nostre colpe.
V. Non ricordarti con noi delle colpe antiche: presto ci venga incontro il tuo affetto, perché siamo molto deboli.
V. Aiutaci, o Dio della salvezza: e per la gloria del tuo nome, liberaci, Signore: e perdona i nostri errori per amore del tuo nome.

EVANGELIUM
Sequéntia    sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioann 2:13-25
In illo témpore: Prope erat Pascha Iudæórum, et ascéndit Iesus Ierosólymam: et invénit in templo vendéntes boves et oves et colúmbas, et nummulários sedéntes. Et cum fecísset quasi flagéllum de funículis, omnes eiécit de templo, oves quoque et boves, et nummulariórum effúdit æs et mensas subvértit. Et his, qui colúmbas vendébant, dixit: Auférte ista hinc, et nolíte fácere domum Patris mei domum negotiationis. Recordáti sunt vero discipuli eius, quia scriptum est: Zelus domus tuæ comédit me. Respondérunt ergo Iudaei, et dixérunt ei: Quod signum osténdis nobis, quia hæc facis? Respóndit Iesus et dixit eis: Sólvite templum hoc, et in tribus diébus excitábo illud. Dixérunt ergo Iudaei: Quadragínta et sex annis ædificátum est templum hoc, et tu in tribus diébus excitábis illud? Ille autem dicébat de templo córporis sui. Cum ergo resurrexísset a mórtuis, recordáti sunt discípuli eius, quia hoc dicébat, et credidérunt Scriptúrae, et sermóni, quem dixit Iesus. Cum autem esset Ierosólymis in Pascha in die festo, multi credidérunt in nómine eius, vidéntes signa eius, quæ faciébat. Ipse autem Iesus non credébat semetípsum eis, eo quod ipse nosset omnes, et quia opus ei non erat, ut quis testimónium perhibéret de hómine: ipse enim sciébat, quid esset in hómine.

In quel tempo: essendo prossima la Pasqua dei Giudei, Gesù salì a Gerusalemme. E trovò nel tempio venditori di bovi, di pecore e di colombe e cambiamonete ai loro banchi. E fatta una sferza di cordicelle, li scacciò tutti dal tempio con le pecore e i bovi, sparpagliò il danaro dei cambiamonete, e ne rovesciò i banchi. Disse poi ai venditori di colombe: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato». Allora i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo della tua casa mi fa ardere». Ma i Giudei rivoltisi a lui gli dissero: «Qual segno ci mostri per far queste cose?». E Gesù rispose loro: «Disfate questo tempio ed in tre giorni lo rimetterò di nuovo in piedi». Ed i Giudei gli dissero: «Quarantasei anni ci son voluti per fabbricare questo tempio e tu lo farai sorgere in tre giorni?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato da morte, i suoi discepoli ricordarono come egli avesse ciò detto, e credettero alla Scrittura ed alle parole di Gesù. Mentre egli era in Gerusalemme, alla festa di Pasqua, molti, vedendo i prodigi che faceva credettero nel suo nome. Ma Gesù non si affidava ad essi, perché li conosceva tutti; e non aveva bisogno che altri gli desse informazioni sull'uomo, sapendo da sé quello che vi fosse nell'uomo.

OFFERTORIUM
Ps 99:1-2
Iubiláte Deo, omnis terra, servíte Dómino in lætítia: intráte in conspéctu eius in exsultatióne: quia Dóminus ipse est Deus.

Acclamate a Dio da tutta la terra, servite al Signore con allegrezza: entrate alla sua presenza con esultanza: il Signore stesso è Dio!.

SECRETA
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Le offerte a te presentate, o Signore, ci diano sempre vita e forza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRÆFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et proemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtù e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo

COMMUNIO
Ps 18:13, 14
Ab occúltis meis munda me, Dómine: et ab aliénis parce servo tuo.

Signore, mondami dai peccati inavvertiti, e dai volontari preserva il tuo servo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sumptis, Dómine, salutáribus sacraméntis: ad redemptiónis ætérnæ, quaesumus, proficiámus augméntum. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', o Signore, che noi che abbiamo ricevuti questi salutari sacramenti, progrediamo nell'opera della nostra eterna redenzione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ORATIO SUPER POPULUM
Orémus.
V. Humiliáte cápita vestra Deo.
Deprecatiónem nostram, quaesumus. Dómine, benígnus exáudi: et, quibus supplicándi præstas afféctum, tríbue defensiónis auxílium. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
V. Inchinatevi davanti a Dio.
O Signore, te ne preghiamo, ascolta benigno la nostra supplica: e a coloro cui concedi il desiderio di pregarti, concedi pure la tua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.